Incontro Hiroko Nagase nel suo atelier nel centro storico di Lecce, a due passi da Porta Napoli. Aggirandomi tra scaffali pieni zeppi delle sue creazioni in ceramica e facendo attenzione a non urtare nulla e a non interferire con l’equilibrio precario delle mensole tra gufi, pesci, presepi e ciotole di ogni forma e dimensione, penso al concetto tutto nipponico di wabi-sabi.
Nell’atelier di Hiroko nel cuore di Lecce
Cardine della cultura giapponese, è formato dalle parole wabi e sabi che si traducono entrambe con bellezza. Ma nel primo caso si tratta di una bellezza discreta caratterizzata da un’imperfezione naturale o casuale. Nel secondo caso è legata al passare del tempo, come l’usura negli oggetti e l’invecchiamento per le persone. Insieme significano che nulla è perfetto, nulla è permanente, nulla è completo.
Mi distrae da questo flusso di pensieri il lavoro silenzioso e solerte di Hiroko al tornio. A un certo punto mi guarda e si scusa del disordine “creativo” tutt’intorno, che invece tanto mi affascina. La osservo con le sue piccole mani che forgiano l’argilla e danno vita a una tazza, a un gallo, a un gufo.
E poi la esorto a raccontare la sua vita: dal Giappone e la sua natia Okayama, città a sud a 200 chilometri da Hiroshima, agli Stati Uniti, dove da studentessa continua i suoi studi in letteratura anglo-americana cominciati a Kyoto, conosce suo marito Pietro, professore di Fisica di origini toscane, si laurea a Chicago e si sposa. Non necessariamente in quest’ordine.
Poi suo marito viene trasferito a Londra e lei lo segue. E poi, ancora, a Trieste, dove è impegnato come ricercatore al Centro Internazionale di Fisica teorica. In Italia si stabiliscono definitivamente ma a Lecce, nonostante nascita e famiglia di Pietro siano in Toscana, a Pontremoli.
Nel frattempo Hiroko continua a forgiare e mi incanta con i gesti e le parole. Continua il suo racconto parlando delle differenze inconciliabili ma ben assortite, data la durata dell’unione, tra lei e suo marito. A lei piacciono l’arte e la natura, dalla quale trae la maggiore ispirazione per le sue creazioni. A lui i numeri, la precisione, il gioco degli scacchi.
Mi appassiono sempre più alla sua vita, piena e bella. Si avvicina all’idea di creare con le mani quando ancora vive negli Stati Uniti: prova tanta nostalgia per il suo paese e qualcuno le suggerisce di dedicarsi a qualcosa che vada oltre lo studio, che la distragga dai suoi pensieri malinconici. Si accosta così al mondo dell’artigianato imparando a tingere i tessuti e continuando a Londra ad apprendere poi a stamparli.
Il trasferimento in Salento le consente di frequentare i centri della ceramica locale: Cutrofiano e San Pietro in Lama. Dopo due-tre anni apre il suo piccolo studio a Lecce e al contempo studia e si laurea all’Accademia di Belle Arti. Ma la sua curiosità innata e la voglia di approfondire sempre più la storia del paese in cui ha scelto di vivere, la spingono a laurearsi anche in Archeologia. E con gli occhi che si illuminano mi parla di Eschilo, Sofocle, Euripide e di quanto le sia piaciuto immergersi nella cultura classica.
Dopo quattro anni arriva la sua seconda laurea ma non si esaurisce la sua sete di conoscenza: è questo che colpisce in Hiroko. Infatti da poco tempo è cominciata per lei una nuova “avventura”. Per un mese all’anno si trasferisce a Procida dove ha un appoggio e uno spazio espositivo con laboratorio e produce anche lì. “Sono ceramiche diverse – mi dice – più legate al mare e anche ai colori e alla cultura partenopea”.
Prima di salutarmi si lava le mani eliminando ogni traccia di argilla e accompagnando le parole con i gesti mi confida che se la sua ispirazione è la natura, sono il cuore e il cervello a guidarla nella creazione delle sue opere. Dove il cuore è la gente che la circonda mentre il cervello è l’anima che l’aiuta a comprendere cose e persone. E così dicendo mi porge un piccolo pesce facendomi notare un particolare in cui manca la colorazione. Ritorna il concetto di wabi-sabi, l’imperfezione della bellezza; e il cerchio si chiude.
Grazie di cuore Hiroko.
(Ph. di Lucilla Cuman)
Grazie dell articolo su Hiroko Nagase.
Io vorrei poterla contattare per un acquisto.
Mi può aiutare?
Grazie.
Gabriele Facco
Buonasera Gabriele mi procuro il suo contatto domani e glielo invio in privato tramite mail. Grazie a lei.