Il treno dei desideri: corse storiche e tratte dismesse

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Tornare per un po’ indietro nel tempo visitando quei luoghi dove si è fatta la storia. Un tuffo nel passato, un’esperienza sulla bellezza del viaggio lento, bagliori di romanticismo e fascino antico. Nell’era della velocità a tutti i costi e a tutti i livelli, rimane immutato il fascino del viaggio in treno che evoca ed emoziona come nessun mezzo di trasporto.

Il fascino del viaggio su rotaie

Spesso basta solo pronunciare nomi come Transiberiana e Orient Express per scatenare un gran desiderio di viaggio, che non necessariamente deve portare così lontano.
Non ci sono solo i treni che conducono a Mosca, quelli che conducono fino allo stupore delle nordiche aurore boreali o i convogli che si perdono nell’incanto dei deserti.
Una bella emozione la regalano i treni storici di Fondazione FS Italiane, che si occupa di custodire il patrimonio delle nostre ferrovie. E anche in Italia ci sono tratte ferroviarie che sono capaci di far provare la vertigine del viaggio senza dover andare fuori confine.

treni

Poi ci sono quelle dismesse dove i treni non passano più, dove le piccole stazioni sono state chiuse, le corse soppresse e perfino le traversine sono state smantellate. Vi rimangono solo i binari che non conducono da nessuna parte e guardandoli si prova una forte nostalgia di un passato che non c’è più, per quel potere che i treni hanno di unire città separate da molte cose, di rimescolare i viaggiatori e di emozionare guardando i paesaggi che sfilano al di là del finestrino.

Abbiamo voluto provare a guardare uno di questi paesaggi che chissà quanta gente ha visto, intensamente o distrattamente, dall’alto del Ponte dei 21 Archi nelle campagne di Spinazzola. Certo percorrerlo a piedi non ha lo stesso effetto perché perde quel che di cinematografico che il sovrapporsi delle immagini regala a chi guarda fuori facendo vagare lo sguardo tra le distese di grano e le morbide curve dei rilevi murgiani.

Ma rimane lo stupore di vedere questa imponente struttura, costruita tra il 1889 e il 1891, emergere quasi dal nulla tra i verdi campi di grano Contrada Macchia: sul ponte fino al 2011 passava la strada ferrata che collegava Gioia del Colle a Rocchetta San’Antonio attraversando la Murgia.

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Oggi, dopo 10 anni, si presenta abbandonato ma ancora in buono stato, solenne e solitario a testimoniare la volontà di creare una linea che collegasse la Murgia all’Appennino Meridionale da parte della Commissione delle Ferrovie Napoletane nel 1861. La storia ci racconta che tra la delibera per la sua costruzione e l’inaugurazione della tratta passarono 30 anni.

E poi che la Rete Ferroviaria Italiana ha deciso un decennio fa di sospendere il collegamento considerato antieconomico. Oggi però si assiste a una inversione di tendenza: c’è stata infatti la presentazione di uno studio di fattibilità per il recupero per i soli fini turistici dei 140 km della vecchia ferrovia statale dismessa Gioia del Colle-Rocchetta Sant’Antonio.

Per visitarlo, anziché passare sui terreni coltivati e ammirarlo da sotto le alte arcate, abbiamo deciso di raggiungere un punto in cui attraversare la massicciata e, camminando sulle traversine, percorrere i 250 metri del ponte dall’alto dei suoi 15 metri che permettono di ammirare il magnifico paesaggio circostante.

E, passo dopo passo, abbiamo immaginato un prossimo viaggio qui sul ponte ma a bordo di una carrozza. Così come già dal 2018, grazie all’impegno dell’associazione InLocoMotivi, il finanziamento della Regione Campania e l’organizzazione della Fondazione FS Italiane, si può fare sulla tratta Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, lunga 119 chilometri, a binario unico non elettrificato. Anche questa è stata un’opera realizzata alla fine dell’800, da un’idea e su impulso politico di Francesco De Sanctis, che in territorio di Rocchetta aveva il suo collegio elettorale.

Ph. di Giuseppe Palladino

Un nostro grande desiderio è poter provare presto l’emozione di un viaggio a bordo del treno storico che attraversa l’Irpinia su una tratta che è considerata un vero e proprio capolavoro d’ingegneria ferroviaria con 30 ponti e 19 gallerie scavate nella roccia, costeggiando gli argini di ben tre fiumi: Sabato, Ofanto e Calore. La linea ferroviaria sembra scorrere lungo i fiumi, vitali per il suo stesso funzionamento perché essendo le motrici dell’epoca alimentate a vapore, diventava indispensabile che le stazioni lungo il tragitto avessero tantissima acqua a disposizione per assicurare rifornimenti idrici sicuri e continuativi.

Ph.di Giuseppe Palladino
Ph. di Giuseppe Palladino

E non vediamo l’ora di provare i brividi lungo la schiena, come racconta chi ha già fatto l’esperienza, prima della curva di Rocchetta quando le carrozze s’inclinano in modo considerevole o durante il passaggio sul Ponte Principe di Lapio, un capolavoro d’acciaio lungo ben 286 metri e definito la Tour Eiffel d’Irpinia, che anziché svilupparsi in alto si estende in lughezza.

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Comments

  1. Amo il treno!! Ti puoi alzare, e ti porta in centro città. Vuoi mettere il fascino di una “pista” senza nient’altro intorno che natura?? Mi fa pensare alla tratta Firenze-Faenza via Fiesole, una collanina di borghi… O quella che vorrò fare in futuro, Domodossola-Locarno.
    L’emozione del viaggio si ricollega a tutta la storia che c’è dietro e che ci appartiene. Ogni stazione ricorda i suoi ferrovieri caduti. E se oggi possiamo andare a vedere il paese è grazie alla forza lavoro di ieri.

  2. Sono nipote di un ferroviere, un nonno macchinista deceduto sul lavoro che purtroppo non ho mai conosciuto.
    E figlia di un altro ferroviere, che dopo aver scalato tutte le posizioni da alunno di stazione a dirigente, ha trascorso la sua vita lavorativa tra treni e stazioni.
    Sono cresciuta a pane e treni… ❤️🚊

  3. Cerco di evitare i viaggi in treno per una questione di tempistiche ma devo dire che il fascino di un viaggio in treno è indiscutibile. La Transiberiana e l’ Orient Express già a nominarli mi fanno viaggiare con la fantasia. Ci sono però tratti delle nostre linee ferroviarie che ti fanno fare il viaggio con il naso appiccicato al finestrino. L’Avellino – Rocchetta Sant’Antonio deve essere una di quelle. E comunque bellissimo il Ponte 21 Archi di Spinazzola. Speriamo si muova qualcosa.

  4. Io ne ho fatti tanti viaggi in treno quando studiavo a Milano. Allora gli aerei low-cost non esistevano!
    Ricordo che l’unica volta che presi l’aereo per scendere fu per i 25 anni di matrimonio dei miei: volo Alitalia con sconto universitario, un salasso! 😬

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