Palermo tra mercati e fasti barocchi (seconda puntata)

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Palermo (seconda puntata)

La nostra visita di Palermo riprende da Piazza Vigliena o I Quattro Canti, dalla forma ottagonale e che prende il nome dai quattro prospetti architettonici dei palazzi che delimitano lo spazio dell’incrocio occupato sui lati da placidi cavalli ai quali sono attaccate le carrozzelle pronte a far compiere il giro della città ai turisti.

Da I Quattro Canti allo street food

Le facciate presentano quattro piani di decorazione: al primo ci sono le fontane che rappresentano i 4 fiumi della città antica (Oreto; Kemonia, Pannaria e Papireto), poi le allegorie delle 4 stagioni, le statue dei re e infine le 4 sante palermitane, Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, patrone della città di Palermo prima dell’avvento di Santa Rosalia nel 1624.

Svoltando l’angolo ci si ritrova in Piazza Pretoria che viene chiamata anche Piazza della Vergogna per la nudità delle statue della fontana in marmo bianco di Carrara scolpita da Francesco Camilliani. L’impressione è che la piazza non sia così ampia da poter accogliere la monumentale fontana racchiusa dalla cancellata in ferro battuto. Sullo sfondo, oltre al Palazzo Pretorio che dà il nome alla piazza e oggi sede del Comune, si staglia la Chiesa di Santa Caterina, a unica navata ma riccamente decorata con marmi mischi, stucchi e affreschi talmente ridondanti secondo il gusto della Controriforma, da provocare nel visitatore un senso di stordimento. Che aumenta quando si entra nella Chiesa del Gesù chiamata anche Casa Professa. Questa chiesa costruita in onore dei Gesuiti a fine 1500 è tanto semplice all’esterno quanto opulenta all’interno. L’occhio non sa dove poggiare il suo sguardo in questa esplosione di sculture, stucchi, dipinti, bassorilievi e altari ricchissimi.

Dopo tanto cibo per gli occhi e per la mente, lo stomaco reclama ed è ora della sosta golosa a Ballarò, dove non sembra di stare a Palermo ma di girare in un suk nordafricano, tra verdure di stagione di tutti i tipi e ceste traboccanti di “babbaluci”, come qui vengono chiamate le lumache.
Proprio in piazza ci fermiamo da Fastfood Ballarò, tipica friggitoria palermitana, e sul tavolo compaiono, per scomparire quasi subito nelle nostre bocche affamate, deliziosi involtini di pescespada, una sapida caponata, una fragrante frittura mista con piccoli pesci che qui chiamano “maccaroncelli” e per finire panelle e cazzilli. “Comanda” che un gioviale signore in canottiera aveva segnato su un blocchetto a quadretti e direttamente inviato alla cucina sul retro. Il caffè ci viene servito al tavolo da un ragazzino al quale Umberto, questo il nome del signore in canottiera, ha ordinato in palermitano stretto di andare a prenderli al bar più vicino.

Un secondo caffè lo prendiamo in Piazza Bellini sulla quale si affacciano l’ingresso della chiesa di Santa Caterina, la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio detta La Martorana e San Cataldo, altri due indiscutibili simboli di Palermo. La prima è uno splendido esempio di contaminazioni storiche e stilistiche: entrando si rimane quasi storditi dal baluginare dell’oro dei magnifici mosaici con iconografia bizantina. La chiesa è anche chiamata Martorana perché, costruita nel 1143, fu poi annessa come cappella al convento omonimo nel 1194. Inconfondibile la forma quadrata sormontata da tre cupole rosse che  caratterizza la chiesa normanna di San Cataldo, al cui interno sorprende la complessità della decorazione del pavimento a contrasto con la severità della pietra delle pareti.

BLOC NOTES (dove mangiare a Palermo)

Fastfood A Ballarò
Piazza Ballarò
Info: +39 333 8270579

Ristorante Pizzeria Bar Bellini
Piazza Bellini 6
Info: +39 091 6165691