Oggi vi portiamo sul Ponte di Pinzano. Per ben quattro motivi. Il primo è quello che è uno dei migliori affacci sul Tagliamento, il fiume simbolo della Regione, sia per la lunghezza del suo corso, che per l’estensione del suo bacino, entrambi interamente compresi nei confini del Friuli.
Con vista sul maestoso Tagliamento
La sorgente si trova sui limiti del Cadore e il suo sbocco nell’Adriatico fra le lagune di Marano e di Caorle. Il fiume, anche se maestoso, presenta un greto molto spesso asciutto per la sua forte permeabilità, e ha una bellezza selvaggia e affascinante grazie ai suoi colori che virano dall’azzurro al verde profondo.
Il secondo motivo è che il ponte ha letteralmente fatto la storia in quanto costruito sulla parte più stretta del maestoso corso d’acqua utilizzata per l’attraversamento di barche, traghetti e ponti in legno.
Solo all’inizio del Novecento fu realizzato questo ponte in cemento armato, che però ebbe vita breve, perché fu fatto saltare durante la Prima Guerra Mondiale. Ricostruito, venne danneggiato durante la piena del 1966 e successivamente ripristinato.
Da qui parte un sentiero della memoria proposto dal Museo all’aperto “I luoghi della Grande Guerra nel Friuli collinare” che non richiede particolare preparazione fisica e che permette di raggiungere i luoghi strategici, tra cui Ragogna, dove si concentrarono le difese dei reparti italiani in ritirata dopo Caporetto.
Passeggiare in silenzio tra questi boschi con la vista che spazia sul greto del più grande fiume del Friuli regala grandi emozioni e anche commozione pensando alle tante giovani vite spezzate durante il primo e il secondo conflitto mondiale.
All’imbocco del ponte è ben visibile una targa che commemora il capitano Teodoro Moggio e i suoi uomini della Brigata Bologna, che si contraddistinse per la strenua difesa della testa di ponte a San Pietro, resistendo anche dopo che il Comando Supremo italiano aveva ordinato la distruzione di tutti i passaggi sul Tagliamento. Il 1° novembre 1917 il ponte di Pinzano venne fatto brillare mentre gli uomini della Brigata Bologna si trovavano ancora sulla riva sinistra del fiume. Bloccati in tutte le direzioni, i soldati italiani vennero catturati dalle truppe austro-germaniche che concessero ai prigionieri l’onore delle armi.
Il Friuli venne coinvolto profondamente anche nella Seconda Guerra Mondiale e la Regione fu sottoposta ai primi bombardamenti aerei Alleati. A seguito dell’8 settembre il Terzo Reich controllò in maniera diretta il Friuli con la creazione dell’Adriatisches Kustenland unendo le provincie di Gorizia, Lubiana, Udine, Fiume e Pola e stabilì il trasferimento qui di migliaia di cosacchi.
Per esplorare la zona e saperne di più sulle guerre che si combatterono qui, vi consigliamo di contattare il Museo della Grande Guerra di Ragogna: www.grandeguerra-ragogna.it.
Terzo motivo: lo spettacolare ponte sul Tagliamento, detto anche il re dei fiumi alpini, è il passaggio obbligato per chi vuol passare dalla provincia di Udine a quella di Pordenone.
Quarto e ultimo motivo: è nei paraggi di San Daniele. E non è un caso che siamo venuti qui, su consiglio di Teresa Coradazzi dell’omonimo prosciuttificio facente parte del Consorzio San Daniele, subito dopo la visita allo stesso (di cui parliamo in un post dedicato in #buongusto).
Perché è proprio questa la zona in cui i venti che soffiano dalle Alpi si incrociano con quelli provenienti dall’Adriatico e vengono regolati dall’umidità delle acque del Tagliamento raggiungendo la temperatura ottimale per garantire la perfetta stagionatura del famosissimo e squisito prosciutto.
Ci fermiamo al centro del ponte e respiriamo quest’aria buona a tutti polmoni: se fa così bene alle cosce di maiale destinate a diventare prosciutti non può che far bene anche a noi!
Anche il borgo di San Daniele fu fortemente danneggiato dal terremoto del 6 maggio 1976 e ricostruito in gran parte. Nella parte alta del paese sorge il Duomo dedicato a San Michele Arcangelo, dalla fastosa facciata ornata di statue e preceduta da una scalinata.
Di fronte all’imponente ma incompiuto campanile si trova una casa trecentesca porticata al cui interno è conservata una esposizione di cimeli storici militari. Molto interessante anche la Civica Biblioteca Guarneriana, una delle più antiche d’Italia, che raccoglie numerosi incunaboli e preziosi codici miniati.
Arrivare qui e non assaggiare il celebre prosciutto sarebbe un delitto! Per cui fermatevi proprio sotto le mura del Duomo all’Enoteca Prosciutteria La Corte di Bacco (piazza Vittorio Emanuele II 15, +39 349 0734258 – +39 0432 957004). La prima cosa da cui sarete rapiti sarà la gentilezza dei ragazzi che accolgono gli amici a quattro zampe con lo stesso calore riservato a noi bipedi che ci siamo deliziati con frico, formaggi locali e naturalmente abbondanti piatti di prosciutto di San Daniele tagliato a fette sottili.