A questo punto è scattato il piano B, cioè quello di evitare le zone più frequentate di Venezia dirigendosi verso il Sestiere Cannaregio: i sestieri sono sei, città nella città, piccoli mondi sospesi nel tempo che hanno conservato la propria identità. Tra i più autentici e “veneziani”, il Cannaregio che si sviluppa fra il Canal Grande e le Fondamenta Nuove, prospicienti la laguna, da dove ci si imbarca per le isole.

Oltre Venezia: la laguna e le isole

Abbiamo scelto, per la nostra sosta pranzo e per festeggiare tutti insieme il compleanno di Michele, un locale frequentato dagli abitanti della città, quindi meno turistico e più autentico: la Trattoria da Bepi già cinquantaquattro (Cannaregio, 4550 – +39 041 5285031), non molto distante dalla frequentata Piazza dei Santi Apostoli, ma in una calle tranquilla e silenziosa.

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Venezia Ma prima di accomodarci per gustare le delizie venete abbiamo raggiunto la grande Piazza di Santa Maria Formosa e da lì una delle librerie più belle del mondo! Qui i bambini sono rimasti a bocca aperta roteando gli occhi sulle pile di libri accatastati ovunque, persino in una gondola al centro del locale lungo e stretto e in una vasca da bagno. Si tratta delle Libreria Acqua Alta (Castello 5176/b), che tra testi fuori catalogo, cartoline d’epoca, antiche mappe, riviste e giornali di tutti i tipi, offre ai suoi visitatori la possibilità di affacciarsi sui canali da due punti esclusivi.

Il primo è il salottino con la porta che dà direttamente sull’acqua e il secondo il terrazzino dal quale, salendo all’apice dell’alto muro attraverso una scala formata da libri consunti e induriti dall’acqua si può curiosare sulle gondole che passano lente sul canale.

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Nel percorso verso la nostra meta per il pranzo, ci siamo fermati ad ammirare anche la raffinata Scuola Grande di San Marco la cui deliziosa facciata fa da entrata all’Ospedale Civile di Venezia (ne abbiamo parlato nel post https://www.cittameridiane.it/a-spasso-per-venezia-3/).

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Siete curiosi di sapere cosa abbiamo mangiato? Abbiamo voluto gustare solo specialità veneziane, dalle sarde in saor al baccalà mantecato come antipasto accompagnati, dato il periodo giusto, dalle castraure, i primi tenerissimi carciofi primaverili, e le molèche, tenerissimi granchi pescati nel periodo della muta ottimi fritti con la polenta.

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Per il primo ci siam divisi tra bigoli al nero di seppia, dal tipico colore scuro dovuto all’inchiostro delle seppie, e gnocchi di seppie e patate, una delicatissima bontà!
Per secondo non abbiamo sbagliato prendendo una ricca frittura mista di pesce e per finire il tiramisù.

Che altro aggiungere? Consigliamo questa trattoria non solo per la freschezza degli ingredienti e la bontà dei piatti ma anche e soprattutto per la gentilezza di proprietario e collaboratori, premurosi con tutti ma soprattutto con cani e bambini.

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VeneziaNel pomeriggio abbiamo pensato di proseguire il nostro tour verso Burano, l’isola più pittoresca e fiabesca della laguna, che si raggiunge con la motonave passando davanti all’inconfondibile isola di San Michele, che ospita il cimitero e si annuncia sin da lontano con i suoi alti cipressi e le alte pareti in terracotta.

Burano è una brillante tavolozza di colori, dal rosso al verde, dall’arancio al blu, dal rosa al fucsia: passeggiare tra le sue case variopinte che si specchiano nei canali mette allegria. Il fulcro della vita dell’isola è piazza Baldassare Galuppi, dedicata al compositore che qui nacque nel 1706, con la chiesa di San Martino dal campanile pendente.

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Sulla stessa piazza si affaccia il Museo del Merletto, la cui lavorazione artigianale è il vanto di Burano.

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Un po’ sfatti abbiamo ripreso la via dell’acqua sulla laguna per tornare a Venezia, passando per Mazzorbo, l’isola con frutteti e giardini, e Murano con le sue fornaci in cui ancora oggi si produce il delicato e prezioso vetro soffiato, che ci riserviamo di visitare la prossima volta.

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Alla fine della giornata tutti a nanna in una casa e un paesaggio da set cinematografico: Villa Soranzo Conestabile nel centro di Scorzè (via Roma, 1 – +39 041 445027 – info@villasoranzo.it).

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Anche la sua storia potrebbe ispirare un film. Era la dimora di una delle più potenti famiglie veneziane, erede del Doge Giovanni Soranzo, fatta edificare agli inizi del 1500, come testimoniano i soffitti alla Sansovino e gli affreschi.

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Più avanti, la villa fu ampliata e assunse il suo attuale aspetto neoclassico, con magnifico scalone a tenaglia, colonne corinzie e decori a stucco. Nell’800 fu commissionato all’architetto Giuseppe Jappelli il bellissimo giardino all’inglese che ancora oggi circonda rigoglioso l’edificio che agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso fu trasformato dalla famiglia Martinelli in hotel de charme.

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Sembra di entrare in una casa privata e di rivivere gli antichi fasti delle famiglie aristocratiche veneziane e le atmosfere dei secoli passati, tra camini, mobili d’epoca, preziosi vetri soffiati, tappeti, quadri, affreschi e candelabri.

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La prima colazione è servita nell’ampio salone dominato dal grande camino con la mensola carica di colorati vasi in vetro di Murano: non dimenticheremo facilmente la bontà della torta al radicchio preparata ogni mattina dallo chef.

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