Ci siamo occupati del Molise con una toccata e fuga a Termoli, ma avevamo promesso di tornarci e di raccontare un po’ per volta questa regione appartata, quasi interamente montana, poco conosciuta anche da chi viaggia alla scoperta dei piccoli paradisi di casa nostra.

A Venafro tra storia e arte

E abbiamo cominciato a mantenere la promessa visitando Venafro, una tra le più interessanti e meno note cittadine dell’interno molisano. L’occasione ce l’ha fornita su un piatto d’argento la marchesa Dorothy Volpe che ci ha invitato a trascorrere un weekend presso la sua elegante Dimora del Prete, uno dei palazzi storici meglio conservati del borgo, per il nostro primo viaggio con Otto.

Venafro

Secondo antiche fonti Venafrum fu fondata da Diomede, ma denuncia dal nome origine sannitica. Certa è la sua importanza dovuta al fatto di essere il naturale crocevia tra la fascia costiera e l’interno.

Venafro

Se volete comprendere subito il luogo in cui siete, vi consigliamo di visitare i due luoghi simbolo della cittadina: il Museo Archeologico, ospitato nell’ex convento di Santa Chiara, e il Castello Pandone. Sono visitabili entrambi con un unico biglietto cumulativo di soli 4 euro anche in momenti diversi; è sufficiente conservare e mostrare il biglietto. E, come traveldog dobbiamo sottolineare che, in entrambe le sedi, si sono offerti di accudire Otto per poterci dare tutto il tempo necessario a effettuare le visite.

Presso il museo, inaugurato nel 1996, sono conservati i reperti rinvenuti negli scavi in città e nelle zone limitrofe. Nella visita ci accompagna il preparatissimo Giovanni Iannacone che cattura tutta la nostra attenzione con le descrizioni delle opere esposte.

Venafro

Nel chiostro trovano posto alcune iscrizioni funerarie e materiale relativo all’acquedotto di Venafro, tra cui la lastra calcarea su cui è inciso l’editto augusteo relativo alla sua manutenzione chiamata “Tavola Acquaria”.

Al piano superiore gli elementi di maggior rilievo sono la statua di Venere, copia di una delle più famose dell’antichità, la Venere Landolina, ritrovata durante uno scavo nel 1958, e due grandi figure maschili che al momento del ritrovamento vennero identificate in Augusto e Tiberio.

Venafro

Nelle altre sale sono esposti elementi della decorazione architettonica del teatro romano e oggetti vari come lucerne, piccole sculture, vasellame di ceramica e vetro.

Tra gli oggetti recuperati ci sono piaciute moltissimo due statue: Venere Genitrix, un busto di una struggente bellezza, coperto da un velo sottile e quasi trasparente, che piuttosto che celare mette in evidenza capezzoli, ventre leggermente prominente e pube e l’altra, più piccola, Igea con il simbolo del serpente sacro.

Venafro
Ph. dal sito pm-mol@beniculturali.it

Una delle sale raccoglie la Collezione Alessandro Del Prete, donata dalla famiglia proprietaria del magnifico palazzo, Dimora del Prete, che ci ospita a Venafro. Qui è esposto materiale lapideo di età imperiale. Molto interessanti anche i resti di un piccolo venafrano di 8000 anni fa, rinvenuti insieme a oggetti in selce e ossidiana durante gli scavi per il gasdotto, e gli scacchi in osso considerati i più antichi d’Europa e risalenti al X secolo d.C.

Venafro
Ph. dal sito pm-mol@beniculturali.it

Intrigante la teoria di un giovane studioso di cui ci parla il signor Iannacone secondo cui la damnatio memoriae che ha occultato i tratti di alcune statue e fatto perdere le tracce dei nobili abitanti di dimore patrizie di cui rimangono ricercati affreschi e mosaici pavimentali, sia da attribuire alla volontà di cancellare dalla storia di Venafro un suo illustre cittadino, Ponzio Pilato. Ciò sarebbe innanzitutto attestato dalle probabili origini abruzzesi-molisane del procuratore romano ma anche dalle stelle di David che ornano un mosaico di uno dei palazzi suddetti.

Venafro
Ph. dal sito pm-mol@beniculturali.it

L’ultima parte della visita è tutta dedicata alla città monastica di San Vincenzo al Volturno, artefice della ricchezza e dello splendore di un’abbazia altomedievale tra le più affascinanti, cuore del potere benedettino in Europa. Purtroppo non abbiamo fatto in tempo a visitare questo luogo in cui sono sorte nei secoli ben due importanti abbazie, da un lato e dall’altro del fiume Volturno, e in cui si cela un vero e proprio tesoro: la cripta del vescovo Epifanio, affrescata con splendide e ben conservate pitture del IX secolo.

VenafroLo faremo la prossima primavera, aggiungendo altri siti imperdibili qui in Molise come Sepino e Pietrabbondante, come promesso alla marchesa Dorothy Volpe, che ci ha invitato a tornare a trovarla: noi e, soprattutto, il nostro acchiappacoccole Otto.

Museo Archeologico di Venafro
Via Garibaldi 10
Tel. +39 0865 900742  
pm-mol.polomusealedelmolise.it
Giorni e orari di apertura: da martedì a domenica e festivi dalle 8 alle 19.

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