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Non capita spesso di essere accompagnati nella visita a un posto, peraltro meraviglioso e candidato tra i “luoghi del cuore” del FAI (Fondo Ambiente Italiano), da chi tra quelle mura ci è addirittura nato!

Il Museo del cavallo Murgese a Masseria Galeone

murgeseIl luogo, suggestivo e immerso tra gli ulivi, i fragni e i trulli della campagna di Martina Franca, è la Masseria Galeone posto fisso dell’UTB (Ufficio Territoriale per la Biodiversità), nonché scuola di equitazione del CFS, centro di allevamento e sede del Museo del cavallo Murgese.

Chi ci accompagna è il dottor Vito Ricci, che da circa ventisei anni si occupa come veterinario di questi splendidi cavalli dal manto scuro e lucente. Ma per il dottor Ricci si è trattato di un ritorno, dato che lui qui, nella stanza al primo piano che ora ospita la saletta per riunioni e conferenze, è nato e ha trascorso la sua prima infanzia.

Questa notizia ha dato un grande fascino alla visita della struttura, che cattura sin da subito e sin dal nome. Infatti Galeone deriva da galere o galee o galeoni, le grandi navi da guerra a remi e a forma di squalo utilizzate nel XVI secolo dai Veneziani. Il legno di fragno, albero molto diffuso in queste zone, era l’ideale per la costruzione dei Galeoni e venne adoperato dai Veneziani che si insediarono in quest’area, proprio dove oggi sorge il complesso demaniale. Dopo la cacciata dei Veneziani, alla fine del XVI secolo, Galeone divenne proprietà della Chiesa e la masseria fu concessa in fitto ad alcune famiglie e fu utilizzata per l’allevamento del bestiame. Dagli anni ’70 è poi stata assegnata al Corpo Forestale dello Stato come sede della scuola di equitazione, con 40 posti letto, cucina e mensa.

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A raccontarci la storia del grande complesso costituito da trulli e da un grande edificio a due piani, il collaboratore capo Girolamo Moschetti, che ci accompagna alla scoperta del cavallo murgese guidandoci tra le sei sale del MuMur-Museo didattico del cavallo Murgese, con oltre 100 metri di pannelli didattici, immagini e postazioni video, attivo da tre anni e visitabile su appuntamento. Primo Museo nel suo genere in Italia propone un nuovo approccio alla conoscenza del cavallo in generale e della razza Murgese in particolare. Il percorso del museo è una sorta di viaggio che, dalla notte dei tempi sino ai nostri giorni, ripercorre l’evoluzione del cavallo conducendo il visitatore fino alle prime testimonianze della razza Murgese. Una volta superata la selleria, è arrivato il momento di entrare nelle scuderie e di fare la conoscenza di questi straordinari animali dagli occhi dolci e dal manto testa di moro. Presso la masseria sono sessanta i cavalli, mentre le fattrici sono ospitate in un’altra struttura a Gorgofreddo.

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E’ bello avvicinarsi e accarezzare dolcemente il loro muso, guardarli mentre passeggiano immaginandoli protagonisti di tante avventure del passato. Secondo alcuni i primi esemplari furono portati in Puglia da Federico II. Poi i Veneziani, cominciarono a incrociare le loro giumente di cui erano tanto gelosi, dette “lupifere”, con gli stalloni dei re Aragonesi. Ma è nel 1556 che inizia la vera storia del Murgese, dovuta a due esponenti della famiglia Acquaviva d’Aragona, il conte di Conversano Andrea Matteo e suo figlio Giulio Antonio IV, che nelle loro tenute selezionarono questo morello dalla robustezza notevole che, secoli più tardi, fu molto apprezzato anche dai briganti diventando un’altra volta protagonista nella storia.

Oggi grazie alla loro straordinaria prestanza fisica, l’elevata intelligenza e l’alta versatilità, il C.F.S li utilizza per l’espletamento dei servizi di pattuglia nelle Riserve Naturali e nei Parchi Nazionali di varie Regioni Italiane. Sono inoltre molto robusti e vivono bene all’aria aperta, d’estate trovando riposo all’ombra delle maestose querce secolari mentre in inverno si riparano nei boschi cedui dal vento e dalle frequenti gelate.

murgeseMoschetti ci spiega che i loro arti forti con appiombi perfetti e zoccoli duri sono una delle più importanti caratteristiche di questa razza che in passato non veniva nemmeno ferrata. In più sono molto resistenti alle malattie e la loro pelle forte e spessa li protegge dalle punture d’insetto e dai graffi della vegetazione del sottobosco.

Il metodo usato con questi cavalli qui alla Masseria Galeone è la doma dolce che consiste nell’utilizzare, durante l’addestramento, il gioco per educarli al comando ma anche a non aver paura dei suoni e della confusione, instaurando un rapporto basato sulla fiducia.

Consigliamo di visitare la Masseria Galeone per fare la conoscenza di uno dei cavalli più belli, ma soprattutto per guardare da vicino questi animali e incrociare i loro occhi dolci e vivaci che esprimono allo stesso tempo fierezza e buona indole.

Masseria Galeone (scuola di equitazione CFS) – c.da Curcio, Martina Franca
Orari e giorni di apertura: le visite guidate sono da concordare con il personale CFS in servizio presso la struttura contattando l’Ufficio Territoriale Biodiversità di Martina Franca (TA) in Via Alcide de Gasperi, n.3
Tel +39 080 4306471 – utb.martinafranca@corpoforestale.it

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