Esiste un’Italia meno conosciuta e celebrata, ma interessante e meravigliosa in quanto cerniera di popoli, scrigno di saperi e passaggio di genti fin dalla notte dei tempi. La porzione della nostra penisola di cui stiamo parlando è quella dell’Appennino Tosco-Romagnolo che comprende l’Alta Valle del Savio, “impastata” di natura ma anche di persone, borghi, tradizioni, civiltà.

Nell’Alta Valle del Savio

Per cui non è semplice ridurre a 5 i motivi per recarsi in questi luoghi dell’Appennino da poco insigniti di un importante riconoscimento, quello di Riserva Mondiale dell’Uomo e della Biosfera dall’UNESCO.

1 – Foliage nelle faggete secolari

Il foliage, il fenomeno delle foglie che in autunno cedono a una graduale tavolozza di colori  caldi che vanno dal giallo al marrone, passando per i toni arancio, rosso e bordeaux, è l’ultima fiamma di vita prima che gli alberi si addormentino nell’inverno. Godere di questo spettacolo naturale fa bene agli occhi e allo stesso tempo permette di fare scorta di calore interiore per la stagione più fredda.

Noi lo abbiamo fatto nelle scenografiche e secolari faggete dell’Appennino Romagnolo, tra le tinte autunnali che emergono dalle nebbie azzurrognole tipiche del periodo.

Ciò che abbiamo trovato è un’Emilia Romagna diversa da quella più conosciuta delle spiagge, delle distese di lettini e delle discoteche della Riviera. Questo territorio, che gravita intorno all’Alta Valle del Savio ed è ricco di boschi, rocce, laghi e torrenti, deve essere assaggiato come un buon vino, quale Le Grillaie di Celli, Sangiovese Superiore Doc, abbinato agli ottimi piatti gustati al ristorante dell’Hotel Miramonti di Acquapartita, dove siamo stati ospiti durante questa incursione in una regione che ancora mancava nella nostra “collezione”.

2 – Passeggiare tra i borghi

Sull’Appennino Romagnolo non è solo la natura a essere protagonista. Nei deliziosi borghi immersi nel verde ti senti subito a casa, accolto dai sorrisi e dalla naturale e calda ospitalità della gente del posto. Sin dall’antichità conosciuto come la via di passaggio dalla Romagna alla Toscana, il percorso in queste terre era già battuto dai pellegrini che si recavano a Roma.

La valle del Savio prende il nome dal fiume che l’attraversa e si estende quasi interamente in provincia di Forlì-Cesena. Comincia alle pendici del Monte Fumaiolo, da dove nasce il Tevere, per poi finire nell’Adriatico comprendendo incantevoli borghi sparsi tra montagne, colline e pianura di questa porzione dell’Appennino in terra di Romagna. Tra questi Bagno di Romagna famoso per le sue acque termali, i cui benefici erano già già conosciuti ai tempi dei Romani e poi sotto il dominio fiorentino, che si ritrova nell’impianto urbanistico della cittadina e in cui ospiti illustri venivano a rigenerarsi nelle piscine, come i figli di Lorenzo il Magnifico e lo scultore Benvenuto Cellini.

Ancora oggi queste acque sono riconosciute per le loro proprietà terapeutiche delle quali si può usufruire nei tre stabilimenti termali del paese, al centro del quale si erge l’antichissima Basilica di Santa Maria Assunta, mentre sul viale principale, via Manin, si susseguono botteghe di artigiani e di prodotti tipici, dai formaggi ai salumi al vino. Qui ci siamo fermati da Hosteria Volante (via Manin, 3 – tel. +39 0543 1796592 – www.hosteriavolante.com) per un veloce spuntino a base di salumi di caccia con tortelli alla piastra e lo squisito formaggio fresco locale, il raviggiolo.

3 – Perdersi tra gnomi e fatine

Il nostro consiglio? Passeggiare nella natura, in scenari che ricordano boschi incantati, con il rumore sordo dello scorrere dell’acqua che accompagna il percorso fino alle cascate dell’Alferello e con il Monte Comero che sembra dipinto e che si specchia nel lago Lungo e in quello di Pontini.

Entrambi si sono formati in seguito a un’enorme frana a metà ‘800, staccatasi proprio da quella cima che oggi li sovrasta. La frana distrusse tre piccoli villaggi, oggi scomparsi, ma i cui ruderi si possono scovare nei boschi circostanti, frequentati da amanti della natura e da chi si dedica alla pesca.

Una curiosità? Sulle sponde del Lago Lungo, in territorio di San Piero in Bagno, sorge un vero e proprio parco indiano dedicato ad Aquila Chiazzata, con tanto di tapee che emergono tra i boschi di secolari castagni.

Nel cuore di Bagno di Romagna, poi, c’è un sentiero abitato da piccoli Gnomi. Infatti la cittadina è da secoli famosa per le leggende sugli avvistamenti di gnomi e fatine.
Salendo sul fianco del colle che si affaccia sul borgo insieme al nostro Otto ci siamo inoltrati nel Bosco dell’Armina e imbattuti nella Scuola, nell’Osteria, nel Cinema e nell’Ostello dello gnomo stanco, nella Balera della Gnoma Scatenata, nel Pozzo dei Desideri e nelle casette degli amici di Gnomo Bàgnolo, da Gnomo Mentino a sua sorella Salvietta, da Raggio di Sole a Gnomo Didò e tantissimi altri, partiti dalla Norvegia nel lontano 1782 e approdati qui sull’Appennino Romagnolo.

Il sentiero Natura e Fantasia, lungo due chilometri e mezzo, a cui si accede gratuitamente tutto l’anno, ospita persino una cassetta della posta, dove i bimbi imbucano le letterine a cui gli gnomi danno una risposta.

4 – Visitare Sarsina il paese degli esorcismi

Sarsina, caratteristica cittadina romagnola fu patria del poeta latino Plauto al quale sono dedicate le “plautine”, rassegna estiva di teatro classico cui partecipano le migliori compagnie italiane.

Da visitare il Museo archeologico (Via Cesio Sabino, 39 – Tel. +39 0547 94641 – sar-ero.museoarchsarsina@beniculturali.it), piccolo ma con pezzi di straordinario interesse come il Mausoleo di Rufo, proveniente dalla necropoli di Pian di Bezzo e il mosaico del Trionfo di Dioniso, emerso dagli scavi di una domus romana.

Di fronte all’antica acropoli coi resti del Castello medievale la bella piazza dominata dalla Basilica romanico-bizantina dedicata a San Vicinio, vescovo con fama di “lottatore contro il diavolo” e autore di esorcismi. Ancora oggi Sarsina attira gente che viene qui a “farsi benedire” e a indossare il famoso collare.

Appenino

5 – Soggiornare all’Hotel Miramonti sul lago di Acquapartita

L’Hotel Miramonti è la perfetta zona di partenza per esplorare questa zona che fino al XIX secolo faceva parte della Toscana. Solo nel 1927 Mussolini fece modificare i confini tra la provincia di Forlì e quella di Arezzo per includere la sorgente del Tevere in Emilia Romagna. Ciò avvenne per chiari motivi di propaganda: l’idea era far nascere il “fiume sacro ai destini di Roma” nella provincia di nascita del Duce.

L’albergo immerso nel verde e affacciato sul Lago di Acquapartita, fu voluto da Antonio Batani nel luogo in cui era nato: fa parte della Batani Select Hotels e come tutte le strutture della catena assicura ai suoi ospiti la tipica accoglienza romagnola, facendoli sentire a casa, ma contemporaneamente offrendo loro una grande qualità nei servizi.

6 – Mangiare e bere bene

Il valore aggiunto di questi luoghi è sicuramente il cibo. Non dimentichiamoci che siamo in Emilia Romagna dopo tutto! Ovunque la cucina è genuina, a base di prodotti locali come i funghi e i tartufi raccolti nei boschi, di ricette tradizionali come i cappelletti in brodo e di ingredienti a km 0, come in quella gustata presso il ristorante dell’Hotel Miramonti, di cui vi parliamo in Sognidoro.

In collaborazione con Batani Select Hotels

2 COMMENTS

  1. Non conoscevamo questi borghi e dobbiamo dire che sono veramente interessanti. Sono proprio il tipo di luoghi che amiamo e che meritano di essere conosciuti di più. Grazie per averceli fatti scoprire!

  2. Grazie a voi che ci leggete sempre con tanto interesse. Vi garantiamo che è reciproco e che anche noi leggendo i vostri post facciamo interessanti scoperte.

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