Parlare di Giappone per chi non c’è mai stato è impresa molto ardua. Ma anche per chi ha visitato il Paese del Sol Levante non è semplice raccontare un mondo difficile da capire per un occidentale, vuoi per le sue regole e la sua lingua, vuoi per tradizioni molto lontane dal nostro modo di vedere.
Il Giappone edito da Iperborea
Concetti ben sintetizzati dal film “Lost in translation” diretto da Sophia Coppola: c’è sempre qualcosa che va perso nella traduzione di una lingua che oltre alle parole si basa sui segni e sui movimenti di naso, bocca e mani. Per non parlare degli stereotipi costruiti intorno a questo paese sempre in bilico, nell’immaginario comune, tra templi, giardini silenziosi, ikebana e kimono da un lato e le luci psichedeliche del quartiere Shibuya di Tokyo, grattacieli, aziende modernissime e treni Shinkansen che spaccano il secondo dall’altro.
Come approcciarsi allora a questo mondo di estremi e opposizioni per comprenderlo più a fondo?
Un modo interessante è farlo attraverso la lettura di “Giappone” della collana The Passenger di Iperborea che non pretende di “risolvere il mistero” ma aiuta a sfatare falsi miti sulla realtà nipponica, come quelli sulla presunta freddezza dei giapponesi e sui loro proverbiali comportamenti riguardo ordine e cortesia. La stesura del libro può essere paragonata alla composizione di un grande puzzle in cui si cimentano giapponesi doc e “Gaijin”, cioè estranei, come vengono definiti in modo poco lusinghiero gli stranieri.
Ma alla fine ci si rende conto che per completarlo, e quindi comprendere appieno questo Paese orgoglioso della sua identità e da sempre timoroso delle contaminazioni occidentali, manca sempre un pezzo…
Arduo per noi capire il fenomeno degli evaporati, causato dalla grave crisi economica che ha colpito il Paese del Sol Levante negli anni ’90. Si tratta di migliaia di giapponesi che oggi vivono come fantasmi per sfuggire ai debiti contratti scomparendo all’improvviso per rifarsi una vita altrove. E spesso non è necessario nemmeno spostarsi. Molti continuano a vivere a “Tokyo, la città più grande nella storia del mondo” che “solo 400 anni fa era un villaggio di pescatori, ma adesso conta 37 milioni di abitanti, un assembramento umano così vasto che non si può dire finisca realmente, solo che sfumi indistintamente ai suoi margini”. E proprio in questi margini sfumati, di una città che è comunque pulita, sicura e tranquilla, vivono questi uomini e donne senza passato.
Di Tokyo e di Shimokitazawa, il quartiere in cui ha abitato per anni, parla la scrittrice Banana Yoshimoto. Ma vale la pena conoscere altri quartieri della città, da Akihabara, imperdibile per gli appassionati dei fumetti manga ad Asakusa, che riporta nella Tokyo di inizio secolo, tra templi buddisti e santuari shintoisti, a Shinjuku, con grattacieli, neon ovunque, centri commerciali e ovviamente milioni di persone.
Tra i simboli di questa terra gli onsen, nati come luoghi di purificazione dalle forti connotazioni religiose, e oggi stazioni termali sparse in tutto l’arcipelago, ma anche i lottatori di sumo, una disciplina millenaria intrisa di rituali e gerarchie.
Una delle figure più singolari dell’attuale storia giapponese è il reverendo Kaneda, sommo sacerdote di un tempio zen della città di Kurihara, al limite della zona colpita dal violento tsunami dell’11 marzo 2011, il più grande disastro dai tempi del bombardamento di Nagasaki del ’45. Questo episodio ha rinvigorito la vera religione del Giappone, il culto degli antenati, in quanto la distruzione degli altari domestici e di cimiteri, ma soprattutto degli ihai, le tavolette commemorative, ha causato il fenomeno degli “spiriti affamati” che vagano seminando guai e sventure. Di tali fantasmi dello tsunami, di cui i superstiti segnalano apparizioni ma anche inquietanti possessioni, si occupa il reverendo fornendo la sua assistenza spirituale.
Non si può capire la società giapponese senza raccontare le sue donne. La parità di genere in terra nipponica è ancora un miraggio, in quanto l’intera società è rimasta incastrata tra conservatorismo e patriarcato. Ancora oggi alle bambine viene insegnato a essere moderate e silenziose, ma le nuove generazioni vogliono fare carriera e si scontrano sempre più spesso con uomini cresciuti da madri tradizionali. Il risultato? Il prosciugamento dei desideri, l’incapacità di emozionarsi e un preoccupante aumento dei casi di depressione.
Poi ci sono le “sorprese”! La prima: il più grande sumotori al mondo non è giapponese ma originario di Ulan Bator in Mongolia. La seconda: i giapponesi vanno pazzi per il blues, genere musicale prettamente afroamericano. Perché? Scopritelo leggendo il testo edito da Iperborea corredato dalle bellissime immagini di Laura Liverani, fotografa documentarista e docente universitaria che vive tra l’Italia e Tokyo.
Non mancano i consigli d’autore riguardo libri, film e dischi per cercare di capire più a fondo la cultura di questa terra, ma anche per lasciarsi ispirare magari prima di affrontare un viaggio in Giappone. E questo è il nostro sogno!
Chiudiamo con le curiosità, ma tanto altro ci sarebbe da dire. Lo sapete che una delle manie nazionali riguarda i gruppi sanguigni? Se nel mondo occidentale una delle frasi più usate per rompere il ghiaccio è “Di che segno sei?”, in Giappone una domanda frequente è “Qual è il tuo gruppo sanguigno?”. Perché è convinzione diffusa che il gruppo sanguigno influisca sulla personalità. E, per finire, conoscete il woshuretto? In un paese in cui è tutto miniaturizzato gli spazi sono importanti e questa invenzione svizzera ha cambiato radicalmente l’esistenza di milioni di giapponesi. Di che si tratta? Vi diamo un indizio con le parole dell’autore del testo: fa tutto tranne il caffè…
The Passenger Giappone
Iperborea
€ 19,50
Ma mi lasci così? Nooooo, non è giusto! Devo assolutamente scoprire di che si tratta. Vado a comprare The Passenger!
Questo era il nostro scopo! 😉 A parte gli scherzi il libro è ricco di curiosità e di nozioni e va sicuramente letto. soprattutto se si sta programmando un viaggio nel Paese del Sol Levante.