La gondola è una delle immagini più tipiche e riconoscibili di Venezia e simbolo indiscusso della laguna. Nel 1580 si potevano contare circa 10.000 gondole, oggi ce ne sono circa 500, destinate a ogni occasione pubblica o privata: nuziali, funebri, da cerimonia, da regata, da nolo e “da parada”.

La gondola: unica al mondo

Unica al mondo, la gondola è un’imbarcazione asimmetrica e a scafo singolo, con il fondo piatto che consente di navigare anche in fondali bassissimi. A Venezia attualmente sono solo tre i cantieri ancora in attività, dove si realizzano e si riparano le gondole.

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Uno di essi si trova alla Giudecca, all’interno del Consorzio della Cantieristica Minore di Venezia e si occupa di progettazione e costruzione di altri tipi di imbarcazioni tradizionali veneziane, oltre alle gondole, come la Barena Cabinata, la “Posillipo” e la Topèta Veneziana. Tutte imbarcazioni che vengono realizzate con legni pregiati, trattati e lavorati con tecnologie all’avanguardia, senza però mai abbandonare completamente l’uso di tecniche di lavorazione tipiche della tradizione veneziana.

E proprio per capire meglio quali sono queste tecniche ci siamo discretamente affacciati nello squero, come abitualmente viene chiamato il cantiere in cui si riparano o si costruiscono le gondole e altre imbarcazioni a remi. Curiosando tra gli “scheletri” di legno delle imbarcazioni che assomigliano a ossa di grandi cetacei capovolti, abbiamo appreso come si costruisce una gondola.

I listelli laterali fissati alla sagoma sono piegati e incurvati uno ad uno su canne di palude. Poi, a un’estremità viene applicata acqua fredda, mentre l’altra viene riscaldata dal fuoco.

gondolaGrazie a questo sbalzo termico si crea la forma della gondola che alla fine risulterà composta da 280 diversi pezzi, fabbricati con varie essenze di legname, 8 per la precisione: abete, ciliegio, larice, mogano, olmo, rovere e tiglio. Lunga circa 11 metri, larga 150 centimetri, pesante quasi 4 quintali e di forma asimmetrica, con il lato sinistro più largo del destro, è caratterizzata da un lungo remo, manovrato appoggiandolo a una sorta di scalmo denominato fórcola, che si inserisce nel suo alloggiamento e viene sfilato dopo l’uso.

Una delle cose che lascia stupefatti i profani come noi è che malgrado la considerevole lunghezza, la gondola è estremamente maneggevole, grazie al fondo piatto e alla ridotta porzione di scafo immersa, e può essere manovrata anche in spazi angusti come le piccole e strette calli veneziane.

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Le manovre dei rematori che vogano alla veneta, cioè in piedi e rivolti verso la prua, e con un solo remo, richiedono però una notevole abilità da parte del gondoliere, che deve essere dotato di un senso dell’equilibrio molto sviluppato in quanto la posizione all’estremità della poppa è assai instabile. Altra curiosa tradizione legata all’uso delle gondole è quella di avvertire con la voce quando si svolta in un rio stretto, per evitare scontri: così i tipici richiami òhe sono diventati anche questi elementi tipici della città.

gondolaApprendiamo anche che il pettine o ferro di prua non è solo un abbellimento, ma ha lo scopo di proteggerla dalle collisioni. La tradizione vuole che la sua forma rappresenti i sei sestieri di Venezia i sei denti rivolti in avanti, la Giudecca il dente rivolto all’indietro e il cappello del Doge. L’archetto sopra il dente più alto del pettine rappresenta il Ponte di Rialto, mentre la ‘S’ che parte dal punto più alto per arrivare al punto più basso del ferro rappresenta il Canal Grande. A poppa c’è il riccio, più piccolo del ferro di prua e con funzioni di protezione dagli urti.

Il tradizionale colore nero dell’imbarcazione è dovuto all’origine all’uso della pece come impermeabilizzante dello scafo e dal 1600 esteso a tutta la barca con i decreti del Senato veneziano e dei Provveditori alle Pompe volti a limitare l’eccessivo sfarzo nella decorazione delle gondole, anticamente coperte di stoffe preziose e dorature.

gondolaLe famiglie nobili possedevano una o più gondole con cui si facevano trasportare nelle diverse occasioni. Per godere in estate del “fresco notturno” si concedevano vere e proprie passeggiate in barche de casada sul Canal Grande e i cosiddetti freschi diventavano occasioni di incontro e mondanità. Questa abitudine dette origine anche alla cosiddetta canzone da batèlo, ancora oggi è molto praticata a scopi turistici. D’inverno, invece, le gondole erano coperte da una cabina smontabile detta fèlze, per garantire riparo a chi vi viaggiava.

Ma quanto tempo è necessario per realizzare una gondola? Più di un anno di lavoro tra scafo, decori e particolari curati. Scopriamo poi che ogni gondola è unica nel suo genere, in quanto costruita non solo in base al peso e alla corporatura del gondoliere ma anche in funzione della zona della laguna in cui navigherà.

Ma come abbiamo già accennato, nello squero della Giudecca, oltre alle gondole, vengono costruite tutte le imbarcazioni tipiche della laguna, come la più grande caorlina esistente, a 24 remi, su commissione di un Comitato cittadino di Caorle: ed è proprio lì che l’abbiamo fotografata. Ma questa è un’altra storia che presto vi racconteremo.

Ora che sappiamo tutto su gondole & C. non ci resta che concederci un giro a bordo e la prossima volta a Venezia sicuramente non ci sfuggirà!

Intanto per chi si appresta a visitare la città, suggeriamo alcuni itinerari proposti da Civitatis come il giro in gondola sul Canal Grande e nei piccoli canali intorno al Teatro La Fenice https://www.civitatis.com/it/venezia/giro-gondola-venezia/?aid=5749 oppure un giro in barca al tramonto sul canale della Giudecca con delizioso aperitivo a base di Spritz https://www.civitatis.com/it/venezia/giro-barca-tramonto/?aid=5749.

I monumenti più significativi di Venezia possono essere visitati in due ore con un tour gratuito della città https://www.civitatis.com/it/venezia/free-tour-venezia/?aid=5749 oppure con un giro più approfondito che può includere anche la visita gratuita di una delle vetrerie più famose di Venezia https://www.civitatis.com/it/venezia/visita-guidata-venezia/?aid=5749.

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