Vernole sorge a sud di Lecce e include nel suo territorio uno dei tratti più suggestivi della costa adriatica che comprende la riserva Le Cesine, oasi naturalistica di rara bellezza attualmente gestita dal WWF, e la cittadella fortificata Acaya, risalente al Cinquecento.
Il borgo incorpora anche le frazioni di Strudà, Acquarica di Lecce, Pisignano, Vanze e le marine di San Cataldo e Torre Specchia.

Passeggiate tra natura e storia

Nella cittadina da visitare il frantoio ipogeo Caffa nel ventre della piazza principale e al quale si accede attraverso una scalinata che conduce a un ambiente principale dove si trova la vasca per la spremitura delle olive, del 1500 circa, e ai lati le presse del tipo “alla calabrese” e “genovese”, del 1700. Interamente conservati anche la stalla con la mangiatoia per gli animali ed i vani per la conservazione dell’olio e delle olive non ancora lavorate, utilizzati fino al 1898. Abbandonato e riempito di terreno, è stato recentemente recuperato, e conserva inalterato il fascino dei tempi antichi quando sottoterra, per ben sei-sette mesi lavoravano, senza mai risalire in superficie perché si aveva paura dei possibili furti, i frantoiani.

Vernole e Acaya

All’interno la squadra era chiamata ciurma e il caposquadra era il nachiru, da nocchiero come sulle navi: era lui che faceva le veci del proprietario e controllava il duro lavoro di chi produceva olio per il sapone, che poi veniva imbarcato per Genova e Marsiglia, o per le lampade, che partiva per il Nord Europa. La terminologia usata per il lavoro dei frantoi riprendeva termini legati alla marineria, perché coloro che d’inverno molivano le olive, d’estate lavoravano sulle barche.

Per gli amanti della natura irrinunciabile la visita alla riserva naturale Le Cesine, oasi che racchiude nel suo territorio una grande varietà di habitat naturali, sentieri e capanne di osservazione per ammirare la sua fauna e la sua flora, le pinete, la macchia mediterranea e gli animali che le abitano. Nella passeggiata occhio a riconoscere alcune delle piante che caratterizzano questa zona: la ruchetta marina, la piantaggine, il finocchio marino, il ginepro fenicio, il giglio e la violacciocca di mare.

Vernole e Acaya

Ma il vero simbolo del territorio di Vernole è la città fortificata di Acaya, costruita per combattere le invasioni turche del XVI secolo. Si tratta di una vera e propria cittadella autosufficiente, infatti tra le sue mura ci sono un pozzo di acqua sorgiva per il sostentamento, un frantoio ipogeo e decine di silos scavati nella roccia, per la raccolta e la conservazione delle derrate alimentari. Il castello fu costruito nel 1506 dal barone-architetto Gian Giacomo e rappresenta la chiara volontà di trasformare il piccolo e antico casale di Segine in una vera città-fortezza.

Vernole e Acaya

Vernole e AcayaCiò che rende unica la cittadina nel panorama pugliese è che può a buon diritto appartenere all’elenco delle “città ideali” sul suolo italiano come Pienza, Palmanova, Monteriggioni, San Leucio e altre.

Cos’è una “città ideale”? Si tratta di una struttura urbana progettata con schemi spesso geometrici, un piccolo gioiello architettonico che nasce da un’utopia o dalla visione di un signore come in questo caso il barone Gian Giacomo dell’Acaya che si occupò anche di elaborare i progetti dei castelli di Lecce e di Crotone.

Vernole e Acaya

Acaya ha la forma di un quadrato, con i lati lunghi 250 metri e ai quattro angoli i bastioni a “punta di lancia”. Agli estremi della diagonale nord-sud si situano il Castello e il Convento dei Francescani. Al centro della città, subito dopo l’arco monumentale di accesso, c’è la piazza con la Chiesa Matrice.

Vernole e Acaya

L’ingresso alla città sorprende per la sua importanza con Porta Terra sulla quale spiccano lo stemma e l’epigrafe dedicatoria a Carlo V.

La sua struttura a gradoni culmina nella statua di Sant’Oronzo, mentre nel doppio arco si nascondono sistemi di difesa come le caditoie.

A sinistra la mole del Castello s’impone superba con il fossato, l’appuntito bastione, le imponenti torri circolari, la facciata e il cortile con il ponte d’ingresso.

Vernole e Acaya

Varcato l’ingresso ci i trova nella corte sulla quale si affacciano i locali residenziali, l’appartamento nobile, la sala ennagonale, le scuderie e la bellissima Dormitio Virginis affrescata.

Vernole e Acaya

Se si socchiudono gli occhi quel tanto da non porre attenzione alle auto parcheggiate sulla piazza sembra di poter vivere in prima persona quei tempi in cui Gian Giacomo riceveva qui, nella sua Acaya, la nobiltà salentina, letterati e uomini di spada, fiero della sua cittadina e del suo sogno realizzato.

Vernole e Acaya

Se poi i morsi allo stomaco vi riportano nella realtà, non esitate a raggiungere la Trattoria Acaya (via Rugge 13 – +39 0832 861104 – +39 347 4084175 – trattoriaacaya@libero.it) per assaggiare, accolti da Oliviero nel giardino di un’antica corte settecentesca sotto profumati alberi di limoni e mandarini, le tipicità salentine come fave e cicoria, ciceri e tria, la tajeddha (tiella di patate con riso, cozze e zucchine) e i pezzetti di cavallo al sugo. Il tempo trascorre lento ed è gradevole ascoltare la storia di questa trattoria indissolubilmente legata a quella del paese tanto da riprenderne il nome e che da più di venti anni rappresenta un punto di riferimento per la cucina salentina di tradizione.

(Foto di copertina di Lucilla Cuman)

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