Lisetta Carmi ha lasciato il nostro mondo a luglio di due anni fa. Troppe volte avevo rimandato un appuntamento per poterla conoscere cercando il coraggio di rivolgerle magari qualche domanda senza lasciarmi sopraffare da quello sguardo trasparente con il potere di vedere oltre e dentro di te. Per procrastinare ho perso una grande occasione e me ne sono resa conto ancora più a fondo partecipando all’inaugurazione della mostra permanente che la sua Cisternino, che l’ha accolta per quasi 50 anni nella magica Valle d’Itria, le ha voluto dedicare: 31 le foto che lei stessa aveva donato nel 2020 alla comunità cistranese e che dal 13 luglio scorso sono in esposizione a Palazzo Lagravinese.
Gli scatti a Palazzo Lagravinese
Le foto, autografate e timbrate, costituiscono un patrimonio inestimabile e testimoniano il viaggio artistico e umano di Lisetta Carmi in una mostra ideata da NÙEVÙ Studio, allestita con la supervisione della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Artistici di Lecce-Brindisi e curata per la parte storico-didascalica dalla giornalista Lucilla Parlato.
Per l’occasione, a Cisternino prende il via una stagione di eventi legati alla compianta artista: “Lisetta 100”, un calendario pensato per celebrarne il centenario della nascita, realizzato con il sostegno della BCC di Locorotondo. Oltre alle mostre fotografiche, sono previste serate musicali e letterarie che gireranno sempre intorno ai temi legati a Cisternino e a Lisetta Carmi.
Ma chi era Lisetta Carmi e come mai aveva scelto Cisternino per vivere, come diceva lei, le ultime delle sue cinque vite?
Nata a Genova nel 1924 da una famiglia borghese di origine ebraica fu costretta a rifugiarsi in Svizzera a causa delle persecuzioni razziali. E’ stata un’ottima pianista, insegnante di musica, viaggiatrice, fotoreporter, autrice di libri, seguace di Babaji e fondatrice dell’Ashram Bhole Baba di Cisternino, sorto nel 1979 come primo nel mondo occidentale per diffondere il messaggio di Verità Semplicità ed Amore in Italia, un centro spirituale non religioso ancora attivo e aperto a persone di tutti i credi, dove non si fuma, non si beve alcol e si mangia vegetariano.
Nel 1986 è stato eretto il grande Tempio identico a quello di Hairakhan, località ai piedi del monte Kailash nel Kumaon sulle rive del fiume Gotama Ganga dove viveva il maestro e voluto dallo stesso Babaji come simbolo di unione profonda col suo Ashram in India. Fu, invece, nel 1976 che il maestro indiano la chiamò a sé chiedendole di diffondere il suo messaggio tra i bianchi trulli pugliesi: così a Contrada Portarino nacque l’Ashram, in quella Valle d’Itria che Lisetta Carmi non ha più voluto lasciare fino alla fine, dopo aver incontrato persone e scattato fotografie in ogni parte del mondo: Israele, Venezuela, Colombia, Messico, Afghanistan, India, Pakistan, Parigi, Marocco. Ma anche nella sua Genova città in cui realizza, tra il 1965 e il 1972, il reportage su travestiti e transessuali.
Perché a Cisternino? Era il posto giusto: una terra magica e sacra, contraddistinta dalla presenza delle stesse piante che si trovano in Israele e Palestina, come ulivi, mandorli, querce, fichi.
Qui a Palazzo Lagravinese, nel cuore del borgo, sono ora custoditi i suoi scatti che raffigurano i camalli di Genova, i “travestiti” di Via del Campo, i campi profughi palestinesi, i volti dei bambini in Afghanistan, Venezuela, Irlanda, Israele, India, la Sicilia con i testi dello scrittore Leonardo Sciascia, lo yogi Babaji a Herakkan e il volto intenso del poeta Ezra Pound.
Al primo piano del bel palazzo che dai vezzosi balconcini guarda i tetti aguzzi delle cummerse, dopo la mostra “Lisetta e noi”, che raccoglie le immagini dei cistranesi scattate in questi decenni a Lisetta, si alterneranno alcune mostre provvisorie di fotografi che hanno scelto di vivere nel territorio della Valle d’Itria. Dal 25 luglio al 10 agosto ci saranno le immagini in movimento di Diletta Di Paola scattate la scorsa primavera all’Ashram; dall’11 agosto al 7 settembre quelle del fotografo iraniano vincitore del Word Press Photo Manoocher Deghati; dall’8 al 18 settembre le immagini dei cistranesi immortalati negli anni ‘90 da Marcello Nitti per un poetico “come eravamo”; dal 19 settembre una mostra di oggetti “Le 5 vite di Lisetta Carmi” in collaborazione con Roberto Corsi, testimone dell’Ashram Bhole Baba.
Anche i libri donati da Lisetta Carmi hanno trovato una casa definitiva: il secondo piano della Biblioteca Comunale Tommaso Fiore, anche stavolta per volontà di Lisetta, che voleva renderli disponibili soprattutto per i giovani. Una preziosa collezione di volumi appartenuti alla fotografa, che raccolgono testi molto rari sulle religioni, l’agricoltura biologica, l’autoguarigione, la meditazione, lo yoga e Babaji, di cui un intero scaffale di libri in francese e in inglese, oltre a un buon numero di libri sulla Puglia e l’identità del territorio.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, dal lunedì al sabato dalle 19.00 alle 21.00 e la domenica dalle 10.00 alle 12.00.