Acqua e fuoco, elementi naturali protagonisti della natura e della vita. Sono questi i mondi opposti che si sono incontrati quest’anno a Porto Cesareo in occasione della celebrazione del santo del Fuoco, Sant’Antonio Abate, con la tradizionale accensione della Fòcara, pira di fascine di legno, nello spiazzo dello scalo d’alaggio.

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Quest’anno, infatti, la festa giunta alla sua 80esima edizione, ha inserito accanto all’elemento fuoco, quello dell’acqua del mare, che non è rimasta sullo sfondo come coprotagonista nelle onde dello Ionio, bensì ha avuto il suo ruolo di primo piano nel video presentato prima dell’accensione. Montato da Francesca Romana Ferrara per Befree, motore organizzativo delle tappe italiane dell’Aquabike World Championship che fa capo ad Annarita Zonno e a Pierpaolo Sammartino che si occupa della comunicazione, ha anticipato le future tappe italiane dei mondiali, entrambe in Puglia: la prima a Porto Cesareo dal 2 al 4 giugno con l’Aquabike World Championship Grand Prix of Italy che apre la stagione e poi l’Aquabike World Championship Grand Prix Of Mediterranean dal 9 all’11 giugno a Vieste sul Gargano.

Particolarmente importante è la tappa salentina in quanto in gara ci saranno non solo le categorie Runabout GP1, Ski GP1 e Freestyle ma anche quelle dell’unico evento UIM-ABP World Championship: Runabout GP2 e 3, Ski GP2 e 3 e Ski Junior. L’evento di Porto Cesareo vedrà coinvolti più di 120 piloti da tutto il mondo nelle spettacolari gare di inizio stagione 2017, che poi continuerà tra Cina ed Emirati Arabi Uniti.

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E in occasione di questa festa molto sentita, che affonda le sue radici in una antica storia di devozione e preghiera, si è svolto un press tour organizzato da Befree in collaborazione con il Comune di Porto Cesareo, che ha visto coinvolti giornalisti, blogger, enti del turismo e instagramers provenienti da tutta la Puglia.
Purtroppo noi di Città Meridiane non abbiamo potuto partecipare alla prima giornata del tour in cui i partecipanti hanno visitato il parco archeologico di Rudiae e il laboratorio di ceramiche di Tonio Bisconti a San Pietro in Lama, con tappa gastronomia nell’home-restaurant di Leonardo Pezzolla che per l’occasione è stato coadiuvato dal sommelier e barman Elia Calò.

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Ma siamo arrivati in tempo, la domenica mattina, per la visita al Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan” di Porto Cesareo in cui siamo stati accolti dall’Assessore alla Cultura Paola Cozzella e dalla consigliera con delega al Turismo Katia Basile e accompagnati dalla preparata guida Francesca Lombardo, delegata dall’Università del Salento che insieme alla Provincia di Lecce e al Comune di Porto Cesareo gestiscono la struttura.

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Molto interessante e istruttivo il giro nella struttura che accoglie la collezione malacologica donata dal Parenzan, una tra le più complete collezioni di conchiglie del Mediterraneo (1556 specie e varietà diverse), mai catalogata prima. Tra gli altri reperti esposti pesci, tartarughe, uccelli, foche, delfini e un gigantesco esemplare di Squalo Elefante lungo sette metri, che con gran sorpresa abbiamo scoperto essere un cucciolo!

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Mentre simbolo del museo è una grande tartaruga liuto (Dermochelis coriacea), catturata in una tonnara a nord di Porto Cesareo nel maggio del 1966. Un altro elemento che ci ha molto incuriosito e che a prima vista sembrava uno sgabello, è una delle vertebre caudali di un capodoglio trovato spiaggiato. Una delle ultime realizzazioni nell’ambito della struttura è stata la Sala della Pesca, in cui sono esposti modelli in resina dei pesci pescati sul posto accompagnati da schede esplicative, risultato della proficua collaborazione del Museo con i pescatori del luogo.

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Dopo la visita era previsto un giro in barca nell’area marina protetta di Porto Cesareo con la circumnavigazione dell’Isola dei Conigli, ma le avverse condizioni meteo e la bassa marea non l’hanno consentito. Per cui si è optato per la visita alla Torre Lapillo, splendido esempio di architettura militare appartenente a quel “cordone” di avvistamento lungo le coste salentine per evitare le invasioni turche che ne comprende ben 80. La torre è stata perfettamente restaurata e oggi è sede del Centro di Educazione Ambientale coordinato da Mino Buccolieri.

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Al suo interno è possibile aggirarsi nelle stanze e persino nella profonda cisterna scavata al di sotto del livello del mare ed è un vero spettacolo guardare il tramonto nelle acque placide dello Ionio dal terrazzo munito di caditoie.

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Prima della scalata eravamo stati rifocillati da Matteo Zecca nel suo arioso e luminoso locale Bacino Grande, sulla spiaggia a nord di Porto Cesareo.

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E ora torniamo alla Fòcara e alla sua storia. Più recente di quella più conosciuta e più grande di Novoli con cui condivide il Santo, la sua tradizione risale al 1937 quando Oronza Colelli si rivolse in preghiera a Sant’Antonio chiedendo il ritorno del figlio, Edmondo Martina, dalla guerra. Da allora si svolge ogni anno una settimana dopo quella di Novoli, per ringraziare l’abate protettore di fuoco e animali del ritorno a casa del soldato sano e salvo. Il comitato parrocchiale, presieduto da Antonio Martina, ha organizzato una serie di appuntamenti, civili e religiosi, iniziati il 17 gennaio e culminati con l’accensione del grande falò in fascine di ulivi dalla forma tronco-piramidale e base quadrata un’altezza di 8,50 metri, una dimensione di base pari a 10 metri di diametro, illuminata dai fuochi pirotecnici a cura della ditta Cosma di Monteroni.

La festa è continuata con l’esibizione dal vivo del gruppo Mediterraneo, mentre noi un po’ infreddoliti siamo stati ospitati dal Comune di Porto Cesareo presso il Tortuga Restaurant all’Isola Beach dove siamo stati coccolati da Pierpaolo Panarese tra antipasti di mare e gustose pizze.
Poi, mentre la Focara ha continuato ad ardere come auspicio di pace e accoglienza, simboleggiando l’attesa per il risveglio della natura e per la stagione primaverile, siamo stati accolti per la notte nel bed and breakfast L’Isola, un palazzetto dal colore rosso acceso affacciato sul mare e l’Isola dei Conigli.

Il mattino dopo è arrivato il momento dei saluti e del piccolo cadeaux legato a questo meraviglioso mare: il tonnetto in olio d’oliva dell’azienda Colimena (www.tonnocolimena.it) in territorio di Avetrana il cui nome rimanda a un’altra torre che si erge imponente e maestosa a pochi chilometri a nord di Porto Cesareo.

Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan”
Via Vespucci, 13/17 – Porto Cesareo (Le)
Info: +39 0833 569502 – +39 0832 298854
museobiologiamarina.unisalento.itmuseobiologiamarina@unisalento.it

Torre Lapillo
Via di Torre Lapillo – Porto Cesareo (Le)
Info: +39 331 1148539 – www.ceaportocesareo.itinfo@ceaportocesareo.it

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