Grottino di Roccanova: il vino nella roccia

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Quando si pensa ai vini della Basilicata il pensiero va immediatamente a quello più noto, l’Aglianico del Vulture, considerato uno dei più grandi vini d’Italia e soprannominato il “Barolo del Sud”, che per 32 anni è rimasto l’unico DOC della Basilicata. Questo fa capire perché gli altri vitigni lucani siano meno conosciuti e perfino oscurati.

A Roccanova nella patria del Grottino

Ma ora è in buona compagnia con quelli che sono arrivati più tardi a questo riconoscimento. Come il Grottino di Roccanova DOC, una delle più giovani Denominazioni di Origine Controllata italiane, creata nel luglio 2009, che comprende vini rossi, bianchi e rosati provenienti dalla zona collinare sud-orientale della provincia di Potenza.

La zona interessata dalla denominazione Grottino di Roccanova si concentra sui tre comuni di Sant’Arcangelo, Castronuovo di Sant’Andrea Potenza e Roccanova in un’area caratterizzata dai Calanchi.

Nel Grottino di Roccanova Bianco la base è la Malvasia Bianca, che deve rappresentare almeno l’80% dell’uvaggio mentre il restante 20% può essere costituito da qualsiasi varietà di uva a bacca bianca non aromatica autorizzata per la regione Basilicata.

I vini rossi e rosati sono prodotti prevalentemente con uve del vitigno Sangiovese, che deve costituire almeno il 60% dell’uvaggio dei vini Grottino di Roccanova DOC, con la parte rimanente ripartita tra Malvasia Nera, Montepulciano e Cabernet Sauvignon.
Mentre il 10% dell’uvaggio utilizzato rimane libero e determina il “carattere” del Grottino aziendale, come ci ha spiegato Franco Collarino della Cantina Torre Rosano durante la nostra visita a Roccanova. Il signor Collarino ci ha guidato alla scoperta della sua grotta scavata nella roccia in cui viene fatto maturare in legno pregiato, al buio e a temperatura e umidità costanti tutto l’anno, il Grottino “Torre Rosano” Dop, nelle tipologie Rosso, Rosso Riserva, Bianco e Rosato.

Grottino di Roccanova

Grottino di Roccanova

L’azienda, rilevata nel 2012 da Sara Maria, figlia di Francesco Paolo Collarino, chiamato familiarmente Franco, ha una storia che risale a metà del 1800 e fa riferimento al suo bis nonno Collarino Francesco Paolo, titolare tra l’altro di una locanda che ha cessato l’attività nel 1985 sotto la gestione del nonno Vincenzo Collarino.

Grottino di Roccanova

Si trova in territorio di Roccanova ed è condotta interamente con metodo biologico fin dal 2002. Si estende su una superficie di circa 26 ettari di cui 8 a vigneto e i vini vengono ottenuti da uve raccolte rigorosamente a mano. Fondamentale è il rispetto di cultura e tradizione, come abbiamo potuto constatare di persona in vigna, in cantina e soprattutto in grotta dove i vini maturano in botti di legno di rovere italiano, rovere francese e castagno italiano.

Grottino di Roccanova

Nelle “grotte del vino”, caratteristici tunnel scavati nell’arenaria, riposano sia il Rosso Grottino di Roccanova DOC classico che il Riserva. Il primo matura 3 anni in legno normale e 6 mesi in barrique, mentre la Riserva, ideale per accompagnare piatti “forti” come ragù, carni rosse, arrosti e selvaggina, viene affinata 7 anni in botti di rovere.

Grottino di Roccanova

Oggi, oltre al “Torre Rosano” Dop, nelle tipologie Rosso, Rosso Riserva, Bianco e Rosato, produce anche anche famosi vini Igp Basilicata come il “Cantrum Piretto rosso” e il “ Cantrum Ambrato bianco”, vini legati alla tradizione.

Grottino di Roccanova

Durante il nostro incontro Franco ci ha spiegato che il nome di Piretto deriva dai contenitori in vetro dalla capienza tra i 18 e i 20 litri, che si chiamavano “piretti”, dove veniva conservato il vino da consumare in particolari eventi.

Mentre nelle anfore all’interno delle grotte, che sono più di 300 nella sola Roccanova, si conservavano sott’olio verdure e salumi. Il Grottino, prima di diventare un vino riconosciuto con la DOC, era conosciuto anche fuori dai confini lucani grazie a commercianti che lo proponevano durante fiere e mercati come vino robusto e dalla colorazione intensa che manteneva grazie all’aggiunta di uva cotta.

Oggi queste sono solo storie da raccontare, perché ci pensa il terroir tra i Calanchi Lucani a una altitudine tra i 350 e i 600 metri sul livello del mare che beneficia dell’ottima esposizione con escursioni termiche giornaliere, a conferire al vino intensi profumi, sapidità e buon tenore alcolico. Caratteristiche che insieme al metodo biologico sui filari a spalliera singola a Guyot con bassa resa produttiva per ettaro ed eccezionale qualità fanno sì che il Torre Rosano Grottino di Roccanova venga considerato uno dei vini più pregevoli di Basilicata.

E l’assaggio lo conferma. Il Grottino di Roccanova DOC Riserva è un rosso con riflesso rubino, dal sapore leggermente tannico con un gradevole retrogusto amaro, che va stappato almeno un’ora prima e servito a una temperatura di 20°C. Molto gradevole anche il Rosso, dal sapore pieno, intenso e asciutto, con riflessi violacei che nel bicchiere spiccano sul rubino carico tendente al granato, e con odore intenso a naso che richiama i frutti del sottobosco, le ciliegie ma anche le spezie.

Nel Cantrum Piretto la vinificazione avviene in rosso con macerazione con un passaggio successivo in botti di legno di castagno italiano per sei mesi, così come nel bianco chiamato Cantrum Ambrato e imbottigliato in bordolese nobile di colore scuro, un vino dal colore giallo carico ma dal profumo delicato che si abbina perfettamente a pesce, zuppe di verdure e formaggi freschi.

Azienda Agricola Vitivinicola Torre Rosano
Via Vittorio Emanuele, 28 – Roccanova (PZ)
Info: : +39 0973 833427 – www.torrerosano.it

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