In Trentino a Madonna di Campiglio per una settimana in montagna d’estate. Da tempo ci pensavamo per poter sfuggire l’afa e l’umidità che tolgono il respiro e l’occasione ci è stata servita su un piatto d’argento grazie agli scambi casa di HomeExchange. All’inizio di quest’anno ci siamo iscritti a questa piattaforma mettendo a disposizione il nostro appartamento _pianodue e da aprile abbiamo ospitato una coppia formata da mamma e figlia che hanno raggiunto Conversano da Parigi, una coppia di artisti che vive tra Napoli e Calcata e Sabrina e Ugo da Padova. Proprio a Sabrina, che con i suoi quasi 150 scambi è una veterana e un’ambassador di HomeExchange, dobbiamo lo scambio che ci ha portato tra le Dolomiti del Brenta.
Le meravigliose Dolomiti del Brenta

Infatti è stata lei con i suoi consigli e la sua spinta a non mollare anche se le occasioni non si presentano facilmente, a convincerci di continuare a esplorare e a proporci come host nelle località preferite. Tra queste Chalet Fogajard a Madonna di Campiglio nel Parco Naturale Adamello-Brenta, l’area protetta più estesa del Trentino, nonché Patrimonio Unesco.
Cosa è successo poi? Che la mattina Sabrina e Ugo sono andati via e il pomeriggio dello stesso giorno è stato aggiornato il calendario da Paola ed Edoardo, i proprietari dello chalet, che rendevano libera una stanza nel loro agriturismo con trattamento bed and breakfast. Io e Michele ci siamo guardati per un attimo negli occhi e abbiamo deciso in un istante: si parte per il Trentino!
E se ci aspettavamo un’accoglienza calorosa e uno splendido posto, la realtà ha superato le aspettative:
Chalet Fogajard è un luogo degno di essere inserito in una bella favola ambientata tra i boschi dove non ci sono lupi e belle addormentate, ma due gattoni di razza Maine Coon e una meravigliosa vista sulle principali cime delle
Dolomiti del Brenta e le aguzze guglie rocciose chiamate
Sfulmini.

Lo chalet è stato il nostro nido durante la permanenza a
Madonna di Campiglio e il nostro punto di partenza per splendide escursioni nei dintorni. Ogni giorno dopo la ricca e golosa colazione abbiamo affrontato escursioni sempre più impegnative insieme al nostro Otto, godendo di panorami straordinari tra laghi alpini, rocce, cascate e fiumi dalle acque turchesi. Magico adagiarsi sul prato verde tra il cielo azzurro e ai piedi un lago limpido: un amore imprevisto il nostro per queste montagne da noi finora frequentate solo d’inverno quando sono ammantate di candida neve. Montagne circondate da boschi e prati che sono straordinarie d’estate con i laghetti dalle acque limpide verdi e azzurre che contribuiscono a rendere unici i panorami.

Per la prima escursione ci siamo spostati verso il
Lago Nambino. Siamo partiti da località Piano Nambino e seguendo un sentiero abbastanza ripido che costeggia il torrente siamo arrivati al Rifugio che si affaccia sul laghetto glaciale dalle acque molto scure. La scalata ci ha messo fame che è stata pienamente soddisfatta dai piatti a base di trota e salmerino abbinati a un bel bicchiere di birra fresca. Il Nambino fa parte dei cinque laghi dell’omonima escursione da fare almeno una volta nella vita. Noi l’abbiamo rimandata alla prossima volta!
Siamo stati ai
due Laghi di Cornisello che regalano punti panoramici speciali, ma per il maltempo non abbiamo potuto raggiungere il
Lago Nero, uno dei luoghi più famosi del Trentino all’apice della bellissima e selvaggia
Val Nambrone.
Breve e adatto a tutti è il
sentiero Amolacqua, sempre in Val Nambrone, dove l’acqua è l’elemento dominante con la scenografica
cascata di Amola e il torrente Sarca di Nambrone che attraversa boschi di abeti rossi e bianchi formando anse di acque cristalline attraversate da passerelle di legno.
Escursione semplice e in piano quella verso
Malga Ritort, straordinaria terrazza panoramica sulle Dolomiti di Brenta. E ci siamo dedicati anche a piacevoli passeggiate nella grande area pedonale
nel cuore di Madonna di Campiglio tra shopping e giri intorno al laghetto ai bordi del quale sono tanti coloro che si cimentano nel pescare trote.
Madonna di Campiglio è fortemente legata alla figura della
principessa Sissi, imperatrice d’Austria, che la scelse come meta per i suoi soggiorni estivi nel 1889 e nel 1894. Adagiata a 1550 metri nella conca tra il gruppo delle Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell’Adamello e Presanella, fu lanciata turisticamente nella seconda metà dell’800 da Giambattista Righi a cui è dedicata la piazza principale della cittadina. Fu lui che nel 1868 acquistò l’ex monastero di Santa Maria di Campiglio appartenente alla Mensa capitolare di Trento e, al posto del vecchio ospizio, eresse il primo albergo, lo Stabilimento Alpino. A quel tempo per raggiungere Madonna di Campiglio erano necessarie ben tre ore di carrozza, oggi la strada è più agevole e la località rientra fra le stazioni turistiche delle Alpi italiane più amate.
Molti degli impianti della ski-area sono aperti anche d’estate e si possono raggiungere facilmente i poli di Cinque Laghi, Pradalago, Spinale e Grostè. Abbiamo scelto quest’ultimo per guardare dall’alto le montagne intorno raggiungendone la cima insieme al nostro Otto con la telecabina che parte da Campo Carlo Magno. E al Rifugio Stoppani ci siamo fermati per uno spuntino a base di prodotti trentini al 100%.

A sera, durante la cena presso lo
Chalet Fogajard, è stato come assistere a un film sempre diverso con protagonisti le cime del Brenta, dall’
enrosadira che infiamma le rocce al tramonto alla luna piena che gioca a nascondino tra le nuvole.
Con queste meraviglie negli occhi abbiamo rilassato i muscoli nella piccola spa dello Chalet Fogajard dopo le passeggiate e gustato le prelibatezze preparate dallo chef, a partire da pane e focaccia fatti in casa con burro aromatizzato al timo e al pepe rosa e con piatti sempre diversi ma con il comun denominatore di avere gli ingredienti locali come base della riedizione di ricette tradizionali: dagli gnocchi di ricotta e spinaci ai canederli, dall’orzotto con i funghi porcini ai casunsei. Tra i secondi note speciali per cervo e trota, mentre tra i dolci indimenticabili lo strudel alle pere, il tortino al cioccolato e la Pavlova alle fragole.
Immancabili i
Kaiserschmarren, dolce tipico del Trentino Alto-Adige, una specie di frittata cosparsa di zucchero e accompagnata da marmellata di mirtillo rosso, con un’origine particolare che ci ha raccontato Edoardo.
Pare che l’imperatore Francesco Giuseppe, fermandosi in una piccola osteria di campagna ordinasse da mangiare e che il cuoco non avendo cose degne di una tale personalità cominciò a mettere in padella tutto ciò che aveva tra farina, latte e uova. Poi guarnì questa specie di omelette con zucchero e composta di mirtilli rossi e la presentò l’illustre ospite che gradì moltissimo. E da allora questo piatto venne chiamato
la frittata dell’imperatore. Che dire? É piaciuta anche a noi!
Breve parentesi sul vino: per accompagnare questi piatti robusti abbiamo scelto rossi di carattere del territorio ricavati da vitigni autoctoni tra cui il
Groppello di Revò di cui vi parliamo in
#ViaggidiVini.
Per la cena dell’ultima sera a base di pesce di lago abbiamo scelto il
Blanc de Sers, un Metodo Classico dal fine perlage e un sorso setoso prodotto da
Cantine Monfort a Lavis. Ebbene ci è piaciuto così tanto che lo abbiamo ordinato direttamente in cantina per poterlo gustare anche a casa.

Sulla strada del ritorno un altro lago iconico del Trentino, quello di Molveno dove si possono ammirare i ruderi dei Fortini di Napoleone, che in realtà sono fortificazioni difensive fatte erigere dagli Austriaci contro l’avanzata dell’esercito napoleonico. Il lago di Molveno, particolarmente amato da Antonio Fogazzaro, è il più grande lago alpino italiano di origine naturale tra quelli che si trovano a una quota superiore agli 800 metri. Innegabile la sua bellezza: rimane impressa l’immagine incorniciata dalle montagne del Gruppo del Brenta e dalla dorsale del massiccio Paganella-Gazza.

Conclusioni: abbiamo già prenotato il nostro periodo “alpino” per il prossimo anno pensando di raddoppiare e di trascorrere in Trentino due settimane.