La lavanda del Parco del Pollino prima ancora di conquistare il nostro sguardo ci cattura con il suo intenso profumo. Imboccando lo svincolo per Campotenese infatti l’effluvio, complice il vento a favore, giunge inconfondibile alle nostre narici.
Calabria da scoprire al profumo di lavanda
Poi lo scorgiamo: il Parco della Lavanda di Selene Rocco si distingue con i filari ordinati e colorati dei cespugli emergendo tra i pini e cinto da una corona di montagne. Siamo a Morano Calabro in provincia di Cosenza, nella contrada di Campotenese a oltre mille metri di altezza, immersi nel Parco Nazionale del Pollino.
Varcato il cancello color lavanda, ça va sans dire, siamo invitati a passeggiare liberamente tra le varie colture di questa pianta profumatissima. E ci aggiriamo tra i cespugli di lavanda dalle mille sfumature cromatiche, ammaliati dal “sapore” balsamico dell’aria e dai voli allegri delle farfalle che si posano sui fiori.
Siamo molto lontani da quella che a livello mondiale viene considerata la patria della lavanda, la regiome francese della Provenza, eppure vi assicuriamo che questo parco, che tra l’altro è il più esteso in Italia, non ha nulla da invidiare ai campi oltreconfine, anzi si concede un plus, quello dei monti sullo sfondo che lo rendono davvero unico.
Qui nel 2007 la famiglia Rocco decise di recuperare la lavanda autoctona, (lavanda loricata) battezzata “Loricanda” in onore del pino loricato una specie caratteristica di questi luoghi tanto da divenire il simbolo del Parco del Pollino. Fino agli anni ’50 a Campotenese e in tutta la zona intorno, si raccoglieva la lavanda, che una volta bollita e ottenuto un ottimo distillato, veniva venduta alle varie case farmaceutiche e anche per profumare un prodotto di punta di allora, la famosa Brillantina Linetti.
Ma dopo le opere di rimboschimento della fine degli anni ’50 quasi tutta la lavanda spontanea è scomparsa. Ce lo racconta Selene che ci accompagna nella visita e ci mostra la varietà locale, recuperata grazie alla collaborazione con il CNR di Bologna a cui vennero inviate tre vere piantine di lavanda che furono riprodotte in vitro mantenendo tutte le caratteristiche genetiche, e le altre 60 specie, compresi molti ibridi detti ‘lavandini’, che man mano sono stati impiantati nel parco con ottimi risultati.
La Loricanda, come ci fa notare Selene, è più bassa delle altre varietà e presenta fusti ricoperti da una spessa corteccia e steli e foglie corti e sottili per resistere al vento e far sopravvivere la pianta anche sotto la neve. Ma non bisogna farsi ingannare dal fatto che le infiorescenze sono piccole e con non più di cinque-otto fiori, in quanto ciò che perde in bellezza questa pianta lo ripaga con le qualità eccezionali che l’olio essenziale estratto da essa ha per la farmacopea e la cosmesi.
Le lavande più appariscenti sono ibridi, come Grosso, Super blu, Sumiens, Abrialis, che vengono coltivati per la loro intensa profumazione e i fiori da essiccare e infilare nei sacchetti profuma biancheria.
Oggi nel Parco dai fiori di lavanda viene estratto con distillazione a corrente di vapore all’interno di appositi contenitori in acciaio, l’olio essenziale destinato a curare il mal di testa, l’insonnia e le punture d’insetti, ma vengono ricavate anche tisane e profumazioni per l’ambiente. L’olio ha usi diversi a seconda della cultivar di lavanda distillata: quello ottenuto dalla Lavanda angustifolia (o lavanda vera) ha proprietà officinali fra cui una spiccata azione antisettica e antinfiammatoria. L’olio ricavato invece dai lavandini (ibridi) si usa per confezionare candele profumate o come profumo per ambienti. In bottega è possibile acquistare candele, profumatori d’ambiente, marmellate e creme.
Noi, che da sempre amiamo il profumo di fresco e pulito della lavanda, abbiamo acquistato i classici sacchetti da inserire nei cassetti tra la biancheria: un modo per sentire, ogni volta che si prende un lenzuolo o un telo da bagno, quell’odore che riporta indietro nel tempo alle estati trascorse nelle ville di famiglia in cui i fiori lilla venivano sistemati sui davanzali per tenere lontani ragni e scorpioni.
Ogni anno nel Parco della Lavanda giungono centinaia di turisti da ogni parte d’Italia, per passegiare tra i filari e visitare il giardino botanico, partecipando ai laboratori didattici per far conoscere le varie tipologie di lavanda. Volete anche voi passeggiare nel profumatissimo giardino monocromatico? Avete tempo fino ai primi giorni di agosto per ammirare questo piccolo angolo di Provenza italiana che si tinge delle varie nuances di viola, dal più chiaro al più scuro.
Per ulteriori info www.parcodellalavanda.it