Santa Maria di Leuca è uno dei luoghi più magici della nostra regione. Qui si incontrano e si abbracciano i due mari di Puglia, lo Ionio e l’Adriatico e c’è chi afferma che in alcuni periodi dell’anno è possibile individuare una vera e propria linea cromatica che segna il confine tra le due distese d’acqua.
Santa Maria di Leuca tra i due mari

L’abbraccio tra i due mari
Dove? Esattamente davanti al promontorio di punta Melisio, il punto in cui la diversa salinità delle acque determina la differenza di colore percettibile anche a occhio nudo. In realtà il confine ufficiale tra mar Ionio e mar Adriatico è rappresentato geograficamente dal canale di Otranto, ma lo spettacolo dell’abbraccio tra i due mari è visibile solo nei pressi di Santa Maria di Leuca. Si tratta di un fenomeno raro che è osservabile in pochi altri luoghi nel mondo in Alaska, Nuova Zelanda e Grecia.
Nel Golfo dell’Alaska è dovuto all’incontro delle acque gelide dei ghiacciai con quelle oceaniche: la diversa densità delle acque fa sì che queste non si mescolino mai tra loro. Un evento simile accade anche a Skagen, in Danimarca, in particolare nella piccola lingua di terra di Grener, bagnata a destra dal Mar Baltico e a sinistra dal Mare del Nord che hanno densità, temperature e salinità così diverse da rendere impossibile il mescolamento. La “barriera idraulica”, così viene definito questo singolare evento, si verifica anche in Nuova Zelanda dove si incontrano il mar di Tasmania e l’Oceano Pacifico creando due correnti contrarie e moti ondosi sulla superficie dell’acqua.
In Grecia il “Bacio dei due mari”, luogo in cui le due aree acquatiche del Mar Egeo e del Mediterraneo si fondono, si trova a Prassonissi all’estremità meridionale dell’isola di Rodi. Anche lì il fenomeno è provocato, come a Santa Maria di Leuca, dalla diversa salinità, e di conseguenza densità, dell’acqua.

Il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae
Santa Maria di Leuca è anche la punta del Tacco d’Italia e in passato si credeva che fosse uno degli ultimi confini della Terra e infatti Santa Maria de Finibus Terrae è chiamato il Santuario sorto dove una volta c’era il tempio dedicato alla Dea Minerva, dopo il passaggio come dice la leggenda, di San Pietro in persona. Di fronte si staglia il Faro, maestoso e candido punto di riferimento essenziale per i naviganti.
La Fontana Monumentale
Dal promontorio su cui si erge il santuario scende la scenografica cascata di acqua salmastra che arriva fino al mare, protagonista della Fontana Monumentale simbolo del compimento dell’Acquedotto Pugliese che condusse fino a Leuca l’acqua del fiume Sele. Lo stile monumentale della Fontana fu frutto di una precisa scelta di Benito Mussolini per festeggiare la conclusione della difficile opera: l’acqua scende da un dislivello di circa 120 metri con una portata di quasi 1000 litri al secondo e ai lati della cascata furono costruite due rampe di scale che conducono alla terrazza semicircolare dalla quale si ammira un panorama mozzafiato sulla costa pugliese, da non perdere soprattutto al tramonto.
Le grotte
Una costa che vi consigliamo di ammirare anche dal mare da dove molto suggestiva è la visita alle grotte che la sforacchiano, da quella “del diavolo”, così chiamata perché la tradizione popolare attribuiva al maligno i possenti rimbombi udibili dal suo interno, a quelle “di ponente” o “di levante”, cavità rocciose che sfoggiano una impressionante varietà cromatica dell’acqua.
Le Ville Eclettiche e le bagnarole
Per poi approdare nel borgo impreziosito dalle numerose e splendide Ville Eclettiche del XIX secolo affacciate sul lungomare. Una volta queste ville avevano delle pertinenze direttamente sul mare chiamate “bagnarole” che avevano il compito di nascondere alla vista il bagno in mare delle nobili signore. Generalmente la bagnarola riproduceva lo stile architettonico e i colori anche vivaci della villa di appartenenza, si sviluppava su due piani e poteva avere forma tondeggiante, squadrata e anche ottagonale. Le signore si spogliavano al primo piano e poi si bagnavano nel piano sottostante in una vasca scavata tra gli scogli.

Oggi ne sono rimaste solo tre: quella della villa Meridiana, quella della Villa Fuortes e una terza costruita sulla scogliera nelle vicinanze del pontile.
La foto di copertina è di Lucilla Cuman.