Chi per la prima volta arriva a Torino con l’idea di trovare una città grigia e dall’atmosfera un po’ triste, dovrà ricredersi. Perché poi quando la si conosce si ha la sorpresa di una bellezza inaspettata. Come diceva Giorgio De Chirico: “La bellezza di Torino non si svela che poco per volta simile a una Gorgone buona e onesta che sa quanto costa a quelle che hanno la disgrazia di vedere la sua faccia intensamente e a un tratto. E’ infatti una bellezza che in alcuni casi può essere fatale”.

La bellezza di Torino non si svela che poco per volta

Sono molti i luoghi da non perdere. Basta lasciarsi guidare dalla curiosità e passeggiare tra i suggestivi portici, le piazze e gli edifici storici. Naturalmente una giornata è assolutamente insufficiente per conoscerla a fondo. Quindi noi ci proponiamo un assaggio della città partendo da piazza Castello, il centro monumentale disegnato nel 1587 dall’architetto Ascanio Vitozzi per volere di Carlo Emanuele II. La piazza è dominata da Palazzo Madama (Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00; chiuso il martedì, tel. +39 011 4433501 – palazzomadama@fondazionetorinomusei.it), maniero medievale da un lato e notevole esempio di barocco dall’altro con la magnifica facciata, opera di Filippo Juvarra.

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Sulla stessa piazza anche il Palazzo Reale (Chiuso tutti i lunedì e il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre. E’ aperto gratuitamente ogni prima domenica del mese, tel. +39 011 4361455 – pr-to@beniculturali.it), la residenza ufficiale della famiglia sabauda fino al 1865. Al suo interno abbiamo visitato gli appartamenti privati del re Carlo Alberto e della regina Maria Teresa, le sale di rappresentanza e il salone da ballo che poteva ospitare fino a duecento persone.

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Il salotto della città è invece piazza San Carlo con le chiese gemelle di San Carlo e Santa Cristina, i suoi bar e i suoi caffè. Noi ci siamo fermati allo storico Caffè San Carlo (Piazza S. Carlo, 156, Tel. +39 011 532586), inaugurato nel 1822: un trionfo neoclassico di specchi, capitelli e colonne dove gustare al ricco buffet affettati, torte salate, verdure, formaggi, primi e secondi piatti. Per uno spuntino più veloce e leggero, invece, si va al Mulassano (piazza Castello 15, Tel. +39 011 547990 – www.caffemulassano.com – info@caffemulassano.com). Anche questo locale è storico e pieno di fregi e decori con un bancone in marmo dove sono sistemati in bella mostra toast e tramezzini che sono nati proprio qui negli Anni Venti.
Il “dopo” non può che essere il Bicerin, il meraviglioso intruglio di cioccolato, caffè e fior di latte che faceva impazzire Cavour. Si beve nel piccolissimo e omonimo locale (piazza della Consolata, Tel. +39 011 4369325 – www.bicerin.it bicerin@bicerin.it) davanti al Santuario della Consolata sin dal 1763.

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A pochi passi si entra nel cortile di Palazzo Carignano, l’edificio dove nacque Vittorio Emanuele II e che ospitò il parlamento subalpino , lo studio di Cavour e l’aula del primo parlamento italiano.

Alle spalle del palazzo dall’originale facciata in mattoni rossi dalle linee concave e convesse, si apre l’elegante Galleria Subalpina in cui sembra di passeggiare all’insegna del fascino d’altri tempi, tra scintillanti vetrine d’antan.

Torino, con i suoi ventisette chilometri di portici, è una città che invita a passeggiare. E una camminata di dieci minuti conduce alla Mole Antonelliana, simbolo della città grazie ai suoi 167,5 metri d’altezza, progettata da Alessandro Antonelli.

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Al suo interno il Museo del Cinema (via Montebello 20, aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 20.00 e il sabato dalle 9.00 alle 23.00, chiuso il martedì tel. +39 011 8125658 – www.museocinema.it), struttura scenografica, ricca di effetti sonori e luminosi. Da non perdere le sale ispirate ai film che hanno fatto la storia del cinema. E poi biblioteca con 20mila volumi, 140mila fotografie, 150mila manifesti e 5.650 film: un vero spettacolo!

C’è anche un ascensore panoramico che sale fino alla punta della Mole, da dove si gode un’ottima vista della città. Non si può rinunciare a un selfie con Torino sullo sfondo!

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In città le atmosfere magiche non si vivono solo nelle sale ospitate nella grande architettura eclettica della Mole. Torino è con Lione e Praga uno dei vertici del triangolo europeo dell’esoterismo. Due statue segnano il luogo più magico, punto di equilibrio di misteriose energie: quelle di Castore e Polluce tra cui è compresa la cancellata di Palazzo Reale, segno di divisione tra sacro e diabolico. Sotto la chiesa della Gran Madre di Dio, secondo le tradizioni esoteriche, è sepolto il Santo Graal, mentre dalla fontana del Frejus, in piazza Statuto, si scenderebbe direttamente agli Inferi e l’angelo che la sovrasta altri non sarebbe che Lucifero.

Tutto questo girovagare in un’atmosfera di sacro e profano vi ha messo appetito? E’ giunto il momento di concedersi un bel bollito misto: pezzi di vitello, tra cui la testina, manzo, gallina, zampetti di maiale che si condiscono con salse fredde chiamate bagnet. Sono verdi quelle con aglio, prezzemolo, mollica di pane imbevuta di olio e aceto; rosse se preparate con pomodoro, carota, peperoncino e mostarda d’uva, cognà, con uva, pere, cannella, chiodi di garofano e nocciole.

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Per gustarlo ci siamo spostati a Carrù dove ogni anno, il secondo giovedì antecedente al Natale, si celebra la Fiera del Bue Grasso caratterizzata dalla preparazione del piatto tipico: il bollito, piatto preferito da Vittorio Emanuele II. Rigorosamente preparato secondo la rigida “regola del sette” il gran bollito misto alla Piemontese della Trattoria Vascello d’Oro (Via San Giuseppe, Carrù – Tel. +39 0173 75478 – www.vascellodoro.it – info@vascellodoro.it). Sul carrello sono apparsi, fumanti e profumati, i sette tagli di uno dei piatti più monumentali della tradizione gastronomica italiana: tenerone, scaramella, muscolo di coscia, stinco, spalla, fiocco di punta, cappello del prete. In pentole diverse vengono cotti i sette ornamenti: la testina di vitello completa di musetto, la lingua, lo zampino, la coda, la gallina, il cotechino e la rolata. Anche se a questo punto sarà molto difficile non sentirsi più che sazi, non si può rinunciare ai deliziosi dolci della casa serviti anche loro sul carrello: un carico di delizie, dalla torta alle nocciole, al bunèt, il tipico budino con cacao, tuorli d’uovo sbattuti, amaretti sbriciolati e latte, fino alle pere cotte nel Nebbiolo e moscato.

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