HaBari in lingua swahili significa “ciao, come stai?”. Ma a Bari è il nome di un ostello, nato nel 2020 dall’idea di Roberta Caggese, Silvia De Facendis e Claudia Vizioli, all’interno di un appartamento nel centro del capoluogo pugliese, in un quartiere che già nel nome, Libertà, riporta alla mente un luogo ideale per esprimersi e agire senza costrizioni e limiti culturali.
HaBari We Dorm nel Quartiere Libertà
Attualmente sono Claudia e Silvia a occuparsi degli ospiti di HaBari, sempre più numerosi e provenienti da tutto il mondo. Ma l’esordio non è stato facile perché, come ci ha raccontato Claudia nella nostra lunga chiacchierata alla reception ricavata nell’ingresso di quella che una volta era la casa dei nonni di Silvia, la struttura è stata completata appena prima delle chiusure imposte dalla pandemia. Nel novembre del 2019 hanno partecipato al bando Pin che hanno vinto a febbraio del 2020, costituendo il 5 marzo la società: il 9 il premier Giuseppe Conte annunciò il lockdown e tutta l’Italia si fermò.
Ma le ragazze non si sono date per vinte e hanno cominciato a ospitare rispettando rigorosamente i protocolli relativi a pulizie e distanziamento, ma soprattutto impiegando uomini e donne in difficoltà. Infatti HaBari non è un ostello come gli altri. Tra le intenzioni delle creatrici ci sono state sin da subito quella di dare la possibilità di un turismo sostenibile, lento e consapevole al viaggiatore, ma anche quella di offrire un lavoro a tempo indeterminato e retribuito in modo congruo a persone che difficilmente vi hanno accesso, come ragazze madri o immigrati.
Sia Silvia che Claudia del resto provengono da settori attivi nel sociale avendo lavorato per un’associazione che si occupa di minori prima di dedicarsi completamente alla loro “creatura” in via Calefati. Silvia ha studiato e lavorato fuori per dodici anni e ha vissuto in Africa. Anche Claudia ha sempre viaggiato e per entrambe la formula di soggiorno è sempre stata l’ostello, una situazione che permette di incontrare tante persone di culture e lingue diverse.
Dunque, quando hanno pensato di ridar vita alla casa vuota e abbandonata da un po’, non c’è stato bisogno di riflettere molto: immediata è stata l’idea di aprirne uno. Una targa colorata vicino al citofono ci ha fatto capire subito che il portone è quello giusto. Poi un ingresso ampio ed elegante in marmo introduce alle scale e agli ascensori. HaBari si trova al secondo piano e quando si varca la soglia si entra in un’altra dimensione: muri e porte colorate, vecchi mobili ridipinti, grandi cartine geografiche alle pareti recuperate da scuole di tutta la provincia e un’atmosfera calda e accogliente.
Sulla destra la reception con la scrivania sostituita da due bauli uno sull’altro che riportano subito al concetto di viaggio e di fronte una lavagna su cui campeggia la frase “We dorm” che sintetizza il concetto sia letto all’inglese che alla barese.
L’aria di casa si respira sin dal primo impatto ma allo stesso tempo si viaggia tra i continenti che danno il nome alle due camerate e alla camera privata con terrazzino e bagno.
Nelle camerate Asia e America Latina con affaccio sul lungo balcone, ci sono rispettivamente 2 letti a castello con 4 posti letto e 4 letti a castello per un totale di 8 posti letto dotati ognuno di armadietto, presa elettrica, usb e luce personale. Noi abbiamo passato la notte nella camera Africa, una sorta di appartamento nell’appartamento, con letto matrimoniale o 2 letti singoli e anche la possibilità di aggiungere un terzo letto, con bagno privato e veranda a uso esclusivo con tavolo e sedie.
E con il valore aggiunto di poter portare con sé il proprio amico a quattro zampe perché HaBari è un ostello low cost, etico, responsabile e dog friendly! Otto ha goduto degli ampi spazi della camera, ma ci ha potuto seguire anche in quelli comuni della cucina e della luminosa veranda dove si mangia, ci si rilassa o si lavora.
E anche chiacchierare per conoscersi meglio: durante il nostro soggiorno abbiamo conosciuto Lara, docente di educazione fisica belga appassionata di lingue a Bari per imparare l’italiano, ed Eva, una bravissima violinista che dalla Repubblica Ceca sceglie il capoluogo pugliese come sua meta da ben tre anni soggiornando sempre presso HaBari che ormai considera casa.
Al mattino, dopo la colazione che ognuno può preparare da sé ma che può anche essere fornita su richiesta in monoporzioni personali e singole così come gli asciugamani, abbiamo conosciuto Yalow, pastore etiope che è l’housekeeper di Habari durante la settimana mentre la domenica segue la sua comunità, e la receptionist Bojana, ragazza madre montenegrina: entrambi vantano un italiano perfetto e sono completamente integrati nella realtà barese.
Il più felice? Il nostro Otto che ha catturato attenzione e carezze da parte di tutti!
Ma anche io e Michele, che mai prima d’ora avevamo fatto l’esperienza di passare una notte in un ostello, siamo tornati a casa contenti di averla provata. E soprattutto ci siamo ricreduti sul fatto di essere ormai fuori tempo massimo per scegliere una struttura che banalmente ritenevamo solo per giovani zaino in spalla e poco budget a disposizione.
HaBari ci ha fatto cambiare idea anche sul fatto che gli ostelli siano solo per single: la camera privata Africa garantisce privacy per una coppia, consente di pernottare anche agli amici con la coda e offre al contempo tutti i vantaggi di soggiornare in un posto socievole, moderno, unico e conveniente!
Insomma gli ostelli non sono più solo per la gioventù e meno male perché se no ci saremmo persi questa esperienza unica che ci ha lasciato la voglia di riprovarla presto abbinandola a una delle tante iniziative proposte da HaBari, dal Tou.Play, che porta in giro per la città alla scoperta di realtà difficili da scoprire per chi fa il classico giro di Bari, come incontrare una sarta nigeriana in bottega. Oppure Retake per esperienze legate all’ambiente, In itinere con il cammino materano, Orto Circuito a parco Gargasole.
HaBari We Dorm
Via Alessandro Maria Calefati 249 – Bari
Info: +39 327 4235052 – +39 080 8170525
www.habarihostel.com – info@habarihostel.com
Che bello, Rosalia, ma soprattutto che meraviglia di simpatia vedere Otto protagonista del video su Instagram 😍!! È vero: si sceglie l’ostello inizialmente per questioni di borsellino, ma il fatto di doverti adattare restituisce l’opportunità di incontrarsi senza più le barriere di prima, fra viaggiatori di tutte le età, persino famiglie con bambini. Partendo dal “chi sei” e “cosa fai” si costruiscono fondamenta nuove.
Per noi un’esperienza nuova ma siamo pronti a rifarla! Col nostro Otto naturalmente: i cani riescono ad aprire tutte le porte 🐶
Allora avete un futuro assicurato 🤣 ma quando siete arrivati c’erano tanti ospiti?
No, dopo un ottobre pienissimo e un novembre altrettanto affollato, ci siamo goduti l’ostello quasi tutto per noi 😉