Quando si pensa al Salento, andando oltre la classica definizione “lu mare, lu sole e lu ventu”, la mente va immediatamente a visualizzare le volute ardite di portali e balconi, le colonne tortili di altari e facciate, i ricchissimi decori intagliati nella “pietra gentile”, roccia calcarea dalla consistenza tenera, malleabile e facilmente lavorabile con lo scalpello, di quello che viene definito lo stile per eccellenza del territorio: il Barocco.

Dal Barocco al Liberty

Ma a Lecce e in tutta la penisola salentina è facile imbattersi in un altro stile, che spesso provoca un senso di straniamento dato che si rifà a diversi modelli di riferimento, che vengono ripresi da quella produzione architettonica che si diffonde in Europa tra fine ‘800 e i primi del ‘900: il Liberty, noto anche come Art Nouveau o Stile Floreale.

Anche quello salentino è caratterizzato essenzialmente da motivi floreali e moreschi che s’intrecciano a modelli medievali, rinascimentali e neoclassici. Che trovano la loro più piena espressione soprattutto nei villini, destinati a dimora stagionale e utilizzati nelle località marine, rendendole esotiche e stravaganti, quasi ci si trovasse di colpo catapultati a Instanbul e nella sua malia da “Mille e una notte”.

Leuca

Se la maggior parte di queste architetture si trova in luoghi di villeggiatura quali Santa Maria di Leuca, Santa Cesarea Terme e a Nardò in località “Cenate“, alcuni esempi sono presenti anche a Lecce e in borghi come Galatone.

Galatone

Proprio attraversando questa cittadina, a metà degli anni ’60 del secolo scorso, il celebre storico dell’arte Mario Praz venne colpito da queste ville di gusto esotico e insolito e in un suo articolo su “Il Tempo” scrisse che aveva avuto la sensazione di trovarsi nei dintorni di Copacabana.

I più interessanti a Lecce sono su Viale Lo Re, a ridosso del vecchio tracciato murario, in prossimità di Porta San Biagio. Qui l’attenzione è subito catturata dalle linee moresche e il rigoglioso giardino di Villa Martini oggi Bray che un tempo era ancora più esteso e ospitava due rampe, una per la salita e l’altra per la discesa delle carrozze, oggi scomparse.

Di Santa Maria di Leuca e delle sue ville ottocentesche dallo stile Liberty vi abbiamo già parlato. Ma ricordiamo qualcuna di quelle meglio conservate tra le 36 realizzate tra il 1874 e il 1882 dall’ing. Giuseppe Ruggeri, dall’ing. Rossi e dall’architetto Arditi, tutte con stile diverso tra loro: dallo stile francese a quello toscano, dal gotico allo ionico, dal cinese al pompeiano.

Leuca

Tra queste Villa Ruggeri, che prendeva il nome dallo stesso ingegnere che l’ha realizzata, ma che oggi tutti conoscono come Villa Meridiana, per via proprio dell’orologio solare sulla facciata, Villa Mellacqua dallo stile neogotico, Villa San Giovanni dallo stile egizio e Villa Episcopo dallo stile cinese.

Villa Raffaella

Esempi molto belli anche a Santa Cesarea Terme dove Villa Raffaella, costruita nella seconda metà dell’Ottocento su commissione della baronessa Raffaella della famiglia Lubelli, segue un perfetto stile eclettico. Come dimenticare le notti trascorse come ospiti in questa meravigliosa villa di fronte al mare di Santa Cesarea?

A poca distanza Villa Sticchi, edificata da Pasquale Ruggieri per volontà di Giovanni Pasca, primo concessionario dello sfruttamento termale di Santa Cesarea, che costituisce una delle più importanti espressioni dello stile moresco.

Cenate

Anche della zona di Cenate a Nardò vi abbiamo parlato. Ognuna delle maestose ville dagli svariati stili Liberty avrebbe qualcosa da raccontare: la storia trasuda da ogni muro. Citiamo Villa De Benedittis, dallo stile moresco e costruita nel 1920 su progetto dall’architetto Generoso De Maglie e su commissione del barone Egidio Personè, che i soldati alleati elessero come loro quartier generale durante la seconda guerra mondiale e Villa De Michele o Saetta, con motivi orientali, arco moresco, fregi e colonnine, costruita nel 1892 su progetto dell’architetto Ardito di Presicce, che durante la seconda guerra mondiale fu requisita dai soldati alleati per far rifugiare gli ebrei sfuggiti allo sterminio nazista, e ancora Villa Del Prete, progettata dagli architetti Mashicesky e Barlinger, che sempre durante la seconda guerra mondiale fu adibita prima a ospedale e poi ad asilo per gli ebrei, Villa Giulio o Zuccaro che fu occupata da slavi e polacchi perseguitati e, per finire, la Villa del Vescovo, dallo stile neoclassico, residenza estiva del vescovo Monsignor Petruccelli tra il 1755 e il 1838.

Santa Cesarea Terme

Con questo articolo abbiamo voluto proporre un viaggio nel viaggio alla ricerca di tracce del passato ma anche di un lato un po’ meno conosciuto di quel magnifico territorio che è il Salento, punta estrema del tacco d’Italia.

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