Il turismo ferroviario in Puglia: questo l’argomento del convegno tenutosi a Lecce venerdì 3 febbraio al Teatrino dell’ex convitto Palmieri. Partiamo dal luogo, uno spazio da poco restituito alla città dopo un lungo restauro che ha interessato non solo la sede della Biblioteca Bernardini e il Teatrino ora adibito a sala convegni, ma anche il più grande spazio verde pubblico nel centro storico.
I treni storici al servizio del turismo
L’incontro, moderato da Luigi Mighali Vicepresidente AISAF, ha visto susseguirsi, tra gli affreschi del XIV secolo, gli interventi del Direttore Turismo Regione Puglia Aldo Patruno, del Manager Culturale e Guida Turistica Elvino Politi, del Consigliere Regionale Antonio Gabellone, del Presidente Ferrovie del Sud Est Venerando Monello, del Direttore Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa e dell’Assessore al Turismo Gianfranco Lopane. Tutti d’accordo sul fatto che il turismo ferroviario consente di scoprire la bellezza di territori italiani meno conosciuti favorendo il loro rilancio.
Ed è proprio per questo che la salvaguardia e la valorizzazione delle ferrovie turistiche e delle tratte ferroviarie storiche dismesse o sospese rientra nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) come ha sottolineato Aldo Patruno parlando delle tendenze del turismo in Puglia. Far leva sul turismo ferroviario in Puglia infatti metterebbe in contatto e in rete i 3 obiettivi principali di cui si parlerà alla Bit di Milano. Quali sono? Gli stessi adottati dal Ministero del Turismo a livello nazionale per incrementare il livello di attrattività del sistema culturale e turistico di tutto il Paese. Innanzitutto i borghi, mete ancora poco avvezze al grande turismo che sono raggiungibili attraverso i treni storici come quello della Transiberiana d’Italia che attraversa i boschi del Parco Nazionale della Majella e gli altipiani d’Abruzzo. Le architetture e i paesaggi rurali che spesso rappresentano gli scenari del turismo ferroviario che consente di scoprire la bellezza di territori meno conosciuti e favorire il loro rilancio. A supporto dei precedenti punti si pone la digitalizzazione degli archivi, in modo tale da creare un ponte tra memoria e identità.
Secondo Patruno è necessario procedere per il turismo ferroviario così come si è fatto per i Cammini e gli itinerari culturali per i quali esiste un progetto con la Campania, puntando sulle importanti arterie storiche quali la Via Francigena del Sud e la Via Appia recentemente candidata a Patrimonio UNESCO.
Un problema è il mancato collegamento ferroviario tra Bari e Napoli ed è dunque indispensabile che venga realizzato attraverso ciò che viene definito ITI, investimento territoriale integrato che è già realtà in altri settori come quello nautico. È stato questo il fulcro dell’intervento di Elvino Politi che ha catturato la platea facendola idealmente viaggiare su quella macchina spazio/tempo che il treno rappresenta.
Più tecnico il contributo del consigliere regionale Gabellone sulle infrastrutture dei trasporti in Salento a servizio del turismo che non dovrebbe concentrarsi solo sul periodo estivo ma avrebbe bisogno di una decisa destagionalizzazione. Qui parliamo per esperienza diretta: in molti si rivolgono a noi, perché il treno è un mezzo pefriendly in cui si può viaggiare in compagnia dei propri animali domestici, per avere informazioni su come raggiungere le località sulla costa con servizi integrati treno-autobus anche oltre la stagione più calda, ma siamo spesso in difficoltà nel fornire queste indicazioni perché diventa esiguo il numero dei borghi in rete attraverso la ferrovia.
Grazie ai treni storici si potrebbero scoprire nuovi e diversi itinerari paesaggistici e culturali e si potrebbe investire in un turismo sostenibile, dunque il loro ripristino in Salento e in Valle d’Itria potrebbe rappresentare anche il futuro delle tratte gestite dalle Ferrovie del Sud Est. Ma – ha evidenziato il Presidente Venerando Monello – queste iniziative non dovranno più essere portate avanti a spot, bensì sarà opportuno valutarle secondo il principio che l’unione fa la forza rivolgendo una precisa richiesta di consistenti finanziamenti per valorizzare il recupero di linee ferroviarie, ex caselli e stazioni, al Direttore Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa. Coinvolgente il suo intervento in cui ha ricordato le stazioni di Otranto e di Nardò impresse nella sua memoria di bambino che trascorreva le sue vacanze in Puglia partendo dalla natia Milano. E in cui ha denunciato il vincolo tecnico di una burocrazia oppressiva che non consente di estendere un turismo sostenibile, quello a bordo treno, le cui regole vanno riscritte. Concludendo con un appello all’Assessore Lopane, quello di ripristinare in Puglia i treni notturni a lunga percorrenza.
Perché se è vero che l’internazionalizzazione del turismo nella nostra regione si deve per la maggior parte al trasporto aereo, è anche vero che i viaggi in treno attraggono molto il turista straniero, amante della natura e appassionato del mondo ferroviario. Perché i treni storici percorrono territori immersi nel verde in un viaggio lento che consente di godere delle molte meraviglie del Belpaese e di rispettarne l’identità. Inoltre Cantamessa è stato l’unico a sottolineare quanto il turismo ferroviario sia sostenibile in quanto il treno è il mezzo di trasporto più ecologico.
L’Assessore Lopane, se da un lato ha esaltato i numeri raggiunti dal turismo internazionale in Puglia nel 2022 con il superamento di quelli del 2019, non ha mancato di sottolineare le criticità che bisogna affrontare per migliorare i risultati nei prossimi anni: prezzi, ultimamente soggetti ad aumenti fuori controllo; trasporti e rispetto dell’ambiente con i rifiuti abbandonati nelle campagne a sporcare l’immagine della nostra regione. Un lavoro preventivo che dovrà coinvolgere tutti i pugliesi mirando a un cambiamento di mentalità e di comportamenti che Lopane ha definito una sfida della modernità.
Per i tempi lunghi degli interventi, purtroppo poco ne è rimasto all’autore Pietro Marra, accanito e appassionato fotografo di tratte ferroviarie in tutta Europa, per illustrare il suo libro “Le ferrovie ofantine” con cui ha fatto viaggiare tutti tra varie e interessanti scoperte.
Tra queste una a noi nota, quella del Ponte dei 21 archi sulla linea in corso di recupero tra Rocchetta Sant’antonio e Gioia del Colle, mentre è già percorribile quella che da Rocchetta conduce ad Avellino tra paesaggi selvaggi e mozzafiato.
E poi le meraviglie all’estero, tra le ferrovie svizzere e quella di Palma de Majorca, divenute un’attrazione irresistibile tanto da essere sempre affollatissime in ogni stagione: da prendere come esempio!
Le nostre conclusioni. Si è parlato molto di servizi culturali ma il turismo in Puglia ha bisogno soprattutto di infrastrutture. Si sono nominati gli operatori del settore ma a un tavolo di lavoro dovrebbe accomodarsi pure chi lavora nella comunicazione per poter dire la sua e divulgare l’offerta turistica. Sarà il prossimo?