Cina, un viaggio di scoperta – seconda parte

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Cina: non solo scoperta, ma anche sorpresa. Quella più grande è stata la straordinaria compresenza di tradizioni arcaiche e sconcertante modernità tra matrimoni combinati dai genitori e treni e ascensori super veloci. La capacità del popolo cinese di convivere tra passato e futuro emerge soprattutto a Pechino dove in strada o tra le mura della Città Proibita passeggiano, lasciando frusciare i loro abiti impreziositi da ricami e disegni, eteree ragazze abbigliate come le concubine imperiali dal viso di porcellana, truccato sapientemente, i capelli nerissimi raccolti ad arte e ornati da cordoncini, pettinini e bijou. Tanto che sembra di essere al cospetto di una nuova edizione del celebre film “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci, il primo a ottenere il permesso di girare all’interno del complesso imperiale. 

Cina, tra tradizioni e futuro

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Ma ciò che più impressiona è che nonostante il processo di cancellazione operato dalle Guardie Rosse nel decennio di rivoluzione culturale imposto da Mao Tse Tung tra il 1966 e il 1976, sia stato un altro fenomeno nato dal basso a riportare in auge la storia più antica della Cina e delle dinastie imperiali: quello delle serie tv in costume ispirate agli intrighi di corte. Sull’onda del successo di queste serie è nata la moda di vestirsi come novelli imperatori, imperatrici e concubine e di farsi video e selfie con gli sfondi più iconici per postarli sulle piattaforme social cinesi. Facendo proliferare anche i negozi che offrono noleggio di abiti e make up ad hoc. 

Nelle altre province, soprattutto in quelle del sud dove numerosa è la presenza di minoranze etniche, è frequente incontrare donne che indossano i costumi tradizionali. Bellissimi quelli da cerimonia dell’etnia Miao, ricchi di ricami e con copricapi, collane, pettorali, orecchini e cinture in argento, che garantisce la protezione dagli spiriti maligni, ma anche simbolo di ricchezza e fortuna.

Tornando al nostro tour, un velocissimo treno che raggiunge i 350 km orari ci ha condotti a Xi’an, antica capitale imperiale. Nel distretto di Lintong si trova il celebre Esercito di Terracotta dell’imperatore Qin, tra i più importanti tesori archeologici del modo orientale. Scoperto casualmente nel 1974 da un contadino  durante lo scavo di un pozzo si presentava dipinto di vivaci colori che il contatto con l’aria ha sbiadito. Per cui oggi anche se si è a conoscenza che oltre agli 8000 guerrieri a grandezza naturale, 100 carri, armi e cavalli c’è ancora altro da scavare e portare alla luce, il governo cinese non avvierà ulteriori campagne di scavo fino a quando non saranno trovati metodi per preservarne la delicata pigmentazione. 

Durante la visita al sito abbiamo ascoltato il consiglio della nostra guida Lulù: “non siate educati!”. Solo così siamo riusciti a farci largo nell’immensa folla sgomitante di pubblico cinese e internazionale affacciato sulla fossa in cui si ergono a grandezza naturale i guerrieri del primo imperatore della Cina. Più semplice ammirare le ultime scoperte, risalenti al 2019, ospitate in teche in un padiglione a parte. Da vicino è facile notare come i guerrieri hanno tratti somatici diversi, ma anche acconciature, abbigliamento e armature che cambiano in base al rango e al ruolo. Ed è probabilmente alle suole delle loro calzature che si è ispirato Tod’s per realizzare le sue a pallini…

Xi’an non è solo la città dell’Esercito di Terracotta, ma anche una delle più antiche della Cina e la tappa più a Oriente della Via della Seta, lungo la quale si snodavano i commerci tra l’impero cinese e quello romano. 
All’interno delle sue mura si erge la Pagoda dell’Oca Selvatica, antico edificio buddhista simbolo della città. La pagoda fu eretta per custodire i 1300 testi sacri che il monaco Xuan Zang portò dall’India. Affascinante l’antico Quartiere Musulmano in cui abbiamo visitato la Moschea di Huajue Lane in cui ancora oggi una parte è dedicata al culto e si può osservare solo dall’esterno in quanto l’entrata è riservata ai musulmani in preghiera.

Nonostante la pioggia abbiamo passeggiato per il centro di Xi’an rimanendo affascinati dallo street food locale, diverso da quello che si trova in altre città della Cina e fortemente influenzato dalle culture che qui si sono intrecciate lungo la Via della Seta.

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Ancora un treno veloce e poi un’imbarcazione ci hanno portati nella regione Sichuan sul fiume Minjiang al cospetto del Grande Buddha di Leshan, dichiarato patrimonio mondiale UNESCO e scolpito nella roccia durante la dinastia Tang per ridurre la pericolosità delle correnti dei fiumi che convergono in quel punto. 

L’acqua è protagonista anche nel piccolo borgo di Huanglongxi, antica città con oltre 2100 anni di storia, dove scorre in canali che fiancheggiano strade lastricate e tradizionali case in legno con tetti blu in cui d’estate i bambini giocano a schizzarsi l’un l’altro.

Il capoluogo del Sichuan è Chengdu, famosa per essere la sede del Giant Panda Base, ma anche per essere la “Città dei Broccati” e del piccante. La cucina di questa provincia sud-occidentale della Cina è nota per essere particolarmente saporita e per i piatti ricchi di peperoncino piccante: abbiamo avuto modo di testarlo nell’hot pot assaggiato in uno dei ristoranti più tipici di Chengdu. 

Ma in città, tra le principali lungo la Via della Seta, abbiamo anche provato a sorbire il classico the al gelsomino mentre sul palco si esibiva un artista del cambio faccia, un’affascinante tecnica che consente di cambiare maschera in un istante. 

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E, finalmente, abbiamo fatto visita alla casa del simbolo della Cina, il Panda Gigante, un buffo orso-gatto, così è chiamato in cinese, con il manto bianco e nero e le movenze indolenti tra arrampicate sugli alberi e pasti a base di bambù. Ne abbiamo ammirati tanti e tutti piuttosto attivi e questa è davvero una gran fortuna!

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Abbiamo anche avuto occasione di guardare nel loro ambiente protetto 4 teneri cuccioli nati da poco, prima di trasferirci nella sezione del parco in cui vivono i Panda Rossi, che possono sembrare un incrocio tra volpe e procione e invece sono piccoli carnivori di modeste dimensioni unici rappresentanti della famiglia degli Ailuridi. Ne abbiamo potuti ammirare sia in alto sugli alberi che vicini durante i loro giochi e i loro pasti a base di frutta: è stato proprio emozionante! Sicuramente uno dei ricordi più indelebili di questo viaggio in Cina e uno dei motivi più rilevanti per cui abbiamo scelto questo tour proposto da Archètravel (l’altro è quello di vedere dal vivo le montagne che hanno fatto da sfondo al film Avatar, ma questa è un’altra storia).

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Rosalia
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Comments

  1. Caspita che viaggio superlativo!! Se un giorno mi capiterà di farlo, penso che anch’io sceglierò di andare in gruppo con guida. Parlando in generale, che cosa tu e Michele avete apprezzato di più della Cina, e che cosa invece proprio no?
    E i Panda Giganti sono pacifici? Avete potuto accarezzarne uno?

  2. Un viaggio tanto desiderato che si è rivelato al di sopra delle aspettative! Il nostro primo viaggio in gruppo e non ti nascondo che eravamo un po’ preoccupati. Invece la compagnia è stata eccellente e ha reso anche la fatica di svegliarsi presto al mattino, di camminare per chilometri e di salire scale su scale più lieve.
    La Cina è un mondo affascinante che nel giro di un ventennio ha stravolto la sua immagine con città avveniristiche e altissimi palazzi a perdita d’occhio. Abbiamo apprezzato la sua storia, la sua cultura, la sua cucina. Meno la perdita d’identità: pochissimo vero artigianato (almeno nelle zone turistiche in cui siamo stati). Magari una prossima volta sarebbe bello visitare regioni che sono rimaste autentiche per poter conoscere più a fondo questo immenso Paese.

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