Conoscevo Vico del Gargano per aver passeggiato da piccola tra i vicoli quando, insieme alla mia famiglia, trascorrevo le vacanze a Peschici. Poi, ci sono tornata con Michele: e Vico è diventata tappa fissa durante i nostri giri sul Gargano per acquistare gli squisiti formaggi di capra da Dora Facenna.
San Valentino e Terrarancia a Vico del Gargano
Ma visitare il borgo, durante la prima edizione di Terrarancia, evento svoltosi tra il 16 e il 18 febbraio e organizzato da Regione Puglia, Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia, Parco Nazionale del Gargano, Comune di Vico del Gargano, con la presenza del Consorzio Gargano Agrumi, in collaborazione con Di terra di mare e RedHot e con il patrocinio di Symbola e Puglia Promozione, ci ha coinvolto in una maniera tutta diversa, facendoci innamorare del paese e dei suoi abitanti.
Perché, se il primo intento della manifestazione è stato quello di valorizzare il patrimonio degli agrumeti storici del Gargano mettendo a valore prodotto, territorio e turismo, tanto altro ha donato a Vico questa kermesse che ha registrato un bel successo tra consensi e partecipazione, animando i vicoli e le piazze del centro storico del paese, già annoverato tra “I Borghi più Belli d’Italia”.
Poi noi ci siamo stati con il nostro Otto, perfetta mascotte per questo evento dato che è ghiotto di agrumi e ha particolarmente apprezzato le arance del Gargano, frutto degli agrumeti del promontorio che sono tra i più antichi d’Italia.
Arrivati a Vico siamo stati amabilmente accolti dal dottor Mario D’Altilia, pediatra prestato al turismo che insieme al figlio Valentino ha ristrutturato dieci piccole abitazioni situate nella parte più suggestiva del borgo, quella ai piedi del castello.
Qui siamo stati ospiti nella casetta Sirena, che prende il suo nome da una sinuosa scultura in legno che sembra si tuffi tra il verde della campagna circostante e il blu del cielo, e che fa parte delle Case Vacanza Al Borgo Antico (Via Stefanelli, 58 – Tel. +39 0884 968101 – +39 329 2620763 – info@pugliaborgovacanze.it).
La tre giorni a Vico si è aperta con il taglio del nastro della manifestazione, inaugurata dal sindaco Michele Sementino insieme all’assessore alla Cultura Raffaele Sciscio, che ha dato il via all’apertura degli stand del villaggio enogastronomico sparsi tra le strade lastricate del borgo sulle quali si affacciano le caratteristiche case “a pujedd” (a schiera con scala esterna).
Mentre attendiamo il taglio del nastro seguito dal dono del libro creato apposta per il sindaco Sementino, l’artista Anna Maria Perdonò dell’associazione “Creare con stile” ci spiega che oltre il libro c’è… arte. Infatti dai volumi, privati della loro tradizionale funzione, vengono creati veri e propri oggetti artistici dagli effetti affascinanti, esposti qui a Vico in occasione di Terrarancia per la prima volta.
Il clou di tutto l’evento si è svolto all’interno del Palazzo Della Bella, costruito nel XX secolo e ispirato al modello dell’architettura neo-gotica fiorentina di Palazzo Vecchio. Qui si sono svolti i Laboratori del Gusto degli chef Nazario Biscotti de “Le Antiche Sere” di Lesina, Nicola Russo di Al Primo Piano di Foggia, Peppe Zullo da Orsara di Puglia affiancato dalla signora Maria vichese doc, Domenico Cilenti di “Porta di Basso” di Peschici e Leonardo Vescera de “Il Capriccio” di Vieste.
E tra un assaggio e l’altro di prelibatezze che hanno posto sempre al centro della preparazione l’arancia di Vico, presentate brillantemente dalle giornaliste Antonella Petitti e Tatiana Bellizzi, si trova anche il tempo di visitare le mostre “Color d’Arancio, Color d’Amore” a cura di Marco Lepore e Isabella Ferrante e “Vico, il Paese dell’Amore” a cura di Potito Casparrini.
Le salette del palazzo, poi, sono state cornice ideale anche per l’esposizione, molto curata e colorata, dei preziosi merletti del laboratorio artigianale “L’arte del filo a fuselli” di Torremaggiore, dei colorati vasetti di marmellata della signora Liliana Iacoviello di Masseria Bosco delle Rose di Lavello, dei profumati formaggi e salumi prodotti dal Molino a Vento di Biccari, dei deliziosi patè prodotti da Lidia Antonacci per la sua azienda Mio padre è un albero, serviti su crostini di pane a forma di cuore creati da Pascal Barbato dell’Antica Panetteria Fulgaro di San Marco in Lamis, e di tante altre prelibatezze e curiosità.
Da premio l’installazione di food scenography, in cui design, cibo e paesaggio si incontrano in “Paesaggi al dente”, curata da Ddum Studio che con arance, pasta, biscotti ed elementi vegetali ha rappresentato le nuvole, le case, le rondini e gli agrumeti di Vico del Gargano.
In attesa della presentazione del libro “TrumpAdvisor” di Alessio Giannone, alias Pinuccio, nell’atrio del palazzo ci siamo riscaldati con un bicchiere di Bianca del Gargano, la birra prodotta dal birrificio foggiano Ebers in collaborazione con il Ristorante al Trabucco da Mimì.
E poi la sera a cena da Osteria da Miki durante la quale abbiamo assaporato i robusti piatti tipici del territorio insieme alla piacevole compagnia e agli aneddoti di Peppino, il simpatico proprietario.
Il sabato mattina è stato dedicato al convegno “Il bello e il buono della nostra terra”, moderato da Antonella Millarte, giornalista e coordinatrice della Guida al Buon Gusto di Puglia e Basilicata.
Vi hanno partecipato il sindaco Michele Sementino, il presidente del Consorzio Agrumi Alfredo Ricucci, l’onorevole Colomba Mongiello vice presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Contraffazione, l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Leo Di Gioia, il vice presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gargano Claudio Costanzucci Paolino e il segretario generale della Fondazione Symbola Fabio Renzi.
Durante l’incontro, al quale attento e silenzioso in platea ha partecipato anche Otto, abbiamo raccolto qualche notizia in più sugli agrumeti del Gargano che si estendono su un’area di circa 800-1000 ettari nei territori di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi e sono il risultato di accurate pratiche agricole, tanto da rientrare nella recentissima legge sulla tutela degli agrumeti storici. Non solo. Gli agrumi del Gargano sono stati il primo prodotto pugliese a essere riconosciuto dalla Slow Food e l’unico prodotto IGP di Capitanata – come ha sottolineato Alfredo Ricucci, presidente del Consorzio Agrumi Gargano, che oggi conta 50 iscritti e che si impegna a tutelare il marchio e darne visibilità.
Insomma l’arancia e l’evento Terrarancia, potrebbero garantire un turismo sano e destagionalizzato, seguendo il trend del cosiddetto Apulia lifestyle, lo stile di vita pugliese che ha un impatto positivo sugli aspetti salutistici, ambientali e socio-economici del territorio.
A chiusura del convegno, dopo un giro tra gli stand del mercatino, ci siamo fermati a pranzo da Radici dei giovani Leonardo e Martina che, come suggerisce il nome, si propone di continuare la tradizione attraverso i piatti locali come pan cotto alla vichese con fagioli, patate e rape, le irresistibili olive fritte al profumo d’arancia, l’insalata di arance e il roticello alla vicaiola, con lampascioni, patate, turciniello, muscisca e capocollo di maiale.
Il centro storico davvero suggestivo e suddiviso nei rioni Terra, Civita e Casale, lo abbiamo visitato grazie alla guida turistica Davide Rinaldi che ci ha fatto scoprire il “borgo dell’amore” di chiara e antica origine slava, non solo raccontandocene la storia ma anche e soprattutto gli aneddoti legati al passato ma anche al presente.
Ma potevamo lasciare Vico senza aver assaggiato uno dei suoi piatti forti? Stiamo parlando della Paposcia, detta anche “Pizza a Vamp”, cioè cotta con la “vampa” (fiamma) del forno a legna, una sorta di focaccia ricavata da una noce di pasta di pane lievitata e passata al forno il cui nome deriva dalla forma allungata e schiacciata che ricorda una pantofola che nel dialetto locale si chiama proprio “Paposcia”. La farcia tradizionale è formaggio locale e olio d’oliva, ma è buona riempita con qualsiasi ingrediente proprio come ce l’ha proposta Edoardo, sotto le volte scavate nella roccia de Il trappeto, uno dei luoghi più magici di Vico dove ancora si può immaginare la fatica di uomini e animali per trarre dalle olive il prezioso succo.
E, a proposito di succo, come potremmo definire la nostra esperienza a Vico durante Terrarancia? Ebbene grazie a questo evento che si è integrato perfettamente con la festa patronale in onore di San Valentino, patrono da ben 400 anni della cittadina garganica, di Vico ci siamo follemente innamorati anche noi, compreso Otto che ha fatto scorpacciate di arance, e quindi non possiamo che augurarci, insieme al sindaco Michele Sementino e all’assessore alla Cultura Raffaele Sciscio, che questa manifestazione si ripeta negli anni.
Portando sempre più gente ad ammirare il borgo vestito a festa per l’occasione con ornamenti di arance e di alloro, che come ci ha spiegato la nostra guida Davide veniva un tempo usato come protezione per gli alberi dai venti freddi provenienti dal mare, e con oggetti di arredo urbano realizzati all’uncinetto con materiale da riciclo dalle donne dell’Associazione Auser Nuova Vita, che sono state insignite del Premio San Valentino 2018, iniziativa volta a dare un riconoscimento a ‘Il Bello e il Buono della nostra Terra’.
Premio consegnato anche a Maria Voto e il suo laboratorio di tessitura, Antonio Rignanese che tramanda e divulga l’antica tradizione liutaia, Alfredo Ricucci presidente del Consorzio Agrumi Gargano, per aver promosso la tutela e la valorizzazione delle oasi agrumarie del Gargano, l’On. Colomba Mongiello per aver sostenuto e ottenuto l’approvazione delle norme destinate a tutelare e valorizzare la produzione agrumicola italiana e gli agrumeti storici del Gargano e all’assessore Leo Di Gioia, per l’attuazione di programmi finalizzati alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari certificate e tipiche della Puglia, nonché all’amministrazione di Vico del Gargano per aver creduto in Terrarancia ed essersi adoperata per la realizzazione dell’evento.
Alla prossima!
Che bellissimo resoconto 😍 grazie anche per tutte le foto, mi hai fatto sentire partecipe dell’evento ❤️ E poi il Gargano è una terra fantastica che merita di essere vista e vissuta!
Grazie Silvia! Il nostro intento è proprio questo: raccontare i luoghi ma anche chi li abita e poi, soprattutto, le emozioni vissute. E ti garantiamo che in questa prima edizione di Terrarancia ne abbiamo provate molte!