Alle pendici del Monte Santa Croce si erge il Castello Pandone, circondato da imponenti mura sorvegliate da torri dalle quali si spazia su tutta la piana del Volturno e in cui sono raccolti mille anni di arte e storia tra Molise e Campania.

La visita al borgo antico

Venafro

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La visita parte dal piano nobile del castello in cui protagonisti sono i cavalli affrescati sulle pareti commissionati da Enrico Pandone: si tratta dei ritratti di 26 stalloni in grandezza naturale che rappresentano i favoriti della sua scuderia.

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Ogni esemplare è caratterizzato da selle eleganti e dal marchio a fuoco dei Pandone, un rombo iscritto in un quadrato e sormontato da una croce, con al centro la lettera H, ed è accompagnato da annotazioni riguardanti la razza, l’età e il nome.

Nelle altre sale del maniero sono esposte opere del territorio regionale, nonché provenienti dai depositi dei Musei di Capodimonte e San Martino di Napoli, della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma e del Palazzo Reale di Caserta. Incantevole il polittico con scene della Passione di Cristo, realizzato in alabastro nel XV secolo da una bottega inglese di Nottingham.

Venafro

La visita a Venafro, dopo aver approfondito la storia del borgo al Museo archeologico e al Castello, procede con la passeggiata nel centro storico.

Venafro

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Scendendo dalla fortezza verso la barocca chiesa dell’Annunziata, raccolta in una piazzetta decorata da loggette vezzose e con la facciata realizzata con materiale di spoglio proveniente dal vicino teatro romano, abbiamo avuto la fortuna di incontrare due gentilissimi signori che ci hanno accompagnati alla scoperta de la Purtella. Questa è una piccola via coperta bassa e tortuosa lunga 5 metri che oggi collega due stradine ed era probabilmente in epoca medioevale un passaggio segreto usato come via di fuga per andare al di fuori delle mura: non l’avremmo mai potuta individuare da soli!

Il giro continua tra imponenti dimore, tra cui Palazzo Cimorelli che ospitò Vittorio Emanuele II la notte precedente all’incontro di Teano, Palazzo Caracciolo, una massiccia e quadrata torre difensiva coronata da forte merlatura, e il Palazzo Municipale.

Venafro

Doverosa la sosta davanti al monumento ai Caduti che commemorano le 400 vittime, un centinaio di inermi cittadini e 300 militari francesi, che persero la vita il 15 marzo 1944 a causa del drammatico errore per cui gli aerei americani riversarono tonnellate di bombe, dirette alla vicina Montecassino roccaforte tedesca, su Venafro. Sulla stessa piazza si affaccia la settecentesca chiesa del Purgatorio.

Venafro

Venafro era denominata “città delle 33 chiese” dal considerevole numero di edifici religiosi che la punteggiano e tra i quali si distinguono la concattedrale di Santa Maria Assunta e la basilica santuario dei SS. Martiri Nicandro, Marciano e Daria, protettori della città.

Tornando indietro nel tempo, dell’antica Venafrum rimangono le Mura ciclopiche e, nei pressi, il Teatro Romano, uno dei monumenti più importanti, rilevante per le sue dimensioni.

Venafro

Dall’altra parte della città l’Anfiteatro, chiamato “Verlasce”, sulle cui originarie strutture sono state edificate successivamente costruzioni che ne seguono l’andamento ellittico e che regalano al luogo un grande fascino.

Venafro

La nostra passeggiata è terminata alle sorgenti dell’altro corso d’acqua che solca la piana su cui emerge Venafro, il San Bartolomeo e che si collocano proprio al centro del paese, dove si trova il laghetto “la pescara” con il palazzetto Liberty e la fontana delle quattro cannelle. Nel parco intorno Otto ha giocato nel verde e ha guardato incuriosito le grandi oche che ormai qui vivono stabilmente.

Venafro

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In auto abbiamo invece raggiunto il Parco Oraziano, meglio conosciuto dai venafrani come “Campaglione”, divenuto Parco Regionale Agricolo Storico dell’Olivo di Venafro, un’area protetta a salvaguardia del patrimonio olivicolo del territorio e degli splenditi olivi secolari di cui Venafro è ricca, vantando anche una propria specie autoctona, l’Aurino.

Venafro

Oltre l’olio, da portar via come souvenir goloso, vi consigliamo “i v’scuott”, i taralli di Venafro, anelli intrecciati di croccante pasta di pane.

Venafro

Tutto questo girare vi ha fatto venire fame? Fermatevi da Brothers Cafè Bistrot per gustare specialità molisane e campane che ricordano gli antichi confini, Venafro era inserita nella Terra di Lavoro in area di Caserta, e le origini di Dario e Maria Rita che sono di Mondragone.

Museo Nazionale del Molise Castello Pandone
Via Tre Cappelle 
Tel.: +39 0865 904698 – pm-mol.polomusealedelmolise.it
Giorni e orari di apertura: da martedì a domenica e festivi dalle 8 alle 19.

2 COMMENTS

  1. Splendido il Castello di Pandone e molto interessante il Borgo di Venafro, mete sconosciute fino ad ora. Non si smette mai di imparare 😳

  2. Anche per noi che ce l’abbiamo vicino il Molise è tutto da scoprire! E ci stiamo dando da fare… 🙂

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