Oggi voglio raccontarvi una storia un po’ diversa, perché non si tratta di un viaggio o di una recensione, bensì di una esperienza personale. Intanto sono a letto malata per cui i giri possono essere solo mentali… Ma nel frattempo è accaduto qualcosa che mi ha fatto riflettere su una certa inversione di tendenza nel mondo del web.

Influencer a chi?

Infatti moltissime aziende hanno puntato e puntano sui cosiddetti influencer per far “girare” un prodotto sui social più rappresentativi, cioè Facebook e Instagram. Ma negli ultimi tempi molta gente si sta allontanando da questo tipo di suggerimenti: del resto chi è pagato e non poco può dare consigli neutri? E poi quale valore possono avere foto e post di testimonial che praticamente pubblicizzano di tutto?

A questo punto occorre però fare una distinzione importante tra brand ambassador e influencer. In linea generale, possiamo dire che il “brand ambassador” è una figura professionale che fa ufficialmente “pubblicità” al brand e ne diviene la rappresentazione, per cui incarna la filosofia dello stesso diventandone “portavoce” e rappresentando un contatto diretto con i potenziali clienti per condividere con loro le esperienze e riceverne i feedback. In genere vengono scelte persone che si sentono vicine alla marca perché ne sposano i valori, le modalità di comunicazione e lo stile.

Chi sono invece gli influencer? Sono utenti dei social con migliaia di followers che vengono corteggiati dai grandi marchi perché con una loro foto sono in grado di convogliare gli acquisti su questo e quello…

Sono tanti coloro che di ciò hanno fatto un lavoro e ci vivono benissimo tra regali e compensi, ma…
Già dallo scorso anno qualcuno ha pronosticato che questa bolla tenderà a scoppiare perché sempre più persone mettono in dubbio la credibilità di questi, fino a ora, mostri sacri del web.

Fatta la premessa vi racconto la mia storia annunciata all’inizio. In questa settimana sono stata contattata come brand ambassador da due realtà diverse tra loro, una nel campo della moda e una in quello dell’ospitalità. E da entrambe mi sono sentita dire che non volevano rivolgersi ai “soliti noti” per dare visibilità ai loro prodotti: cercavano persone vere in cui potersi immedesimare, non divi del web.

La prima cosa che starete pensando sarà: di sicuro non potranno permetterseli! Beh io vi assicuro che non è così. Anzi nel secondo caso, il boutique hotel in questione è stato contattato direttamente dalla fashion blogger ipercliccata, naturalmente giovane, procace e bellissima. Ma le ha detto di no. Perché? Perché, nonostante il luogo sia così chic e charmant, non ha bisogno di un tipo di pubblicità che a molti occhi potrebbe apparire come, se non falsa, spinta.

E mentre al telefono la proprietà della struttura mi raccontava l’episodio e mi spiegava le sue ragioni, aggiungeva: “A noi piacciono le persone come te, vere, che parlano di ciò che sanno e che ha davvero lasciato un segno nella loro vita. Abbiamo bisogno di questo tipo di clientela, ‘influenzata’ da gente che segue te”.

A questo punto, curiosissima, mi sono fatta dare il nome della famosa blogger e un sorriso di malcelato orgoglio è apparso sul mio viso: a parte il numero spropositato di fan e followers su Fb e su Instagram, è una modella alla quale praticamente si affidano quasi tutte le case di moda e cosmetiche, con un fisico perfetto e la metà dei miei anni! L’unica cosa che condividiamo è l’altezza: mera consolazione…

Che quello di scegliere persone piuttosto che personaggi sia il trend del futuro o anche questa una moda passeggera, lo scopriremo solo vivendo!

(Foto dal web)

4 COMMENTS

  1. Ciao Rosalia, ti seguo in silenzio da qualche tempo ma questo post mi era sfuggito.
    Sarà che anche io ho un blog e quindi forse osservo le cose con un occhio anche più critico della media ma concordo con te: questi mega-influencer hanno stancato e la credibilità di molti di loro scricchiola da tutte le parti. Mi fa piacere che tu abbia conferme del fatto che alcuni brand/aziende se ne stiano accorgendo perchè a me invece non è ancora capitato 🙁

  2. Ti ringrazio Daniela dell’apprezzamento. Naturalmente il fenomeno è ancora troppo macroscopico perché blog piccoli e alla ricerca della qualità piuttosto che della quantità come i nostri ne possano trarre vantaggio immediato. Però ti assicuro che il trend è questo e con Città Meridiane ho ultimamente registrato un interesse proprio dalle aziende artigianali che credono più in realtà come le nostre che nelle megasponsorizzazioni a influencer più o meno “influenti”.
    Grazie per il commento e per il seguito. 🙂

  3. Se il vento cambia davvero, ne guadagnerà sicuramente la genuinità! Non abbiamo assolutamente nulla contro la figura dell’influencer, ma la ricerca spropositata di follower sui social, attraverso metodi alquanto dubbi, non ci piace per nulla. Se le aziende cominciano a capire certi meccanismi e ad orientarsi verso chi fa della sincerità la sua “arma” principale di narrazione, questo non può che essere un bene per tutti!

  4. Anche noi crediamo che ci sia posto per tutti però siamo anche convinti che certi prodotti abbiano bisogno di una visibilità diversa da quella “urbi et orbi” degli influencer che a volte manca appunto di genuinità. Ed è a questi prodotti e a queste persone che rivolgiamo la nostra attenzione, ricambiati 🙂

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