In barca a Porto Cesareo con Lola&Calipso

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In barca a Porto Cesareo ci siamo stati tanti anni fa insieme al nostro Arturo. Con Otto fino a poco tempo ci siamo limitati a passeggiare per il lungo mare di questo antico borgo di pescatori oggi rinomata località turistica.

A bordo di Calipso a Porto Cesareo

L’occasione di esplorare in barca e dal mare questi luoghi che rientrano nell’Area marina protetta dal 1997, con i loro paesaggi incontaminati diventati dal 2006 Riserva naturale regionale “Palude del Conte e Duna Costiera”, ce l’hanno data Giovanni e Rubina, papà e figlia, proprietari della Lola & Calipso Escursioni.

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Su invito di Rubina e accompagnati da Giovanni siamo saliti insieme a Otto a bordo del catamarano Calipso per navigare a filo d’acqua in questo complesso mosaico di ecosistemi che comprende la penisola della Strea e l’arcipelago dell’isola Grande o dei Conigli e degli scogli di Testa, Mojuso e della Malva.

Appena saliti a bordo per il nostro giro in barca che ci siamo goduti da soli io, Michele e Otto mentre la luce del giorno calava sulla superficie specchiata del bacino, Giovanni ha cominciato a descrivere l’ambiente circostante. A cominciare dall’Isola Grande di Porto Cesareo, nota anche come “Isola dei Conigli”, separata dalla costa da un breve braccio di mare. L’isola è caratterizzata da folta vegetazione di pini e acacie ed è chiamata dei Conigli in quanto in passato dimora di migliaia di conigli selvatici.

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Sulle coste basse e rocciose crescono l’endemico limonio salentino (Limonium japigicum) e il raro Iris revoluta. Ma l’isola non è l’unica presenza di terra nella baia di Porto Cesareo. C’è anche una serie di isolotti. Durante la navigazione mentre ci passavamo accanto Giovanni ce li ha descritti. L’isolotto della “Malva” è chiamato così perché ospita una vegetazione dominata da Lavatera arborea che colora del tipico colore tutta la superficie quando la pianta è in fiore, mentre l’isolotto “Mojuso”, che in salentino significa fangoso, ospita l’unica stazione spontanea di giaggiolo salentino, l’Iris revoluta che è stato impiantato anche sull’Isola Grande ma è un endemismo puntiforme esclusivo di questo isolotto.

All’isola della Malva si può arrivare in barca ma anche facilmente a piedi quando è bassa la marea. Anche gli altri isolotti come l’isola della Chianca, sono caratterizzati da una bassa scogliera e da salicornie perenni nella parte più interna. Di fronte si erge la Torre Chianca, che è conosciuta anche come Torre di Santo Stefano ed è una delle vedette del XVI secolo edificate dagli spagnoli per difendere il territorio dai turchi e dai saraceni.

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Da esperto della navigazione in quest’area Giovanni ci ha anche parlato dei pericoli che questo mare apparentemente tranquillo nasconde. Come lo Scoglio di Testa, di poco emergente, le secche in cui il livello dell’acqua è molto basso, anche meno di un metro, e si rischia di spaccare i motori o il “vento di Calabria”, quello proveniente da sud ovest con le onde che frangono violentemente all’imboccatura, rendendo difficoltoso l’accesso.

Foto dal web

Navigare nella baia di Porto Cesareo non significa ammirare solo le meraviglie della natura ma anche viaggiare sul filo della storia.

A cominciare da quella piccola statua del dio egizio Thoth qui rinvenuta nel 1932, durante una battuta di pesca di ricci di mare nei pressi dell’isola della Malva.

La statuetta, ora parte dei tesori dell’antichità esposti al MarTa di Taranto, rappresenta il dio della luna, della scrittura e della scienza, protettore degli scribi, padrone dei maghi e maestro del tempo, che presiede al culto dei morti e al mondo degli inferi.

Ha la forma di una scimmia con la testa di cane e faceva parte probabilmente del carico di una nave romana che in queste acque potrebbe essere naufragata.

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Dopo circa venti minuti di navigazione, si giunge alla Torre della Chianca. Sul fondale sabbioso antistante, a una profondità di circa 3-4 metri, si possono scorgere delle imponenti colonne, prezioso carico di una nave romana affondata durante una errata manovra di attracco. Sono cinque possenti colonne monolitiche in marmo cipollino alte 9 metri che ancora si trovano adagiate sul fondale marino e che nelle giornate di mare calmo e acqua trasparente sono visibili addirittura dalla superficie e direttamente dall’imbarcazione.

Ph. Roberto Leone

L’ultima straordinaria scoperta è molto recente e si deve al videomaker Roberto Leone che stava facendo volare il proprio drone in località L’Approdo, a un centinaio di metri al largo di torre Chianca, a poca distanza dall’isola della Malva.
Si tratta di uno scoglio dalla suggestiva forma di cuore che fino a poco tempo fa, non essendo mai stato ripreso dall’alto, non aveva mai mostrato questa sua particolarità, in quanto spesso invisibile dalla superficie a causa delle onde e delle forti correnti di questa zona.

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Prima di rientrare abbiamo potuto ammirare il tramonto che infuocava il cielo dietro Torre Chianca, mentre per tutto il tragitto, sia all’andata che al ritorno, abbiamo dovuto trattenere Otto che smaniava dalla voglia di tuffarsi nelle invitanti acque blu di Porto Cesareo.

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Ma sarà per la prossima volta! Questa è la promessa che abbiamo fatto a Rubina prima di salutarla e di soddisfare la nostra curiosità sul nome della barca più piccola della flotta, Lola. Lei, commossa, ci ha confidato che era quello della sua gattina alla quale era molto affezionata e chiamare così la sua barca è un modo di ricordarla sempre.

Lola & Calipso Escursioni
Via Cosimo Albano, 16 – Porto Cesareo (Lecce)
Rubina +39 393 4149563 – Giovanni +39 392 6218159
Info: 83lolas@gmail.com

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