Votiva è il titolo di una mostra d’arte ideata dall’artista Giovanni Lamorgese, barese di nascita ma salentino d’adozione, che ha scelto Parabita come sede di vita e di lavoro. Ma definirla mostra o esposizione di opere d’arte è limitante e non riesce a darne un’idea completa.
Votiva, un museo all’aperto
Perché il progetto Votiva è un vero e proprio museo all’aperto che ha fatto delle edicole votive dislocate un po’ ovunque nella splendida cittadina salentina delle postazioni di arte contemporanea. Sono stati coinvolti diversi artisti chiamati a raccolta dal direttore artistico barese su richiesta del sindaco di Parabita Stefano Prete che usufruendo di un finanziamento regionale ha puntato sulla costituzione di un nuovo patrimonio artistico per la sua città.
Tutto è nato dalla prima edicola realizzata dall’artista Lamorgese che sulla facciata della sua abitazione ha voluto ospitare, in quella che era una nicchia ormai vuota, un’Addolorata in frantumi. Questa è poi diventata la numero zero del percorso Votiva rientrante nel più vasto format “Parabita per il contemporaneo” e curato da Flaminia Bononi e Laura Perrone.
Sedici gli artisti italiani e internazionali coinvolti: Francesco Arena, Chiara Camoni, Ludovica Carbotta, Claire Fontaine, Gianni Dessì, Ektor Garcia, Helena Hladilovà, Felice Levini, Claudia Losi, K.R.M. Mooney, Liliana Moro, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luigi Presicce, Namsal Siedlecki e Michelangelo Pistoletto, la cui edicola sarà inaugurata a luglio.
Tutte le opere di questi artisti, arrivati a Parabita da Brindisi, Roma, Biella, Torino, Piacenza, Milano, ma anche dall’Albania, dalla Repubblica Ceca e dagli Stati Uniti, sono site specific, ideate e create per l’esposizione permanente e segnano un itinerario che attraversa il centro storico di un paese già sorprendente per la bellezza e la magnificenza dei suoi palazzi e delle sue chiese, ma destinato a divenire una nuova meta dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.
Snodandosi attraverso il centro storico del borgo, infatti, il percorso espositivo accompagna i visitatori alla riscoperta degli spazi urbani, valorizzando il patrimonio culturale del borgo e allo stesso tempo sottolineando il grande valore della tradizione spirituale attraverso la trasformazione delle edicole votive in spazi espositivi.
Come ci ha evidenziato Giovanni Lamorgese, alla base di Votiva c’è la volontà di creare un dialogo tra passato e presente, offrendo una nuova visione dell’arte contemporanea ma con il coinvolgimento della comunità.
Alcune edicole votive, realizzate nella seconda metà del Novecento, sono state scelte perché dismesse o svuotate da ogni elemento devozionale, oppure in quanto versavano in uno stato incuria; altre sono state aperte proprio in occasione di Votiva, replicando le forme delle edicole storiche.
Diverse le interpretazioni, le tematiche e le tecniche degli artisti coinvolti in questa prima edizione di Votiva inaugurata l’11 maggio scorso. Seguendo questo filo di Arianna che si snoda tra vicoli e piazzette della cittadina si scoprono le bellezze di Parabita, centro abitato sin dai tempi più remoti e noto per le sue Veneri, due statuette in osso di cavallo di epoca preistorica, rinvenute nel 1965 in una grotta che si trovano oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto.
Passeggiando per il borgo si rimane sorpresi dalla magnificenza delle dimore nobiliari come Palazzo dei Veneziani o Palazzo Lopez Y Royo e dall’imponenza del bellissimo castello, di proprietà privata e interdetto al pubblico, che deve la sua attuale fisionomia al proprietario Raffaele Elia che nel 1911 rese la fortezza adatta ai bisogni abitativi della famiglia.
Sotto le imponenti mura, spicca il rosa della Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XIII secolo e recentemente restaurata. Conserva le spoglie di san Vincenzo Martire provenienti dalle catacombe di Commodilla a Roma e una splendida volta affrescata nella sacrestia che abbiamo potuto ammirare grazie a Don Giuseppe Marsano che ha consentito l’ingresso in chiesa anche al nostro Otto.
La visita al borgo, tra i più belli ed eleganti del Salento, andrà sicuramente replicata: abbiamo promesso a Giovanni Lamorgese di andare a trovarlo presto per ammirare la sua Addolorata in frantumi, l’edicola numero zero del percorso Votiva. E magari lo faremo in occasione dell’inaugurazione dell’opera di Michelangelo Pistoletto, completando il giro con le altre interpretazioni artistiche che arricchiranno in modo permanente la cittadina salentina e a cui sicuramente se ne aggiungeranno altre nell’immediato futuro nell’ambito del progetto “Parabita per il contemporaneo”.