A Venezia spingendoci verso l’estremità del sestiere di Dorsoduro, dove la terraferma si inserisce nel Bacino di San Marco come fosse la prua di una nave, incontriamo la Dogana da Mar, un altro interessante luogo per scoprire una Venezia nascosta e autentica. Costruita nel XVII secolo, la Dogana da Mar è costituita da una torre quadrata sormontata da alcune statue in bronzo che sorreggono la sfera dorata dove poggia la Fortuna, opera di Bernardo Falcone. Poco prima, l’imponente Santa Maria della Salute, chiesa barocca sorretta da più di un milione di pali in legno, eretta per commemorare la fine della peste del 1630.

Una Venezia lontana dalle mete classiche

Da questa Venezia appartata, lontana dalle mete classiche, si può raggiungere il luogo più conosciuto della città, Piazza San Marco, l’unica che può essere chiamata così in quanto le altre sono “campi”. Definita da molti “il più bel salotto del mondo”, è da sempre il centro della vita veneziana. Di fronte alle facciate di Palazzo Ducale e della Basilica di San Marco, con i suoi mosaici bizantini e le splendide cupole dorate, si rimane letteralmente a bocca aperta. L’interno della basilica è un misto di influenze occidentali e orientali, ma l’attenzione viene immediatamente catturata dal mosaico di Cristo in gloria scintillante di tessere d’oro che decora l’enorme cupola centrale.

Accanto, il Palazzo Ducale, un capolavoro di architettura gotica. Vi si accede attraverso la bella scalinata del Sansovino chiamata Scala d’Oro, per poi salire alle sale testimoni del potere e della gloria della Repubblica Veneziana: Sala del Maggior Consiglio, Sala del Consiglio dei Dieci e le Sale del Collegio. Affascinante anche il percorso degli Itinerari Segreti che conduce dietro le quinte del palazzo fino alle Camere del Tormento e alle prigioni. Dalla Sala del Maggior Consiglio una serie di passaggi e scale conduce al famoso Ponte dei Sospiri, che secondo la leggenda prende il nome dai lamenti dei prigionieri condotti dagli Inquisitori. Mentre nella parte alta del palazzo, proprio sotto il tetto in piombo, si trovano le celle dette “piombi”: tra queste quella che ospitò Casanova e dalla quale evase attraverso un foro del soffitto.

Un altro simbolo di Venezia è il Ponte di Rialto che rappresenta anche il centro geografico della città. Costruito nel 1588 questo famosissimo ponte sostituì una impalcatura mobile di legno che consentiva il transito delle imbarcazioni. E’ il più noto di Venezia e fino al 1854 l’unico che attraversava il Canal Grande: le fondamenta di questo ponte poggiano su dodicimila pali che ne sorreggono tutta la struttura dalla campata unica di 48 metri.

Lasciata Piazza San Marco è bello immergersi nel labirinto di vicoli da esplorare intorno al Teatro La Fenice e spingersi fino a Palazzo Contarini del Bovolo, difficile da individuare, ma ne vale la pena per la favolosa scalinata esterna a chiocciola (bovolo in dialetto veneziano) che va affrontata per avere una magnifica vista di Venezia dall’alto. Nell’antichità i tetti di Venezia erano ricoperti di paglia e spesso prendevano fuoco. Per questo motivo furono inventati i camini “a canna rovesciata” e a “tronco di cono” che riuscivano a raffreddare le ceneri dei bracieri e dei forni evitando i rischi di incendio. Attualmente a Venezia se ne contano circa settemila.

A nord la passeggiata porta verso le mura silenziose e appartate del Ghetto ebraico, il quartiere storico più affascinante di Cannaregio, nato nel 1516 come primo in Europa, una zona chiusa da cancelli in cui gli ebrei dovevano abitare e dalla quale non potevano uscire dal tramonto all’alba. Oggi nell’antico quartiere sono ancora presenti alcune sinagoghe, la Schola Grande Tedesca, la Schola Levantina e la Schola Canton.

(Fine seconda parte)