Dopo aver dedicato una prima giornata a conoscere il quartiere di Porta Ticinese, decidiamo di continuare il nostro giro a Milano tra via Brera, Fiori Chiari, Fiori Oscuri, Madonnina e piazza del Carmine.

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Ma prima un salto in piazza Duomo per vedere dal vivo la “novità”: le palme! A noi non hanno entusiasmato. Probabilmente anche la giornata grigia e senza sole non ci ha aiutati ad apprezzare questa nuova quinta, ma l’impatto nel suo insieme ci è apparso del tutto fuori contesto. Questo il nostro parere, poi “de gustibus…”: il dibattito è aperto.

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Prima di proseguire per Brera, abbiamo ritirato il nostro passaporto dall’Urban Center nella Galleria Vittorio Emanuele (Galleria Vittorio Emanuele II, 11/12 – tel. +39 02 884 56555; orario di apertura dalle 9.00 alle 18.00 dal lunedì al venerdì – ingresso libero). Abbiamo aderito con entusiasmo a questa bella iniziativa, lanciata dall’agenzia per il turismo InLombardia in occasione dell’Anno del Turismo Lombardo, richiedendo questo documento nel quale collezionare le visite nella regione.

Il primo timbro ce lo siamo fatto mettere proprio lì e poi ci siamo recati presso il Ferrari Store (via Giovanni Berchet 2) per il secondo e naturalmente non è mancata la foto di rito vicino al bolide rosso.

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Espletate queste “formalità” ci siamo diretti in quella che è considerata la Montmartre meneghina al cui centro sorge il Palazzo di Brera con l’imponente facciata progettata dal Piermarini e oggi sede dell’Accademia delle Belle Arti, della Pinacoteca, della Biblioteca Braidense, dell’Orto Botanico e dell’Osservatorio astronomico.

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Abbiamo voluto lievemente deviare dal percorso per un altro angolo milanese che ci piace tanto, la piazza dei Mercanti che con le sue Logge e il pozzo risalente al XVI secolo al centro, rappresenta un esempio di architettura medioevale unico nella città. Affacciata sulla piazza si trova la Loggia degli Osii, costruita nel 1316 da Matteo Visconti e composta da due logge sovrapposte. Di fronte la Loggia degli Osii sorge l’antico Palazzo della Ragione, rialzato dal livello stradale attraverso cinque gradini che conducono a una vera e proprio piazza coperta dal soffitto con volte a vela.

Attualmente il palazzo viene utilizzato dal Comune di Milano come spazio per organizzare mostre ed esposizioni.

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A questo punto Brera ci attende e una visita del quartiere non può prescindere dalla puntata alla Pinacoteca (via Brera 28, tel. +39 02 89421146 – www.brera.beniculturali.it), raccolta d’arte tra le maggiori d’Italia. Difficile dire quale capolavoro non perdere. Tra questi senz’altro il Cristo Morto del Mantegna davanti al quale si rimane quasi interdetti per il suo realismo estremo, ma anche lo Sposalizio della Vergine, opera giovanile di Raffaello dalla delicata bellezza, la Cena in Emmaus, autentico gioiello del Caravaggio e la Pala Montefeltro di Piero della Francesca.

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Proseguendo su via Brera non si può non notare l’imponente Palazzo Cusani, esempio di dimora nobiliare milanese del Settecento.
All’inizio di via Mercato si trova la piazza di Santa Maria del Carmine, su un lato della quale si staglia l’opera dello scultore Igor Mitoraj che si impone sullo sfondo di mattoni rossi della quattrocentesca chiesa.

Poi perdetevi nel reticolo di vie tra le palazzine costruite tra Settecento e Ottocento, curiosando tra le vetrine degli antiquari, dei negozi di arredamento, gallerie d’arte, piccole boutique dove ancora si respira l’atmosfera di quartiere. Una tappa d’obbligo è quella al bar Jamaica (via Brera 32, tel. +39 02 876723), quello degli artisti, aperto nel 1921 dalla famiglia che ancora oggi lo gestisce: date un’occhiata in giro perché periodicamente ospita mostre di pittura e fotografia.

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Volete qualcosa di più sostanzioso da mettere sotto i denti? Milano non delude chi è alla ricerca di insoliti menu. Un locale originale a pochi passi dal parco Sempione in una via di Brera, è La Filetteria Italiana (Via Legnano, tel. +39 333 790 0147 – edoardo.maggiori@lafiletteriaitaliana.com) del giovanissimo Edoardo Maggiori, dove trionfa la carne alla griglia, ma non la solita che si può trovare in tutti gli altri. Infatti a tavola, su sottili lastre di ardesia, non solo manzo e vitello, ma anche filetti di zebra, renna, cammello, canguro e bisonte, serviti con un set di 15 salse diverse di base, più altre a rotazione durante l’anno e contorni come patate dorate e croccanti al forno. Noi abbiamo voluto provare la zebra, dalle carni delicatissime e con un terzo delle calorie rispetto a quelle di manzo, ma la scelta tra canguro, bisonte e renna non è stata semplice.

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Prima di rientrare, al caffè al Crocetta Panini D’Autore, un ristobar dagli arredi rétro (Via Mercato, 24 – tel. +39 02 875923 – info@crocetta.com), abbiamo abbinato una puntatina da Au Nome De la Rose (Via Mercato, 20 – tel. +39 02 89093350), un concept store dall’atmosfera parigina interamente dedicato alle rose. Non resistiamo e acquistiamo il nostro bel bouquet confezionato in una busta con profumati petali di rosa e ornata di una fresca rosa gialla.

C’è un modo migliore per dire au revoir Milano?

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