Dal 26 giugno le sale e le terrazze del Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, ospitano – in anteprima nazionale – Heroes, un percorso di visioni e racconti, un pulsare di simboli e atti simbolici. Eroi tra arte e design ad opera di Renzo Buttazzo e LRJLB[[]]Lara Bobbio. Segni, assemblamenti, fusioni, opere che si legano, si animano, in un dialogo in continuo mutamento.
Testimonianza tangibile di un linguaggio contemporaneo immerso nel contemporaneo stesso e delle sue criticità. Heroes coinvolgerà – oltre ai curatori – gli artisti Ada Mazzei, Andrea Buttazzo, Andrea Epifani, Daniele dell’Angelo Custode, Giuseppe Maietta, Massimo Maci, Monica Righi, Oronzo de Stradis, Peppino Campanella, Paolo Guido, Tonio Pede.
L’inaugurazione di sabato 25 giugno ha visto protagonisti una performance di Stone-Balancing a cura di Simone Franco, al centro del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto posizionato nella Piazza D’Armi. A seguire nella Sala Ennagonale si è esibita H.E.R., artista poliedrica, violinista, compositrice, attrice, performer. Ospite della serata Hongmei Nie considerata da molta critica la più grande cantante lirica cinese del mondo, grazie alle sue alte qualità vocali che le permettono di passare con naturalezza dal bel canto ad una personalissima interpretazione della musica moderna. Sulle terrazze un progetto di design e ricerca per le imprese a cura del CETMA di Brindisi, centro di ricerca applicata allo sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico di materiali avanzati, selezionato dall’ADI – Associazione per il Disegno Industriale e pubblicato nell’INDEX 2015. Il progetto racconta come reinterpretare gli oggetti in pietra avvalendosi delle potenzialità avanzate offerte dal digital manufacturing.
Tredici artisti in mostra, si compongono a formare il numero “quattro”, il più perfetto tra i numeri, radice di tutte le cose. Prima potenza matematica, virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. Emblema del moto e dell’infinito, del sensibile, del corporeo e dell’incorporeo. Esso è il numero della materia, manifestazione di ciò che è concreto e permanente. Il Castello ne è il suo simbolo, memoria, racconto immutabile e immutato di un tempo costruito da eroi, piattaforma di dialogo col presente, proiezione sul futuro. Quattro sono gli elementi della natura, Quattro i punti cardinali, Quattro il numero della concretezza, dell’ordine, della logica, della ragione, dell’orientamento. In un momento storico denso di linguaggi, una sottile linea rossa che conduce alle dimensioni del vivere e del “sopravvivere”. Eroi di un mondo confuso in lotta per la sopravvivenza. Heroes racconterà il coraggio, la forza creatrice, il pulsare della vita, la materia. Nel corso dell’estate si susseguiranno anche gli appuntamenti di Art After Dark, atti performativi e happening curati da CPA#RT Creative Project Agency.
Per tutta l’estate prosegue anche la mostra “La prima Aurora” di Simone Cerio. Il reporter ha realizzato per Emergency un progetto fotografico composto da venticinque storie di migranti sbarcati sulle coste siciliane. Un viaggio tra oggetti recuperati, portati da Paesi lontani, abbandonati per strada e reinterpretati che offrono al visitatore la possibilità di un’approfondita riflessione sulla condizione di migrante.
Dal luglio 2014 è stato reso fruibile un percorso di visita del Castello di Gallipoli che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori. Il castello si erge all’ingresso del borgo antico di Gallipoli, città da sempre fortificata e, per la sua posizione strategica, contesa. È circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Nei periodi successivi furono effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e fortificazione. I lavori più importanti vennero progettati dagli Aragonesi. Quando il Duca Alfonso di Calabria venne nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé il celebre architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e volle che questi rinnovasse le fortezze salentine secondo i progressi dell’arte della guerra, che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera ereditata dal sistema romano per passare al pentagono. Il senese, non potendo demolire e ricostruire ex novo, ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Prima dell’Unità d’Italia, quando nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico, perse la sua funzione difensiva, ma mantenne e anzi intensificò la sua funzione civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882 e, successivamente, sede della 17^ Legione della Guardia di Finanza.