La Compagnia del Melograno è l’ultimo libro, in ordine di tempo, scritto dall’amico Piero Fabris. Definirlo semplicemente romanzo non rende l’idea in quanto la trama gioca tra storia e thriller. Le avventure si dipanano tra Bari, Venezia e Parigi intorno a tre personaggi principali e soprattutto alla figura del poeta e letterato armeno Hrand Nazariantz che, esule dalle persecuzioni precedenti al Genocidio del 1915, si stabilì in Puglia tra Bari, Conversano e Casamassima creando sinergie e occasioni di interesse culturale internazionale.
Quando una storia è anche un po’ tua
Fabris è sempre stato interessato alle vicende legate alla causa armena e a Nazariantz, ma questo è il primo libro che dedica al poeta e che si colloca nella sua ricca e poliedrica produzione di volumi tra cui Un seme di sole che divenne fiore di pietra, La Rosa dei Venti e il segreto del Monte Rosso, Voglio togliere l’acqua del mare, La scogliera dei sogni e Novelle in granuli di sale. Sulle orme dei padri smarriti.
Molto originale il suo modo di raccontare a ritroso la storia di Hrand Nazariantz attraverso le ricerche che La Compagnia del Melograno effettua per ritrovare le carte del poeta Cosmogonico, unico barese ad essere stato candidato al Premio Nobel per la Letteratura, che tanto amò e animò le città in cui visse, portando ovunque innovazione e modernità umana e intellettuale.
Lo fece anche a Conversano dove i giovani che all’epoca avevano costituito l’Università Popolare gli assegnarono la carica di Presidente onorario della stessa.
Per questo la presentazione del romanzo La Compagnia del Melograno, avvenuta lo scorso 3 settembre a Conversano nella chiesa di Santa Chiara, ha assunto un valore diverso e profondo rispetto alle altre che Piero Fabris ha tenuto finora in giro per la Puglia.
Organizzata dal CENTRO RICERCHE DI STORIA ED ARTE CONVERSANO – “Archivio storico Hrand Nazariantz” insieme al CENTRO STUDI “HRAND NAZARIANTZ” di Bari, all’Associazione CONLORO e alla PRO LOCO CONVERSANO, la presentazione a cura del giornalista Manlio Triggiani si è focalizzata non solo sul libro e sulla trama alla ricerca di una possibile definizione del poeta armeno, personalità dalle mille sfaccettature come è anche emerso durante la serata, ma ha voluto anche essere un omaggio a Giulio Gigante che insieme ai ragazzi dell’Università Popolare di Conversano diedero una seconda giovinezza all’anziano Hrand ormai solo, malato e povero alla fine degli anni ’50.
L’incontro, moderato da Matteo Lorusso, ha visto la partecipazione dell’autore Piero Fabris, del Presidente del Centro Studi “Hrand Nazariantz” di Bari Carlo Coppola, del Presidente dell’Associazione ConLoro Ciccio Magistà e della sottoscritta. In un ambiente ricercato e raccolto come la chiesa di Santa Chiara molto emozionante è stato vedere la partecipazione di tanta gente che pur di ascoltare la presentazione del libro e gli interventi di tutti è rimasta in piedi e perfino affacciata sulla soglia del grande portone.
E per me è stato ancor più appagante perché – come ho avuto modo di sottolineare – non solo ho potuto parlare di un pezzo di vita anche mio, studentessa universitaria che a Milano preparava la sua tesi in Storia Contemporanea per la laurea in Scienze Politiche portando avanti ricerche sul poeta, ma ho anche ringraziato l’amico Piero che con questo suo libro mi ha lusingato due volte. La prima quando mi ha comunicato che per la protagonista femminile Sophie si era ispirato a me e per il marito Niko a Michele; la seconda perché mi ha fatto leggere il manoscritto in anteprima permettendomi di dare suggerimenti e opinioni che sono stati puntualmente accolti.
Senza svelare nulla della trama di La Compagnia del Melograno tanta è la distanza tra i tre protagonisti del libro e coloro che li hanno ispirati, ma sono certa che anche per Carlo Coppola/Biagio e Antonio Gelormini/Gregorio sia stato divertente come per me Rosalia /Sophie ritrovarsi e allo stesso tempo discostarsi dai personaggi creati da Piero Fabris.
Interessanti durante la serata sono stati gli interventi di Gianni Giampietro e Leonardo Grasso che hanno ricordato la loro ricerca di materiale audio e video sul poeta armeno che tra le sue tante attività si occupò anche di trasmissioni per la famosa Radio Bari. Se la prima non ha dato frutti, sono state invece rinvenute immagini negli archivi Rai in cui c’è Hrand Nazariantz, ma senza sonoro in quanto all’epoca le tracce audio e video erano separate.
L’argomento mi ha dato modo di fare un cenno al libro corale Fedele d’Amore in cui nel mio apporto intitolato Il suono di una voce ho cercato attraverso i versi e le pagine delle sue opere ma soprattutto le righe delle sue missive più private, di dare a Nazariantz ciò che ancora non è stato trovato, il timbro delle sue parole appunto.
Toccante il ricordo che ognuno ha voluto dedicare al dottor Giulio Gigante fino a quello più affettuoso di tutti: Graziana, presente insieme alla sorella Marta, ha parlato del suo papà facendo sorridere e commuovere allo stesso tempo. E il pensiero è andato anche al mio che proprio con Giulio Gigante mi mise in contatto per poter definire l’argomento della mia tesi di laurea.
Vi invito a leggere questo avvincente racconto in cui si intrecciano le storie personali dei protagonisti con quelle del poeta armeno Nazariantz che, tra realtà e fantasia, vi terranno incollati fino all’ultima pagina.
Piero Fabris
La Compagnia del Melograno
Radici Future
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