Un notevole salto nel tempo ci porta sulla costa ionica a Santa Maria al Bagno, una delle marine di Nardò, caratterizzata da una meravigliosa mezzaluna di sabbia fine e bianchissima e da quattro possenti pilastri che sono ciò che rimane della superba Torre del Fiume, oggi chiamata Quattro Colonne.
Museo della Memoria e dell’Accoglienza
Qui, in questo piccolo borgo di pescatori poi scelto dalle famiglie nobili di Nardò per costruire le loro residenze estive, negli ultimi due anni dopo la II guerra mondiale giunsero gli ebrei scampati allo sterminio e alle persecuzioni nazi-fasciste.
Si fermarono in Salento, nei campi di transito allestiti a Santa Maria al Bagno, Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca, in attesa di partire per la Palestina nelle terre del futuro stato di Israele. Non si sa bene il numero di coloro che, tra il 1945 e il 1947, trovarono rifugio nelle ville e nelle abitazioni di villeggiatura, transitando dalla piccola cittadina in cui fu ospitata anche la Sinagoga in una casa della piazzetta principale nei locali dove attualmente c’è il Bar Piccadilly.
Si tramanda che qui furono di passaggio anche personalità politiche importanti per la nascita dello Stato di Israele, da David Ben Gurion primo Presidente dello Stato d’Israele nel 1948 a Golda Meir che sarà Primo Ministro.
Ma di questa storia nella Storia non tutti sanno per cui è importante parlarne e divulgare quell’amore verso il prossimo che qui trovò chi scampò all’orrore nazista e che è ben documentato dalla mostra fotografica allestita nel Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno.
Dove sono presenti anche i tre murales realizzati sui muri di una casetta ora in rovina e non distante dal museo, che raffigurano la diaspora e il lungo esodo che ha condotto gli ebrei in Salento con la speranza di raggiungere la Terra Promessa.
Guidati dal dottor Giuliano Rizzo responsabile dell’ufficio URP del Comune di Nardò, sfiliamo in silenzio davanti ai murales realizzati da Zvi Miller e custoditi all’interno del bianco complesso progettato dall’architetto Luca Zevi, mentre l’inquietudine lascia spazio a una strana sensazione di gioia quando ci inoltriamo nelle altre sale: quella in cui una teca conserva ancora l’unico abito da sposa utilizzato da tutte coloro che nel campo convolarono a nozze e quelle con i muri zeppi di fotografie con i visi raggianti di chi, nonostante l’estrema povertà e le ristrettezze, sorride alla vita perché ha visto la morte con gli occhi.
Da sottolineare che la Città di Nardò ha ottenuto il 27 gennaio 2005 dall’allora Presidente Ciampi la Medaglia d’Oro al Merito Civile per aver dato assistenza agli ebrei liberati dai campi di sterminio.
Questo altissimo riconoscimento si deve al grande clamore destato nel 2001 dalla ricerca da parte dell’ex profugo Jacob Ehrlich dell’amico Vittorio Perrone conosciuto negli anni ’40 e poi perso di vista. Grazie alla stampa e a internet i due si sono ritrovati, moltissima gente è venuta a conoscenza di una storia ormai dimenticata e sono state salvaguardate testimonianze uniche al mondo. E i due sono ancora lì, immortalati insieme a una bicicletta, quella che il profugo ebbe in regalo da ragazzino dal neretino, nella versione d’epoca e in quella che li ritrae pochi anni fa: nella stessa posa e con lo stesso sorriso.
Museo della Memoria e dell’Accoglienza
Lungomare Lamarmora – Santa Maria al Bagno
Ingresso gratuito.
Per ulteriori informazioni su giorni e orari d’apertura:
Urp Comune di Nardò +39 0833 838308 – +39 0833 838339