Palazzo Donna Titì, costruito ai primi dell’800, è situato in una delle strade principali di Nardò entro la cinta murata del centro storico, nel rione o Pittaggio un tempo denominato “San Salvatore”. Per anni il palazzo è stato disabitato e abbandonato, ma ha sempre conservato e mantenuto l’impianto classico dei palazzi tipici del tessuto urbano cittadino.
Tra passato e presente
Il livello inferiore ospita un antico frantoio che risulta esistente già dagli inizi del 700, mentre il piano nobile è composto da un susseguirsi di saloni in cui sono stati conservati e totalmente recuperati i pavimenti originali.
Abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare Palazzo Donna Titì attraverso le parole di Maria Pia Falconieri e Monica Maietta, mamma e figlia, che hanno voluto ridare vita a questa casa di famiglia che nel nome ricorda la proprietaria, la nonna conosciuta da tutti come Donna Titì.
Nella sala dedicata alle colazioni, in cui sono esposti alcuni oggetti antichi che appartenevano alla famiglia, hanno detto all’unisono che è una casa a cui loro vogliono molto bene ed è stato naturale prendersene cura e condividerla con gli altri, i loro ospiti.
Nello stesso tempo è un progetto che, nato durante la pandemia e aperto al pubblico la scorsa estate, non finisce mai.
“Quando si ha a che fare con una struttura antica è necessario recuperare le partiture originali, cercando strategie per utilizzare gli spazi in chiave moderna. Ma allo stesso tempo vuoi sempre mettere a posto qualcosa” – ci dice Monica.
Che infatti per la prossima stagione calda vorrebbe mettere a disposizione degli ospiti di Palazzo Donna Titì anche il bel terrazzo che si affaccia sui tetti del centro storico di Nardò.
Nel palazzo si entra attraverso un cortile interno che in estate si trasforma in una zona da vivere in cui soffermarsi prima di salire al primo piano in cui si affacciano le sei camere e le accoglienti sale colazioni e living arredate con pezzi e suppellettili di famiglia o mobili realizzati su misura.
Tutto dialoga in armonia con la storia ma andando verso la modernità che garantisce comodità e praticità nelle stanze dalle alte volte a crociera e un’aria vissuta con i nuovi classici ed elementi di modernariato che provengono dalla collezione privata di Maria Pia che in passato ha gestito un negozio di arredamento e di design.
Quindi l’immediata impressione che si ha è quella di entrare in un luogo senza tempo dove passato, presente e futuro si fondono donando alla struttura un valore unico e immutabile nel rispetto della storia che pervade ogni angolo del palazzo. Proprio come unico è il valore che per Monica ha Palazzo Donna Titì, profondamente legato al ricordo della nonna che l’ha cresciuta.
E nel simbolo della struttura c’è il triplice abbraccio tra Monica, la mamma e Donna Titì che veglia su di loro e, perché no, sugli ospiti delle sei camere del palazzo.
Ogni stanza “parla” della tradizione salentina con un tocco eclettico e personale di freschezza dato dai decisi colori che connotano le camere che nel nome riportano ancora una volta al Salento.
Ci ha accolto il giallo solare di Pajare, che rimanda alle antiche costruzioni rurali locali, tipiche del posto, realizzate con la tecnica del muro a secco. Nell’ampia stanza spicca un grande focolare che oggi fa da raccolta sala lettura o “pensatoio”, facendo rivivere il passato in un’altra veste con semplicità, cura e rispetto.
Passato e presente sono belli da vivere anche nella camera Terrarossa, in cui come si intuisce subito, il colore predominante è il rosso e ogni cosa all’interno della stanza richiama questa tinta intensa e calda del terreno salentino.
Un colore scuro e caldo caratterizza Capasune che ricorda un altro elemento peculiare del Salento: la lavorazione in terracotta dei manufatti più diffusi nelle famiglie salentine come le “capase”, grandi contenitori in cui si conservavano i prodotti agricoli. Questa è l’unica camera singola che va prenotata insieme alla Pajare, con cui è comunicante, come famigliare.
L’altra stanza che si affaccia sul grande salone che fa da living room è la LuMare che riporta subito alla mente il blu delle acque più profonde e intense dello splendido mare del Salento con elementi in tinta e una grande doccia a vista che fa da testata al comodo letto matrimoniale.
In Ulie domina il colore verde delle olive e dell’olio. E derivano direttamente dal legno di ulivo alcuni elementi di arredo che con le sue incisive venature regala un deciso carattere all’ambiente.
Mentre l’unica che rimane più distante e si apre sull’ambiente in cui la fa da padrone il grande tavolo conviviale delle colazioni è Farnaru che affonda le sue radici nel passato e negli antichi utensili da cucina, come quello che si usava per setacciare la farina, chiamati “farnari” in idioma locale.
Tutte le camere hanno un loro fascino non scontato che che resiste nel tempo e che rendono Palazzo Donna Titì un luogo speciale che ci rimarrà nel cuore.
Palazzo Donna Titì
Via Don Minzoni, 11 – Nardò (LE)
Info: +39 327 0419333 – info@palazzodonnatiti.it