Il Portogallo era la meta del 2020. Poi sappiamo tutti com’è andata. Per cui continueremo per ora a sognare di visitare questa terra che abbiamo amato prima ancora di conoscerla attraverso i libri di Pessoa e Tabucchi.
Portogallo e Lisbona in The Passenger
Del resto come si può non innamorarsi del Portogallo leggendo le pagine che Fernando Pessoa ha dedicato al suo Paese e soprattutto a Lisbona? Fu il primo a pensare di elaborare un progetto di una guida turistica di Lisbona che all’epoca non c’era. Ma la capitale del Portogallo è sempre stata la protagonista principale di romanzi e storie e non solo scritti da autori portoghesi.
È il caso del nostro Antonio Tabucchi che ha scritto anche in portoghese. Il suo libro più famoso però rimane “Sostiene Pereira”, in cui racconta Lisbona con così tanto trasporto da far venir voglia di raggiungerla per visitarla e magari fermarsi al Café Orquidea per assaggiare una omelette alle erbe e una limonata in compagnia di Pereira stesso.
A questo punto è doveroso citare José Saramago, non solo per il suo Premio Nobel ma anche perché il grande scrittore portoghese ha scritto “Viaggio in Portogallo”, libro attraverso il quale ha raccontato il suo Paese, villaggio per villaggio, città per città: un testo divenuto una sorta di bibbia per chi parte alla scoperta della terra lusitana.
Aspettando di poter presto organizzare un viaggio a Lisbona e dintorni, ci siamo dedicati alla lettura del volume della collana The Passenger edita da Iperborea.
“Portogallo”, così come tutti gli altri testi appartenenti alla serie, è una guida senza essere una guida o per lo meno non è una guida nella classica accezione del termine.
Infatti la presentazione del Paese è condensata nella scheda in seconda di copertina che contiene tutte le nozioni indispensabili e qualche curiosità. Il Portogallo è la sesta destinazione al mondo preferita dagli expat e ai portoghesi si devono le invenzioni dell’astrolabio e della caravella e, in tempi più recenti, anche del telepass e del bancomat.
Chi di voi lo sapeva?
Interessante anche scoprire il segreto del successo turistico, economico, politico e culturale della terra lusitana negli ultimi tempi. Un “miracolo” iniziato nel 1998 con l’Expo di Lisboa, data che ha segnato il grande cambiamento della capitale portoghese e il suo ingresso nella contemporaneità. Non sono mancati lacrime e sangue: nel 2011 il governo dovette cedere a un umiliante salvataggio internazionale e a un conseguente forte indebitamento, ma gli incentivi per le imprese di qualche anno più tardi hanno portato alla crescita del Pil nonostante permanga ancora oggi un enorme debito pubblico.
Il volume dedicato racconta le tante sfaccettature del Portogallo che ancora fa i conti con il suo grande passato coloniale e il trauma collettivo dovuto all’infranto sogno imperialista. E prova a venirne fuori grazie alla letteratura, al teatro e alla musica di artisti di origini africane e a un turismo “mirato” come quello che porta migliaia di surfisti a cercare la loro big-wave a Nazaré, un villaggio di pescatori tra Lisbona e Coimbra.
Pagina dopo pagina si leggono d’un fiato le vicende di un Paese in piena rinascita che non smette di essere problematico, dove c’è la mafia che gestisce la raccolta della ruditapes philippinarum, nome scientifico della vongola che ha invaso la foce del Tago assorbendone le sostanze tossiche riversate nel passato e depositate sul fondo del fiume, gli incendi che devastano le campagne e la crisi che ha portato molti portoghesi a cercare lavoro in Angola, ex colonia dell’Impero dove bianchi e mulatti si scontrano con un clima di diffidenza in un complesso rapporto di odio-amore con la popolazione locale che riflette le cicatrici del passato. E si sorride grazie alla penna ironica di António Lobo Antunes che racconta in maniera tragicomica la sua Lisbona e i luoghi comuni della società portoghese.
Ma ci sono anche altri aspetti, quasi rivoluzionari: nel 2001 il Portogallo ha decriminalizzato tutte le sostanze illecite e da allora il numero di overdose, infezioni da Hiv e reati legati alla droga è diminuito drasticamente. Un esperimento condiviso con la Svizzera, unico altro paese al mondo che ha voluto decriminalizzare tutte le droghe, che a distanza di tempo funziona ancora ma non è mai stato imitato da altri stati. E poi, alla fine, ci lascia scoprire posti remoti e inaspettati, nell’estremo Nord del Paese, nella regione di Barroso, popolata da pastori e da una natura quasi incontaminata.
Ci sentiamo pronti ad affrontare il viaggio per mettere a fuoco con i nostri occhi ciò che abbiamo letto e che ha nutrito la nostra fantasia ma soprattutto la nostra voglia di scoprire a fondo il Portogallo e i suoi luoghi al confine del continente Europa, affacciato sull’oceano Atlantico sempre in bilico tra il passato coloniale e il presente, meno pomposo ma pieno di luce, quella unica e inimitabile di Lisbona che “accende letteralmente i colori della città vecchia, la pietra bianca di cui è fatta la Baixa, il giallo ocra degli edifici di Praca do Comércio, l’azzurro degli azulejos, le case multicolori dell’Alfama, del Bairro Alto, di Cais do Sodré”.
A presto Lisbona! Intanto cominciamo a segnarci tutto quello che vorremo gustare seduti a un tavolino in una piccola osteria. E già ci viene l’acquolina in bocca a pensare al baccalà, alle sardine grigliate, alle zuppe, al bitoque, all’alheira, per finire in dolcezza con le Pasteis de Nata.
The Passenger Portogallo
Iperborea
€ 19,50