Tricase è una città di pietra bionda che si illumina al tramonto e ha il cuore del suo centro antico in piazza Pisanelli, sulla quale prospettano il Palazzo Principesco dei Gallone, oggi sede del Municipio, la Chiesa Madre dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria e la Chiesa di San Domenico. E se la cittadina deve il suo nome all’unione di tre casali avvenuta nel 1030, il vero protagonista del suo borgo è il Barocco.
Passeggiata nel Barocco
Un Barocco unico perché stranamente delicato, discreto, mai stucchevole. Come nella Chiesa di San Domenico, luminosa grazie ai suoi tredici finestroni a lira, dove gli altari sono impreziositi da sottili colonne dai capitelli preziosi e delicati stucchi dorati. All’interno della Chiesa Madre, notevoli l’altare del transetto sinistro con la cinquecentesca tela della “Vergine col Bambino e i Santi Matteo e Francesco da Paola” attribuita al Veronese, e la tela della “Vergine in gloria tra i Santi” di Paolo Finoglio nell’abside.
Imponente sulla piazza si erge Palazzo Gallone, edificato nel XV secolo, che ha un aspetto austero e severo ma ingentilito da un portale ornato da decorazioni scolpite nella pietra. All’interno, al piano nobile, la Sala del Trono che grazie a portali, volte, stemmi, fregi e camini, ricorda il fasto dei ricchi arredi ora scomparsi.
Nei dintorni di Tricase almeno due le tappe da effettuare. La prima al Castello di Caprarica dalla forma massiccia alleggerita dalla sola trina dei piccoli beccatelli che sostengono la cornice superiore delle mura, rafforzate agli angoli da torri circolari con base scarpata che ben sottolinea la sua austera imponenza sul borgo. La costruzione del castello fu probabilmente una conseguenza del clima di pericolo che si avvertì nella zona all’indomani del sacco di Otranto da parte dei Turchi nel 1480. Un tempo circondato da un fossato, il castello è a pianta rettangolare con mura alte dai sei ai sette metri e spesse quasi un metro e mezzo, mentre il severo portale è difeso da una tripla caditoia. Suggestiva la visita al piccolo borgo di Caprarica di sera, quando il castello, sapientemente illuminato, regala magiche suggestioni.
La seconda tappa si trova nel bel mezzo della strada che collega Tricase a Tricase Porto. Qui c’è un albero del XII secolo appartenente alla specie Vallonea, un tipo di quercia ormai raro che un tempo era molto diffuso nella provincia di Lecce. Il suo frutto, infatti, impiegato per l’acconciatura delle pelli, nell’800 veniva esportato in tutta Europa. Notevoli le dimensioni di questo esemplare a giusta ragione considerato un monumento vegetale: 705 metri quadrati di chioma e 4,25 metri di circonferenza del tronco.
Il mare è vicino e si può approfittare per un bagno se è stagione oppure per un buon pranzetto a base di pesce freschissimo da Anime Sante (lungomare Cristoforo Colombo 147 – Tricase Porto – +39 0833 775213), una trattoria a conduzione familiare che basa il suo menu sul pescato del giorno. E dove anche Arturo è stato un ospite ben accolto!