Pochi luoghi al mondo sono capaci di sorprendere coi colori della natura come la Costa Azzurra e la Provenza. Una natura che è stata preservata intatta grazie all’istituzione di numerose aree protette.

La magnifica gola del Grand Canyon du Verdon

Verdon

Le più spettacolari si trovano al confine tra il Var e l’Alta Provenza. Il luogo più selvaggio, meta obbligata per gli appassionati naturalistici, è il Grand Canyon du Verdon, formato dal fiume omonimo il cui nome deriva dall’intensa colorazione delle sue acque e che scende dal Col d’Allos fino a Castellane: una magnifica gola di falesie a strapiombo lunga chilometri.

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L’abbiamo visitata in auto percorrendo strade strette e tortuose. L’anello stradale, quasi 150 chilometri di pura emozione, parte da Moustiers-Sainte-Marie, un villaggio medievale sospeso su una terrazza di pietra con case rosate incorniciate da uno scenografico sfondo di una parete calcarea. Il nome deriva dal monastero che fondò nel V secolo San Massimo, vescovo di Riez, un paese non molto distante.

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Il centro del paese su più livelli è tagliato in due da un piccolo torrente. Sulla sponda destra si erge il campanile romanico-lombardo della chiesa parrocchiale alla cui base, in una cripta medievale è ospitato il Musée de la Faience, che racconta la storia della ceramica provenzale. Dalle piccole botteghe dove entrare per curiosare tra i servizi in maiolica dai delicati disegni bianchi e blu è difficile uscire senza aver acquistato almeno un pezzo di questa raffinata ceramica.

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Sulla riva sinistra si trova la via crucis che sale fino alla cappella di Notre-Dame-de-Beauvoir, aggrappata alla roccia che incombe sui tetti del villaggio.

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Da Moustiers la strada piena di curve conduce allo specchio cilestrino del lago artificiale di Sante-Croix, dove nonostante l’acqua molto fredda io e Arturo abbiamo azzardato il bagno.

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Da qui parte la Corniche Sublime che regala grandi emozioni, come la vista dal belvedere Balcons de la Mescla, dopo l’alto Pont de l’Artuby. Il periplo conduce sulla Route des Cretes o strada delle cime che corre per 23 chilometri raggiungendo i 1350 metri di altezza.

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Un punto panoramico da non perdere è il Point Sublime dal quale si gode una vista mozzafiato sulle gole. Chi ama l’avventura è nel posto ideale: negli ultimi anni il Grand Canyon è diventato una tra le mete preferite degli arrampicatori di tutto il mondo e anche di chi compie escursioni a piedi in ambienti selvaggi o si cimenta nel rafting e nel kayak.

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Altrettanto suggestivo il Rossiglione, il Roussillion, la terra dalle mille sfumature ocra, chiamata il “Colorado provenzale”.

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In paese le facciate colorate delle case si affacciano sulle falesie che si accendono di vermiglie sfumature al tramonto, che sembra incendiare le rocce tutt’intorno.

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Non lontano si trova Gordes che spicca su un mare di mandorli ed è l’esempio tipico di villaggio provenzale appollaiato su un picco. Le stradine sono calladées, dal selciato di pietra, e risalgono al Trecento: camminare su queste pietre consente di fare un salto nel tempo che lascia un po’ straniti. Lo straniamento aumenta quando a circa un chilometro da Gordes scopriamo il Village des Bories, composto da 28 “capanne” in pietra che ricordano i nostri trulli e risalgono all’Età del Bronzo.

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In zona anche “le chiare fresche dolci d’acque” del Petrarca: il poeta italiano fu ispirato dal torrente di Fontaine-de-Vaucluse per il suo Canzoniere e nella cittadina comprò casa e vi soggiornò tra il 1337 e il 1352. La fonte che origina la Sorgue è la più importante d’Europa per quanto riguarda la portata d’acqua che sgorga da una fessura verticale interamente scavata nella roccia.

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