A questo punto il giro prosegue a piedi verso piazza Odegitria su cui troneggia la Cattedrale dedicata a San Sabino.

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Tra le strade e le piazze del borgo antico

Prima è d’obbligo passare per la strada più stretta di Bari Vecchia chiamata anche il vicolo del “bacio” nei pressi dell’edicola di Santa Lucia.

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Caratteristico anche Largo Albicocca, uno degli scorci più belli di Bari Vecchia, che dal 14 febbraio di quest’anno, in occasione dei 10 anni di presenza del colosso svedese Ikea a Bari, è diventata la ‘piazza dell’amore’ con la donazione di arredi, pannelli e innaffiatoi colorati, che hanno riqualificato e reso più allegro lo spazio urbano.

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La Cattedrale è un importante esempio di romanico pugliese costruita sulle rovine del duomo bizantino distrutto da Guglielmo I detto il Malo.

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Internamente la chiesa, che è stata spogliata di tutte le strutture barocche, si presenta nella sua nuda solennità, con tre navate separate da due file di otto colonne slanciate, provenienti probabilmente dall’edificio bizantino.

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Nella cripta, trasformata nel Settecento, si conserva la tavola bizantineggiante della Vergine Odegitria, patrona principale della città insieme a san Nicola, secondo la tradizione giunta dall’Oriente nell’VIII secolo, ma in realtà d’epoca più tarda mentre nell’altare maggiore ci sono le spoglie di san Sabino, vescovo di Canosa e titolare della Cattedrale.

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Nel maestoso duomo si verifica ogni anno un fenomeno che pur ripetendosi da oltre mille anni è venuto “alla luce” in maniera del tutto casuale durante i lavori di restauro nel 2002. Dopo che fu data una nuova disposizione dei banchi che rendesse visibile il rosone musivo ricoperto fino ad allora completamente, durante il solstizio d’estate, la forma del rosone della facciata disegnata dai raggi solari lambisce il mosaico del pavimento che ha le stesse forme e dimensioni del rosone posto in alto, fino a combaciarvi.

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Dopo la cattedrale, la tappa d’obbligo diventa la chiesa di San Nicola costruita per custodire le spoglie del santo trafugate a Mira in Turchia da sessantadue marinai baresi nel 1087 che hanno trovato dimora sotto l’altare nella cripta sorretta da ventotto colonne ricavate da pietre rare e sormontate da stupendi capitelli.

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Di particolare rilevanza è la coesistenza all’interno della cripta di una cappella ortodossa e quindi di due altari: uno dedicato al rito cattolico e l’altro al rito ortodosso.

Bari tourScendendo le scale sulla destra, chiusa da una grata in ferro, si trova la colonna “miracolosa” in porfido rosso, che da secoli attira la devozione dei pellegrini convinti delle sue virtù taumaturgiche.

Tante le leggende sui suoi poteri: tra le più popolari quella secondo la quale quella colonna era stata trainata dai buoi che recavano le reliquie di San Nicola e che fu anche vista galleggiare nelle acque di Bari all’arrivo in città delle spoglie del futuro patrono, fino a quando non fu collocata dal santo stesso all’interno della cripta.

Nell’antica tradizione di Bari Vecchia, le ragazze in cerca di marito, la notte del 6 dicembre, devono fare almeno sette giri intorno a questa colonna ma dal 2007, per questioni di sicurezza, la colonna è stata fissata al muro e protetta dalla grata.

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La facciata imponente e bianca, solenne e severa, è a capanna con due torri laterali di diversa altezza e fattura, Torre del Catapano a destra, Torre delle Milizie a sinistra, e incombe sulla corte del Catapano, il governatore greco-bizantino dell’Italia Meridionale tra il 968 ed il 1071.

L’interno sorprende per la magnificenza: la basilica è stata la prima chiesa monumentale con matronei in Puglia. Il soffitto è intagliato e dorato ed è ornato da riquadri dipinti del XVII secolo.

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Nell’abside centrale sopra l’altare maggiore sotto il baldacchino c’è la cattedra del vescovo Elia, fondatore della basilica, un vero e proprio capolavoro della scultura romanica. Alle sue spalle il monumento a Bona Sforza, l’ultima duchessa di Bari, che sembra vegliare sulla chiesa e sulla città.

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Tornati sul lungomare abbiamo ripreso il nostro trenino e abbiamo continuato il giro tra la muraglia medievale e il mare. Nella giornata fresca e limpida sfilano davanti ai nostri occhi il Fortino, il monastero di Santa Scolastica, le mura del castello su piazza Federico II di Svevia con le alte case medievali e la chiesa della Santa Trinità.

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Poi si torna alla base percorrendo corso Cavour e passando davanti al Teatro Petruzzelli, simbolo della città moderna rinato dopo il terribile incendio che lo devastò nel 1991.

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Il nostro tour è finito: viaggiare è sempre un piacere anche a bordo di un trenino che non va oltre i confini del centro della città di Bari, perché ci permette comunque di allargare i nostri orizzonti con nuova conoscenza e tanti incontri, rinsaldando amicizie come è capitato a noi con Paola, e perché anche in giro su un piccolo e colorato treno turistico si possono ritrovare le proprie radici.

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