Lefkada deve il suo nome alle bianche scogliere che caratterizzano la parte meridionale dell’isola, infatti in greco lefcos significa bianco. Sull’isola, però, si arriva da nord per cui non si ha subito l’impatto del suo mare che sembra ancora più azzurro in contrasto con il verde della rigogliosa macchia mediterranea e il bianco delle falesie.

Le bianche scogliere di Lefkada

Secondo una leggenda locale, chi vede l’isola di Lefkada per la prima volta, si innamora della sua bellezza incontaminata. Noi non possiamo che confermare: sarà pure una leggenda ma nel nostro caso è la pura verità!

Vi si giunge passando per Preveza, dove si trova l’aeroporto e attraverso un tunnel sottomarino di 3 chilometri con pedaggio a pagamento poi, passando per la penisola dell’Acarnania, si arriva al ponte mobile, gratuito, che permette sia il passaggio delle auto sia il passaggio delle imbarcazioni: ogni ora il piccolo ponte girevole si alza per permettere il passaggio delle navi più ingombranti e noi siamo stati testimoni di questa suggestiva operazione in cui davanti alle auto sfilano non altre auto ma barche!

A questo punto ci troviamo a Lefkada Town, la terza capitale dell’isola in ordine di tempo. La prima è stata Niriko e dopo Santa Maura rinchiusa nell’omonima fortezza ancora oggi visibile sulla strada che conduce al ponte mobile.

La città, fu fondata dai veneziani in un preesistente villaggio di pescatori secondo il modello urbanistico della città di Venezia chiamato “a lisca di pesce” in cui tutte le strade si dipanano da un asse principale. Attraversandola si passa per il suo lungomare sul quale fanno bella mostra locali di ogni genere da una parte e una fitta compagine di alberi e vele dall’altra.

Il piccolo borgo di Agios Nikitas

La nostra meta è Agios Nikitas, un grazioso paese sulla costa occidentale dell’isola, caratterizzato da tradizionali abitazioni in pietra e legno impreziosite da piante e fiori e piccole taverne che si snodano sulla via principale che porta alla bella baia del porticciolo.

Qui la nostra casa per una settimana sarà l’Olive Tree Hotel, gestito con la sua famiglia da Giorgio, maestro elementare in pensione, gentile e disponibile sin da subito quando appena arrivati tutti accaldati, ci offre acqua fresca in quantità, succo di frutta per i bambini e il denso caffè greco “glikò”, zuccherato, a noi adulti. Siamo nel pieno centro del piccolo villaggio e a soli cento metri di strada facile e lastricata dalla spiaggia. Un luogo davvero ideale per chi come noi viaggia con i bimbi, mentre gli animali non sono ammessi.

In serata, dopo la passeggiata alla scoperta del piccolo borgo e l’attesa del tramonto sulla spiaggia, siamo stati a cena da Nikitas, un ristorante dall’atmosfera accogliente e i tavoli affacciati sulla strada principale che porta al mare.

Qu abbiamo gustato ottimo pesce fresco fritto, una deliziosa moussaka e tonno scottato, serviti dalla dolce e disponibile Anna, che ha conquistato i bimbi con il suo sorriso e la sua pazienza.

Prendetevi un po’ di tempo per passeggiare tra i vicoli di questo borgo pittoresco e accogliente, per curiosare tra taverne e negozietti e accarezzare i gatti che circolano pacifici tra i tavoli colorati e apparecchiati a qualsiasi ora del giorno. E non dimenticate di affacciarvi nella chiesetta che dà il nome a tutto il paese: di rito greco ortodosso si presenta con una luminosa luce dorata grazie agli stucchi e alle icone a fondo oro. Non manca l’iconostasi, parete divisoria in cui sono inserite le icone, che separa la navata dove pregano i fedeli dall’area dove i sacerdoti celebrano la messa.

 

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