Rudiae, la patria di Quinto Ennio

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Rudiae e il suo Parco archeologico sono i protagonisti del nostro racconto che, tassello dopo tassello, sta cercando di dare una visione sempre più ampia e completa dell’area del Salento e del suo capoluogo. Il sito di Rudiae si trova a poca distanza da Lecce e lo abbiamo visitato, insieme al nostro Otto, con la guida dell’archeologo Pio Panarelli dell’Università del Salento.

Rudiae, dalla Messapia a Roma

In questa stessa zona erano tre le città messapiche e tutte molto vicine: Rudiae, Lupiae poi divenuta Lecce e Cavallino. Questo denota l’importanza di questa porzione di territorio e la sua funzione strategica, testimoniata dalla presenza di tratti di cinte di mura concentriche a difesa delle cittadine, come nel caso di Cavallino e di strade basolate oggi ancora visibili e perfettamente conservate come a Rudiae, città prima messapica (VII sec. a.C.) e poi romana (III sec. a.C.), famosa per aver dato i natali al padre della letteratura latina Quinto Ennio (239-169 a.C.).

Il percorso di visita comincia dall’area di Fondo Acchiatura, dove emergono le strutture archeologiche messe in luce nel corso degli scavi degli anni ’50. L’archeologo ci ha fatto notare le due strade ortogonali, il luogo di culto e l’ipogeo ellenistico, al quale non è possibile accedere.

Fruibili dal 2018 gli scavi archeologici, avviati sin dalla seconda metà dell’Ottocento grazie al Duca Sigismondo Castromediano con la direzione di Luigi De Simone, che hanno svelato aree di necropoli, tombe ipogee scavate nella roccia, porzioni delle fortificazioni messapiche, oltre a luoghi di culto ed edifici pubblici di età romana.

Rudiae

Ma solo nel 2014 è stato portato alla luce l’Anfiteatro romano, al quale si accede attraverso un varco nel muretto a secco. Da qui si ha una magnifica vista del monumento costruito durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.), di cui non si conserva l’arco di entrata ma sono visibili le scale che portavano alle gradinate e le alte mura che fungevano anche da contenimento per il lacus, la cisterna a cielo aperto che raccoglieva le acque piovane.

Nella cavea si scende passando su una rampa di scale in acciaio. Qui abbiamo abbinato alla visita reale quella virtuale supportata dal tour su tablet che permette di scoprire tutte le fasi di costruzione a partire dall’Età messapica, quando fu realizzata la cisterna, fino ad arrivare alla costruzione dell’anfiteatro nei primi anni del II sec. d.C., durante il regno di Traiano.

Rudiae

Ma l’elemento più singolare è stato rinvenuto su una iscrizione da cui si è potuto risalire al nome di chi ha fatto edificare l’anfiteatro che poteva contenere fino a 8000 persone. Si tratta infatti di una figura femminile, Otacilia Secundilla, una giovane donna romana vissuta a Rudiae duemila anni fa. Le ultime ricerche ne hanno rintracciato le origini come figlia del console Marco Tacilio Catulo attraverso un documento in cui Secundilla viene citata in giudizio dalla concubina del padre. Alla morte del genitore e divenuta sua erede universale non aveva consegnato la somma destinata alla donna con cui il padre conviveva dopo la morte della moglie ma vi fu poi costretta dalla sentenza del giudice.

Rudiae

Probabilmente – come ci ha spiegato l’archeologo – anche il progetto dell’anfiteatro si deve a Marco Tacilio Catulo e fu continuato e portato a termine dalla figlia che volle lasciare alla cittadina di Rudiae questo importante monumento, “fratello minore” di quello di Lupiae in piazza Sant’Oronzo a Lecce.

Rudiae

Purtroppo il sito nel tempo è stato distrutto e abbandonato sino alla seconda metà dell’800, quando, con l’istituzione della Commissione Conservatrice dei Monumenti Storici e di Belle Arti di Terra d’Otranto, il duca Castromediano promosse alcune campagne di scavo dirette da Luigi De Simone. Le indagini fecero emergere alcuni ipogei, numerose tombe, ceramiche figurate di produzione attica e italiota ed epigrafi messapiche e romane, che andarono a formare il nucleo principale del Museo Provinciale di Lecce, costituito nel 1868 su volontà del Castromediano. Tra il 1957 e il 1959, poi, si avvicendarono le campagne di scavo condotte sul campo da Giovanna Delli Ponti che riportarono alla luce due ipogei ellenistici, tratti di strade basolate ed edifici monumentali di età repubblicana.

Solo alla metà degli anni ’80 venne presentata al Ministero la proposta d’esproprio di Fondo Acchiatura e venne istituito il Parco archeologico di Rudiae. L’immediato futuro è quello della ripartenza delle campagne di scavo con il coordinamento scientifico di Francesco D’Andria in aree che potrebbero riservare altre interessanti sorprese dato che Rudiae è uno dei siti archeologici più importanti del Salento, oggi fruibile grazie al partenariato pubblico-privato per la promozione e valorizzazione stipulato tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, A.R.Va srl – spin off dell’Università del Salento e il Comune di Lecce.

Rudiae

Il Parco Archeologico di Rudiae dista da Lecce circa 3 km in direzione sud-ovest. L’ingresso al Parco, dotato di un parcheggio interno nell’area di Fondo Acchiatura, è situato in Via A. Mazzotta di fronte all’IISS Presta Columella.
Info e prenotazioni parcoarcheologicorudiae.it

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