Il territorio tra Monopoli, Fasano e Ostuni, negli ultimi anni aperto a un turismo di qualità grazie alle eccellenti strutture ricettive della zona, può essere considerato da sempre un triangolo d’oro per le prerogative offerte. Che, a ben vedere, sono lì da secoli: una campagna ordinata e feconda in cui principali protagonisti sono gli imponenti e contorti ulivi e i carrubi centenari, una ricchezza storica e archeologica senza pari e il valore aggiunto di complessi imponenti e magnifici, che è poco lusinghiero definire masserie, a due passi dal mare.

Il territorio tra Monopoli, Fasano e Ostuni ha una ricchezza storica e archeologica senza pari

Ma prima ancora di chi ora si gode la zona in modalità relax e vacanza, questa era stata scelta come sede abitativa da numerose comunità dalla civiltà raffinata, come si evince dagli insediamenti rupestri che vantano chiese ipogee imponenti e ricche di interessanti affreschi.
Le popolazioni che qui si insediarono scelsero le lame, solchi profondi scavati dalle piogge nel calcare, come luoghi ideali per realizzare nel malleabile tufo case-grotte e le grotte-chiese, nelle cavità naturali ampliate da successive lavorazioni.

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Un altro elemento favorevole allo stanziamento nei secoli scorsi è stato il clima che nella zona è particolarmente mite e ideale per la coltivazione dell’ulivo, del mandorlo, degli agrumi e anche di cereali e ortaggi. Non bisogna tralasciare poi che nel periodo in cui questi luoghi erano abitati le coste erano infestate dai predatori saraceni o berberi per cui le lame, a volte difficilmente raggiungibili e celate dalla fitta macchia mediterranea, rappresentavano un rifugio ideale.

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La lama più importante e interessante del territorio, sia per la bellezza del paesaggio che per gli insediamenti complessi e una chiesa di notevoli dimensioni e di grande valore artistico, è quella chiamata Lama d’Antico (Strada Provinciale Fasano-Savelletri, Contrada Sarzano, Fasano –www.lamadantico.it info@lamadantico.it).

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Nella visita in questo luogo affascinante e fuori del tempo, ci accompagnano Giuseppe della Cooperativa ARS Archeologia, Restauro e Sviluppo (per info e visite tel. +39 328 3597517 – +39 338 8175123) e alcuni della numerosa colonia di gatti che ormai sono divenuti le guide ufficiali.

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Mentre ci addentriamo nel fondo della lama, arricchito da tanta vegetazione spontanea e secolari alberi di ulivo, ascoltiamo ciò che ci racconta Giuseppe che ci catapulta nella Puglia del tempo fra l’VIII e il XIII secolo d.C. contesa tra i Longobardi e i Bizantini.

Nei borghi raccolti nelle lame gli affreschi narrano una storia di pace e di felice convivenza tra le due culture con un uso contemporaneo del latino e del greco nonché compresenza di entrambi i riti.

Ciò non significa che non avessero rapporti con le autorità politiche imperanti – ci spiega Giuseppe – ma il loro isolamento consentì loro un’esistenza e una convivenza pacifiche.

Dunque è ormai archiviata l’ipotesi che voleva questi luoghi di culto come grotte eremitiche basiliane scelte da monaci provenienti dalla vicina Grecia. Del resto, aggiunge la nostra guida, San Basilio non fondò ordini religiosi tantomeno promosse l’eremitismo.
Prova inconfutabile dei contatti tra monachesimo greco e latino si trova nella chiesa rupestre di San Lorenzo in cui si trova l’affresco raffigurante, uno accanto all’altro, San Basilio e San Benedetto.

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