Un vino che è un Caos!

ViaggidiViniUn vino che è un Caos!
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Un vino che è un Caos. Dove e perché? I nostri #ViaggidiVini ci hanno portato a Gioi in Cilento presso la Cantina di Antonio Bianco. Il vanto di questo piccolo borgo arroccato a quasi 700 metri sul balcone che guarda il mare e da dove, quando il cielo è sereno, si scorge la rocca di età angioina di Elea Velia che domina il litorale compreso tra la Marina di Ascea e quella di Casal Velino, è la soppressata.

Il Caos rosso di Antonio Bianco

La Soppressata di Gioi è un Presidio Slow Food che prende il nome da un’antica tradizione nella preparazione di questo salume realizzato con la carne più magra della coscia del maiale che viene sminuzzata finemente, condita con sale e pepe nero e arricchita all’interno con un filetto di lardo. Non potevamo certo lasciarcela scappare e abbiamo addirittura fatto aprire un’ora prima la bottega al centro del paese per poterla acquistare e portare a casa come goloso souvenir.

Tutto questo mentre attendevamo Antonio Bianco che siamo riusciti a rintracciare grazie alla stessa signora che ci ha agevolato l’acquisto della soppressata e che ci ha prestato il suo cellulare dato che i nostri erano entrambi off line. Arrivato Antonio siamo entrati al piano terra del palazzo sede della cantina che prende il nome dal padre di Antonio, Nicola, in quanto è stato lui a voler produrre vino in questo territorio. Entrando lo sguardo viene catturato dai grandi orci in terracotta per il vino e per l’olio con il loro coperchio in legno che occupano gran parte dell’atrio.

Una piccola porta conduce agli ambienti che ospitano la cantina e un’osteria in cui vengono serviti piatti schietti e semplici che come ci dice Antonio fanno da accompagnamento ai suoi vini contadini. Sono due, un bianco e un rosso, prodotti come si è sempre fatto, senza fronzoli, chimica ed eccesso di trattamenti.

Caos

Dopo averci condotto nella visita alla cantina vera e propria, ricavata sotto le volte del palazzo del ‘500 poi ampliato nel ‘700, Antonio riappare con un tagliere di legno con fette di soppressata per accompagnare il rustico aperitivo a base di Iango, che nel nome riporta al bianco come si dice nell’idioma locale ma anche al cognome di famiglia. Il colore del vino è leggermente aranciato e nel bicchiere si presenta piuttosto torbido.

Questo vino bianco, ci spiega Antonio, viene ricavato da uve Moscato e Malvasia e conserva il gusto del vino che una volta si faceva in casa. Un vino da bere giovane che mantiene a naso note profumate e tendenti al dolce ma che in bocca rivela un gusto secco che si sposa perfettamente alla sapidità del salume locale.

A seguire abbiamo assaggiato anche Caos, il vino rosso chiamato così perché frutto di ben dodici vitigni diversi, tra quelli autoctoni come le varietà di Aglianico, dall’Aglianicone all’Aglianichino, dall’Aglianico del Vulture a quello di Benevento, al Mangiaguerra. E poi Sangiovese, Montepulciano, Barbera, Merlot, Primitivo e uve bianche come Malvasia e Moscatello selvatico: tutto coltivato su un ettaro di terra per una produzione totale di 7000 bottiglie. In realtà sul nome del vino avevamo scherzato con Antonio perché, dato il suo ritardo dovuto all’aver dimenticato il nostro appuntamento pomeridiano, abbiamo pensato che il caos gli appartenesse di natura!

Una bella risata aveva dunque già riscaldato l’atmosfera della cantina che purtroppo pesanti infiltrazioni causate dalle forti piogge durante le operazioni di restauro del palazzo hanno reso molto umida. La muffa nera ha ricoperto tutto, dalle assi in legno delle volte fino alla carrozzeria della vecchia 500: un reperto che certo non ti aspetti nella cantina di un antico palazzo!

Caos

Tornando a Caos, è un vino che avvolge lingua e palato con i suoi tannini morbidi ed è sorprendente come un mix di così tante uve determini una grande armonia sia a naso che in bocca. La giusta acidità viene donata al vino dalla piccola percentuale di uva a bacca bianca che assicura al contempo profumo e freschezza. Caos è un vino naturale, come tiene a sottolineare Antonio, prodotto da uve coltivate in modo tradizionale. Dopo aver riposato in affinamento per diciotto mesi in botti di castagno e ciliegio nella cantina storica, si abbina in modo ideale ai piatti della cucina cilentana.

Caos

Le botti sono quelle che Antonio ci ha mostrato guardate a vista dalla 500 del padre Nicola e realizzate con il legno che abbonda da queste parti ricavato da alberi di castagno e dai grossi tronchi dei ciliegi che qui raggiungono dimensioni davvero notevoli.
Il vino nel bicchiere assume nuances violacee e si esprime con gradevoli e freschi profumi, mentre bevendolo si apprezzano il suo grado alcolico di 13 gradi e i sapori di frutta a bacca rossa come il ribes, di more, di prugne e di ciliegie riportando immediatamente alla mente i paesaggi tipici del Cilento che circondano il piccolo borgo di Gioi.

Cantine Nicola Bianco
Via Puoti, 2 – Gioi (SA)
Info: +39 339 2078507

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