Quali libri vi hanno fatto compagnia nei mesi scorsi durante la quarantena? I libri sono stati durante il lockdown la nostra medicina per l’anima, per curare i nostri malanni da vita sospesa, il nostro senso di claustrofobia, la preoccupazione per il futuro e la nostalgia per gli affetti e la lontananza dai nostri cari.

I titoli della Progedit che abbiamo scelto

Noi abbiamo scelto tre titoli tra le proposte della casa editrice barese Progedit che a nostro avviso rappresentano al meglio ciò che abbiamo vissuto finora e che ci hanno aiutato a far passare senza noia questo tempo immobile della quarantena.

libriIl primo dei libri di cui vogliamo parlare è “Abbracci” di Luigi Laguaragnella. Un libro che già dal titolo si inserisce in un “prima” rispetto a ciò che stiamo vivendo, un periodo in cui la quarantena e l’obbligo di distanza sociale ci spingono a ragionare sulle emozioni e sui nuovi modi di comunicare affetto.

E allora ci chiediamo: sarebbe “guarito” Lorenzo, il protagonista che scrive in prima persona, dalla sua solitudine, sarebbe riuscito a venir fuori dalla sua prigione rappresentata dal vivere più nel web che fuori, come un solitario hikikomori, senza l’apporto decisivo degli abbracci?

Come avrebbe potuto riscoprire i legami con le persone, le emozioni e i desideri senza la possibilità di avere un contatto fisico, intenso anche se fugace, come è un abbraccio?

I nostri rapporti umani erano fatti di strette di mano, pacche sulle spalle, complicità fisica e abbracci, appunto. Con l’avvento del Covid-19 tutto questo è scomparso perché è diventato vietato stare a meno di un metro dagli altri, mentre è obbligatorio nascondere i sorrisi dietro una mascherina.
Oggi subiamo la mancanza di abbracci e forse domani li apprezzeremo di più, ma già siamo consapevoli che ripercorrere quel metro che ci separa sarà molto difficile: la giusta distanza sarà un equilibrio tutto da reinventare.

Il secondo titolo a cui abbiamo voluto affidarci per capire come affrontare questa prova dettata dalla crisi sanitaria è “L’ultima peste: Noja 1815-16” a cura di Pietro Sisto e Sebastiano Valerio sull’ultima grande peste bubbonica del continente europeo.

Un volume corale che presenta gli Atti del Convegno di Studi “Noja 1816: l’ultima peste” che squarcia il velo su provvedimenti inadeguati se non addirittura dannosi adottati all’epoca.

Perché la storia di SARS-CoV2 ci racconta anche tanto del nostro passato e delle altre epidemie e malattie infettive che hanno stravolto l’esistenza delle generazioni che ci hanno preceduto e che oggi non sembrano più così lontane.

Pagina dopo pagina ci siamo spesso chiesti quanto l’uomo riesca a imparare dai propri errori e quanto oggi la scienza medica sia capace di individuare le cause del contagio e quanto i provvedimenti delle autorità politico-amministrative siano oggi preparate di fronte alla drammatica eccezionalità dell’evento. Insomma, oggi come ieri?

Un testo da leggere per comprendere quanto peso abbiano avuto nella storia le epidemie come la peste che ha tragicamente segnato il tessuto sociale e demografico, ma anche come incoraggiamento ad adattarsi alle nuove situazioni e a pensare che ce la faremo anche questa volta.

libriIl terzo dei libri che abbiamo voluto leggere è “Poema familiare. Il disordine naturale delle cose” di Ruggiero Stefanelli.

Mai come in questo ultimo periodo la famiglia è stata croce e delizia, un microcosmo in cui “si incrociano strade dritte e tortuose” come sottolinea l’autore.

In ogni famiglia si sono vissute l’ansia e la preoccupazione. In qualche altra dolore e lutto. E leggere questo testo può insegnare a gestire il congedo, perché “in una famiglia le anime convivono e, anche quando si separano, in realtà non si dimenticano”.

E tutti, prima o poi, ci siamo fatti, ci facciamo e ci faremo le stesse domande esistenziali di Stefanelli che invita a considerare questa sua raccolta di poesie un lenitivo passatempo se non toccasana, sottolineando che quando diciamo “addio” è davvero per sempre e più a niente si rinvia.

Perché sono le situazioni estreme come queste che ristabiliscono l’importanza dell’emotività, quella che in genere tendiamo a reprimere e che adesso ci sta sorreggendo. Anche attraverso la lettura.

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