Sfumature di Primitivo, masterclass tenutasi presso l’Hotel Svevo di Gioia del Colle domenica 4 agosto, è stata l’occasione per approfondire la conoscenza del vino prodotto in zona da sette cantine e per conoscere di persona Daniele Cernilli, uno dei grandi nomi della critica enologica italiana nonché pioniere della comunicazione in materia, conosciuto come Doctor Wine.
Sfumature di Primitivo con Daniele Cernilli
Grazie all’invito dell’amico Antonio Amenduni e all’ospitalità di Claudio Santorelli, Presidente e direttore artistico del Palio delle Botti, la competizione di stampo medievale che consiste nello spingere delle barrique dipinte da artisti per le vie di Gioia del Colle, abbiamo preso parte alla masterclass intitolata “Sfumature di Primitivo” guidata da Cernilli, critico enologico di fama internazionale, direttore responsabile di DoctorWine e curatore della Guida Essenziale ai Vini d’Italia by DoctorWine e dalla vecchia conoscenza Enzo Scivetti, degustatore e giudice internazionale.
Oltre a degustare diverse annate e interpretazioni del Primitivo, abbiamo avuto modo di comprendere al meglio, attraverso le parole degli esperti e le loro risposte al pubblico attento, le tecniche di vinificazione che ne influenzano sapore e aroma. E anche di scoprire e di raccontare nei nostri #ViaggidiVini nuove aziende vitivinicole che operano e producono i loro nettari in un territorio non molto distante dal nostro.
Questo evento ha dunque rappresentato un’ottima opportunità per immergerci nel mondo del vino guidati da esperti e al contempo di fare un viaggio virtuale, in attesa di visitare di persona le cantine partecipanti, del patrimonio vitivinicolo di Gioia del Colle.
E a proposito della cittadina che ha ospitato Sfumature di Primitivo, Cernilli ha esordito che non c’era mai stato prima ma ne ha sentito spesso parlare da suo padre, mancato lo scorso anno a 101 anni, che ha vissuto a Gioia del Colle durante la guerra. Subito dopo l’incontro ha preso una piega meno personale concentrandosi sul protagonista, il Primitivo, vino gemello del californiano Zinfandel. Fu proprio una genetista americana, la dottoressa che nel 1967 stabilì che i due vini erano gemelli separati alla nascita.
Sentir parlar di vino e della sua antichissima storia è sempre un piacere per noi ma farlo ascoltando Daniele Cernilli, fra i primi quattro opinion leader del settore a livello mondiale, è stato oltre che istruttivo anche affascinante. Doctor Wine ha condiviso con la platea un excursus sulla viticoltura nata in area orientale oltre 2000 anni prima di Cristo quando le bevande fermentate erano prodotte anche dal miele, dalle mele, dal latte, dall’orzo, dai fichi fermentati e dal riso: basti pensare all’idromele, il fermentato più antico del mondo, il sidro, la birra, il sakè.
A un certo punto si passa all’uva: perché? È il frutto più zuccherino che dunque produce più alcol che è un ottimo conservante naturale. Come arriva qui il vino? Attraverso i Fenici, gli Illiri, gli Albanesi.
Uno dei padri dell’attuale Primitivo è considerato il vino prodotto dal vitigno croato Plavac Mali. Ma ogni Primitivo – ha sottolineato Cernilli – ha la sua personalità dovuta al territorio: il Primitivo di Gioia del Colle è differente da quello di Manduria. Sul secondo ha una forte influenza il mare molto vicino, nel primo il carattere collinare del terroir e il calcare ne esaltano profumi e acidità, rendendolo un vino più eclettico che si può vinificare in rosa.
Da questo concetto è partita la degustazione delle Sfumature di Primitivo cominciando proprio dal Rosato Onnè del 2023 di Tenute Bradascio, vino piacevole e “croccante” con i suoi 12 gradi. Si è saliti di gradazione con il secondo, prodotto da una delle cantine storiche della zona: 14,5 per Lavarossa di Giuliani del 2021 con affinamento in acciaio e cemento. Occasione per noi di apprendere la differenza tra affinamento e maturazione: il vino viene affinato in ambienti anaerobici come acciaio e cemento, mentre matura nelle botti in cui il legno ne consente l’ossidazione.
Nel terzo bicchiere una vecchia conoscenza, il Muro Sant’Angelo di Tenute Chiaromonte nella versione del 2021, uno dei nostri preferiti, 15,5 gradi alcolici, con profumi di ciliegia e prugna, potente al palato e dal colore rosso rubino con riflessi violacei: un vino in cui emerge tutta la lavorazione manuale e la limitata produttività di 9000 ceppi per ettaro da un piccolo vigneto di antichi alberelli.
Marpione Riserva 2020 di Tenuta Viglione è un Primitivo di 14,5 gradi prodotto in vigneti a 480 metri di altitudine. Già dal nome si presenta come un vino “ruffiano” che fa legno e proprio le botti in rovere gli conferiscono gli intensi profumi di frutti maturi a naso e il pizzico del pepe e la nota balsamica della liquirizia in bocca.
La proposta delle Cantine Di Gioia è Ode del 2019, un vino di 15 gradi dal colore rosso violaceo con sfumature granate che riporta in bocca le caratteristiche del terreno argilloso e calcareo su cui sono impiantate le viti.
A seguire il Primitivo Riserva di Polvanera, anche questo del 2019 che con i suoi 16,5 gradi e la sua limitatissima produzione di mezzo chilogrammo di uva per pianta sprigiona carattere sin dal colore concentrato e dalle note violacee, proseguendo poi con i sentori di ribes nero e crema di cassis a naso. Emerge la consapevolezza tecnica di Filippo Cassano – elogiata da Daniele Cernilli – che pur mantenendo la sua artigianalità lavora bene sui lieviti ottenendo un gran vino che fa solo acciaio.
In chiusura il Primitivo Riserva del 2017 di Tenute Nettis, un 16 gradi maturato in botti di legno di rovere dal colore granato e molto caldo che deve a un’annata particolarmente secca profumi e aromi di frutti surmaturi.
Il palato è stato poi rinfrescato dai latticini e dai formaggi proposti da Gioiella, uno degli sponsor dell’evento, su cui abbiamo abbinato il rosato Onnè, ritornando alla prima tappa del nostro percorso degustativo.
Sfumature di Primitivo ci ha condotto per mano alla scoperta di tecniche di produzione e vini di cantine che già conoscevamo come Giuliani, Tenute Chiaromonte, Tenuta Viglione e Polvanera, e di nuove per noi come Tenute Bradascio, Cantine di Gioia e Tenute Nettis, in attesa, come sottolineato all’inizio, di un bel tour di assaggi sul posto.