La valle dipinta del Melandro si trova in Basilicata, in provincia di Potenza, e prende il nome dal fiume che l’attraversa. Ma perché dipinta? Con oltre 400 murales sui muri dei tre comuni che ne fanno parte, Satriano di Lucania, Sant’Angelo Le Fratte e Savoia di Lucania, quella del Melandro è la “Valle più dipinta d’Italia”.
La Valle più dipinta d’Italia
Il progetto è nato nel 1988 per iniziativa dell’artista Luciano La Torre, presidente dell’Associazione artistica culturale “Arte per la Valle” che, assieme ad altri artisti locali, ha iniziato a dipingere murales sulle facciate delle case e degli edifici di Satriano di Lucania. Negli anni successivi il progetto ha coinvolto anche Sant’Angelo Le Fratte e Savoia di Lucania.
Questi murales raccontano la storia, le tradizioni, la religiosità e leggende della cultura popolare del territorio della valle. E ogni anno questo patrimonio artistico si arricchisce con nuove realizzazioni che richiamano nella valle dipinta turisti da tutta Europa.
Il viaggio alla scoperta della Valle più dipinta d’Italia non può che cominciare a Satriano di Lucania, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, dove tutto ha avuto inizio. Qui c’è il maggior numero delle opere murali e i dipinti di grandi dimensioni che arricchiscono le pareti delle abitazioni del borgo hanno per tema il culto dei santi, i colori della valle, gli antichi mestieri, la biodiversità e l’archeologia fino alla leggenda del Moccio di Abbamonte e alle scene della vita di Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa, il famoso pittore che nacque e visse qui tra la fine del 1500 e la metà del 1600.
Tra i più noti c’è il murale dedicato alla figura per metà uomo e per metà albero del Rumit, che vaga per le strade del paese bussando alle porte e lasciando un buon auspicio in cambio di un dono che assieme all’Orso e la Quaresima, rappresentano i tre personaggi principali del famoso Carnevale di Satriano. Unico nel suo genere questo Carnevale ecologista si svolge all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano e si connota per l’evento della “Foresta cha cammina” formata da 131 Rumit, tanti quanti sono i comuni della Basilicata.
Da non perdere l’affaccio dalle terazze del borgo panoramica dalle quali lo sguardo si perde sulle campagne circostanti e sulla Torre di Satriano, una torre normanna edificata nel XII secolo ultimo simbolo dell’antica Satrianum distrutta nel 330 a.C. da Alessandro il Molosso, zio di Alessandro Magno e poi conquistata dai Romani. Venne abbandonata nel XV secolo, durante il regno di Giovanna II di Napoli detta Giovanna la Pazza, e gli abitanti andarono a popolare i paesi vicini di Tito e Pietrafesa, che poi assunse il nome di Satriano.
Secondo la leggenda, la regina aveva ordinato di distruggere la città, perchè un nobile baronetto satrianese di cui si era innamorata, non solo non la ricambiava ma si invaghì della sua bellissima dama di compagnia.
Altro borgo della valle dipinta impreziosito dai murales è Sant’Angelo Le Fratte che sorge ai piedi del Monte Carpineto ed è conosciuto anche come il Paese delle Cantine. Ce ne sono oltre 100 e sono scavate direttamente nella roccia della montagna che lo sovrasta. Tuttora le cantine vengono utilizzate per la conservazione di vini, formaggi e deliziosi prodotti tipici locali. Qui le opere sui muri raccontano del legame di questi luoghi con la figura del vescovo Juan Caramuel, in missione apostolica nel paese dal 1657 al 1672.
Ultima tappa in questo viaggio alla ricerca dei colori della valle dipinta è Savoia di Lucania, l’antica Salvia. I suoi murales raccontano la storia di San Rocco, patrono del borgo, e quella del cuoco anarchico Passannante, l’attentatore di Umberto I che vide qui i natali e che fu la causa del cambio del nome della cittadina da Salvia a Savoia. Successe infatti che il 17 novembre 1878 Passannante aggredì il re ferendolo a un braccio e i Savoia per rimediare all’onta decisero che il paese di cui era originario non avrebbe più dovuto chiamarsi Salvia, come era stato fino ad allora, ma Savoia di Lucania.
Per visitare la valle dipinta del Melandro preparatevi a un tuffo tra i colori e la storia di questi luoghi che vi avvolgeranno durante le passeggiate tra i muri variopinti delle case di questi borghi abbracciati da una natura esuberante e ancora intatta. Non perdete un giro nel Bosco Luceto intorno al borgo dove scorre il torrente Tuorno, uno degli affluenti del fiume Melandro, che dà origine a ben dieci cascate che saltellano tra secolari cerri, sorgenti di acqua minerale, una sorgente sulfurea, laghetti e un vecchio mulino ad acqua immerso nel verde.