Da sempre fan delle papusse, come si chiamano a Venezia, o friulane, nome ripreso dalla loro terra d’origine, il Friuli Venezia Giulia, non riesco più a farne a meno trovando queste calzature comodissime a casa e in viaggio.
Le babouches che hanno stregato i Vip
E proprio durante il nostro ultimo giro a Venezia, a metà settembre dello scorso anno, avevo comprato Le Papù di Calzature Parutto in una solare nuance arancio. E le ho calzate per la prima volta lì dove questo colore è simbolo del frutto dell’isola: in Sicilia.
Per questa estate un po’ particolare, invece, esplosa un po’ in ritardo senza aver vissuto appieno la primavera, ho scelte due papusse come perfette compagne di viaggio nelle tinte della sabbia e del mare.
Vi confesso però che la scelta non è stata affatto facile dato che davvero mi piacevano tutti i modelli veneziani di Parutto Calzature, sia Le Papù in velluto che quelle in tela dai colori intensi che richiamano quelli magici delle case di Venezia che si riflettono nell’acqua dei canali e della laguna.
Nessun dubbio invece sulla qualità di queste scarpets, già testata. Ogni modello, privo di falso ossia senza destro e sinistro per consentire alla tomaia di modellarsi perfettamente al piede di chi lo calza, è realizzato a mano da esperti artigiani con pazienza, amore e precisione. La suola interna è fatta di un agglomerato di cotoni riciclati che garantisce una sana barriera per i micro-traumi della camminata.
Tutte le creazioni sono prodotti unici, realizzati con i migliori materiali in Italia. E tutti hanno quel loro fascino retrò che non solo sta bene con tutto, dal caftano che richiama l’Oriente ai pantaloni alla caviglia modello Capri che tanto piacevano ad Audrey Hepburn, ma rappresentano un vero e proprio modo di essere, uno stile di vita.
Che ha anche molto rispetto per l’ambiente. Le friulane venivano realizzate un tempo in casa, con stoffe di recupero e materiali di scarto chiamati blecs, utilizzando come suola vecchi copertoni di bicicletta. Ogni famiglia friulana aveva la sua tradizione personale di scarpette che a volte venivano ricamate con motivi a fiori. E proprio una di queste famiglie le portò a Venezia dove vennero impreziosite da velluti e trine per essere calzate dai nobili del tempo che ne fecero le loro scarpe preferite insieme ai gondolieri che le scelsero perché la suola morbida non rischiava di rovinare la vernice delle loro imbarcazioni.
Anche Maria e Giuseppe Parutto erano friulani, originari di Claut, un piccolo paesino di montagna nella Val Cellina, e da qui si rifornivano di friulane, o scarpéth che, durante i lunghi e rigidi inverni, venivano fatti dalle donne del posto. Quindi le portavano a Venezia e nelle isole limitrofe: Maria le distribuiva con la gerla, antico cesto in vimini portato sulle spalle, mentre Giuseppe le vendeva dal suo banchetto al quarto scalino sul Ponte di Rialto. La tradizione l’ha continuata il figlio Carlo che però oltre a venderle dal suo banco, iniziò anche a distribuirle ai negozi e agli stilisti di tutto il mondo che lo cercavano lì, sul quel ponte, da dove tutto è iniziato, tanto che soleva ripetere: “loro non girano il mondo, è il mondo che gira attorno a loro”.
La terza generazione è rappresentata da Riccardo e la moglie Roberta, che hanno iniziato una loro produzione sul finire del 1997 ricercando, pur mantenendo la tradizione, nuove soluzioni tecnologiche e stilistiche. Con loro l’azienda si stabilisce a Mogliano dove va avanti condotta da Christian che rappresenta la quarta generazione e che ha dato vita alla FriVen, che anche nel nome unisce definitivamente il Friuli con Venezia.
Oggi come un tempo continuano a essere confezionate dalle artigiane ma con stoffe selezionate di alta qualità e cucite interamente a mano per unire la tomaia alla suola. Grazie a questa tecnica, l’accoppiatura interna della calzatura non solo mantiene la traspirabilità dei tessuti, ma garantisce la possibilità di lavarle anche in lavatrice.
Personalmente ho apprezzato molto che anche le scatole di queste poliedriche babbucce a cui i veneziani hanno dato il poetico nome di papusse, sono fatte di carta riciclata, ma non una qualsiasi bensì quella in cui si avvolge il “fritoin”, come in Veneto si chiama la frittura di pesce proposta direttamente al bancone.
E se le furlane hanno continuato a essere prodotte e usate in Friuli e Veneto, in particolare a Venezia, dove non è mai stato difficile trovarle in vendita in numerose botteghe, tra Rialto e Piazza San Marco, oggi stanno rivivendo il loro momento di gloria perché “avvistate” ai piedi di numerose celebrities, che hanno scelto le papusse non solo perché sono piacevoli da guardare e da indossare ma anche perché simbolo di tradizione e sostenibilità ambientale. Una filosofia che anche noi sosteniamo da tempo. Dunque queste pantofoline non potevano che conquistare anche noi!
Vi ho già svelato quali colori ho scelto. Sono entrambi abbastanza neutri e facilmente abbinabili. Le Papù in morbidissimo velluto nocciola, che nella texture del tessuto richiamano la sabbia dorata delle spiagge, le indosso di giorno con lunghi abiti in nuance oppure in una tinta a contrasto, abbinati a grandi ceste di vimini e a voluminosi capelli di paglia, mentre di sera le sfoggio sotto lunghe gonne o pantaloni palazzo in seta.
La versione estiva de Le Papù in fresca tela blu, come il nostro mare quando è sferzato dal maestrale, sono perfette con mise più sportive: jeans e maglietta a righe stile marinaro oppure freschi chemisier in lino o cotone bianco o avorio.
Il bello di queste scarpe è che rendono chic qualsiasi abbigliamento e che, soprattutto, possono essere calzate in ogni stagione: bisogna evitare di metterle solo quando piove!
Le Papù possono essere ordinate online e acquistate direttamente a Venezia dove i due negozi di San Polo 390 e San Polo 786, a pochi passi dal celeberrimo Ponte di Rialto, sono diventati punti di riferimento assoluto per gli appassionati. E sono per me un porto sicuro per l’acquisto delle mie papusse: l’unico momento in cui mi “incaglio” è quello della scelta tra i bellissimi colori perché le comprerei tutte!
Parutto Calzature
+39 041 2413851
www.calzatureparutto.it – info@calzatureparutto.it
Leggi e ti vien l’impressione di camminare su velluto (e infatti poi l’ho letto)… Ho sempre creduto che la moda traesse ispirazione dal contesto, però capisco che può essere anche il contrario, che il prodotto aiuta a ricostruire il legame affettivo con colori e qualità che non si estinguono. Gli stranieri lo apprezzano perché non conoscono niente del genere, non fa parte della loro cultura.
Una domanda: noto che non hanno rialzo nel tallone, sono comode lo stesso?
Spesso stranieri che non hanno tanta storia alle spalle come noi, che ci camminiamo sopra tutti i giorni, con questo tipo di creazioni artigianali e ricche di passato cercano di appropriarsene almeno un po’.
Io sono abituata a camminare rasoterra per cui le trovo comode. Naturalmente è soggettivo…