Per noi pugliesi l’acqua è quella del mare. E già Orazio definì la nostra regione “siticulosa Apulia”, per cui al cospetto di una terra come il Friuli Venezia-Giulia, così ricca di corsi e specchi d’acqua, proviamo una strana meraviglia.
Montagne, colline, pianura e coste:
ecco il Friuli Venezia-Giulia
E guardiamo ai possenti fiumi come il Tagliamento, ai più piccoli e impetuosi torrenti, alle sorgenti dagli intensi riflessi di zaffiro e smeraldo fino alle cangianti e ferme superfici dei laghi, con gli occhi sgranati dei bambini che vedono per la prima volta qualcosa di nuovo. Poi, chiudendoli, ci mettiamo in ascolto di quella per noi inusuale melodia che crea lo zampillio dell’acqua sulle rocce. E veniamo trasportati in un altro mondo!
Dopo questa premessa, due osservazioni. Prima: i vostri amici pelosi saranno i benvenuti ovunque! Coccolati in strutture ricettive e ristorative, sono ammessi anche nei musei a patto di poterli portare in braccio. Noi il nostro Otto che pesa 36 chili lo abbiamo lasciato in auto all’ombra del rigoglioso verde che si trova ovunque.
Seconda: non si comprende perché una regione con una varietà geografica così invidiabile, tra montagne, colline, pianura e coste, sia “snobbata” dai più. Può darsi che all’origine di ciò ci sia la convinzione che il popolo friulano, tra l’altro molto variegato, abbia un carattere rude, severo e spesso tutt’altro che amabile. Dunque riguardo la nostra esperienza smentiamo subito tale “leggenda”: se è vero che il friulano in generale non fa nulla per piacere o compiacere è anche vero che è una persona schietta e solida, con cui è difficile non stabilire un bel rapporto sin da subito.
Al primo impatto il Friuli dà l’idea di un mondo a parte, di un’Italia impastata di slavo e tedesco, ma andando più a fondo attraverso la conoscenza di territori e genti si giunge all’idea che, nonostante si provenga dai due estremi dell’Italia o forse proprio per questo, ci siano molte affinità tra friulani e pugliesi. Sarà perché entrambe le regioni sono da sempre terre di passaggio di popoli e culture, oppure, come già diceva Bindo Chiurlo, perché il popolo friulano è il più meridionale dei popoli settentrionali.
E non è un caso che il nostro racconto cominci da queste constatazioni e dalle parole di Chiurlo, notevole studioso di lingua e letteratura friulana, nato a Cassacco in provincia di Udine. Perché è proprio da qui che è partito il nostro viaggio alla scoperta di questa regione così sottovalutata e misconosciuta a livello turistico, pudica e allo stesso tempo intrigante.
Sono luoghi in cui, come abbiamo già sottolineato, la natura è stata generosa ma anche l’uomo ci ha messo del suo tra borghi e castelli. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con il Conte Luigi Deciani, proprietario di Villa Gallici Deciani, una delle più belle ville di impronta veneta immersa nel verde e con una spettacolare vista delle Alpi sul retro.
Partendo da Aquileia, una delle città di origini romane più affascinanti che ci riserviamo di visitare nel nostro prossimo giro in terra friulana.
Originariamente abitata dai Celti, la regione fu poi conquistata dagli Unni di Attila.
Aquileia venne completamente rasa al suolo dai barbari, ma poi come l’araba fenice rinacque dalle sue ceneri diventando un Patriarcato tra gli Stati più influenti e potenti della Penisola italiana.
Ma la sua vera fine fu decretata da Venezia che rimase signora della parte occidentale fino al Trattato di Campoformio, quando Napoleone la cedette all’Impero Asburgico che aveva già conquistato il Friuli orientale nel 1516.
Con il Congresso di Vienna la regione venne annessa al Regno Lombardo-Veneto, Udine e Pordenone divennero italiane durante la Terza Guerra d’Indipendenza, Gorizia alla fine della Prima Guerra Mondiale mentre Trieste solo nel 1954 dopo nove anni di amministrazione militare alleata.
Questo breve excursus storico chiarisce come uno dei lati più affascinanti del territorio è quello culturale, soprattutto nei paesi al confine con l’Austria e la Slovenia, un mix dal sapore Mitteleuropeo che si avverte sia nella lingua che nella cucina. Ma di questo parleremo in seguito.
Le prime due cittadine che abbiamo visitato sono state Udine e Cividale del Friuli.
La prima si presenta elegante e altera: suo biglietto da visita è Piazza Libertà, definita “la più bella piazza veneziana sulla terraferma”, mentre a dominare il centro storico da un colle di 138 metri è il Castello che si erge in un grande parco verde da cui si ammira il panorama sulla pianura friulana e sulle Alpi Carniche. Al suo interno sono ospitati i musei civici della città con collezioni numismatiche, archeologiche, di quadri, di cimeli del Risorgimento, di fotografie, disegni e stampe.
Ai piedi del Castello si apre Piazza Libertà con la candida Loggia del Lionello e di fronte la Loggia con il Tempietto di San Giovanni, che ospita il Monumento ai Caduti ed è sormontato dalla bellissima Torre dell’Orologio.
Accompagnati da Marco Velliscig, con il quale ci siamo conosciuti online e approfittando del nostro tour in Friuli anche di persona, abbiamo visitato la città partendo dal Duomo fatto edificare nel 1236 dal Patriarca di Aquileia e rimaneggiato più volte, e poi proseguendo per Piazza Matteotti, conosciuta anche come Piazza San Giacomo, da sempre luogo di incontro degli udinesi.
Da non perdere la visita al Palazzo Patriarcale che dietro la sua austera facciata cela preziosissimi tesori: stucchi, dipinti, la biblioteca patriarcale e il Museo Diocesano con una collezione di bellissime opere lignee che vanno dal 1200 al 1800.
Ma la sua gemma sono le Gallerie del Tiepolo con gli affreschi del grande pittore veneziano dai quali si viene letteralmente rapiti a cominciare da “La caduta degli Angeli Ribelli” sul soffitto dello Scalone d’Onore.
Cividale del Friuli fu fondata da Giulio Cesare e divenne poi la capitale longobarda del Friuli. Aggrappata alle rive del Natisone sorge sulla via che unisce la pianura friulana alla valle dell’Isonzo.
Dopo la passeggiata sul Ponte del Diavolo con i pittoreschi scorci sul corso del fiume, merita la visita l’Oratorio di Santa Maria in Valle che custodisce gelosamente il Tempietto Longobardo, una struttura unica per il grande arco decorato con trafori a forma di tralci di vite e le grandi statue dei martiri. Sia il Tempietto che il Monastero sono Patrimonio dell’Umanità dal 2011.
Tornando al ponte sospeso sulle acque color smeraldo del Natisone, risale al 1442 ed è uno dei simboli della città. Si presenta come un massiccio ponte di pietra con due grandi arcate e poggia con il suo pilastro centrale su una roccia naturale.
Ma perché si chiama Ponte del Diavolo? La leggenda narra che il ponte fu costruito dal diavolo in persona, che chiese in cambio l’anima del primo passeggero che a seconda delle versioni, fu un cane, un gatto, una pecora.
Non andate via senza assaggiare strucchi e gubana cividalese: fermatevi dalla pasticceria Cattarossi sul Corso Paolino d’Aquileia 10 e prima di gustare queste specialità chiedete delle loro origini. La gubana si prepara in tutti i borghi della Valle del Natisone, ma è a Cividale che si trovano le prime testimonianze della ricetta, risalenti al 1409, quando venne servita in un banchetto allestito per papa Gregorio XII. Si tratta di un dolce a pasta lievitata, farcito con noci tritate, pinoli, uvetta e scorza di limone. Una delizia che deve il suo nome al termine guba che significa “piega” in sloveno, in riferimento alla caratteristica forma a chiocciola. Gli strucchi hanno forma di fagottini e lo stesso ripieno della gubana: attenzione uno tira l’altro! Per l’abbinamento nessun dubbio: il Ramandolo, un vino color oro dal sapore gradevolmente dolce prodotto da una varietà autoctona di verduzzo friulano raccolta tardivamente e poi appassita in locali idonei.
Articolo molto affascinante! Purtroppo a volte non si apprezzano o non si conoscono le bellezze sotto casa! E’ stato un piacere incontrarvi, ma soprattutto, non me ne vogliate, vedere Ottino!!!
Splendida regione italiana di cui ho scoperto appena un pezzetto un paio di mesi fa. La prossima volta ne scoprirò un altro grazie al vostro reportage
Siamo stati contentissimi di conoscerti di persona Marco e lo è stato anche Ottino che nella tua regione è stato accolto ovunque con tanto affetto e tante coccole. E questo per noi è molto importante!
Riguardo le bellezze sotto casa: speriamo continuerai a leggere i nostri articoli in modo tale da apprezzarle tramite noi e il nostro blog. 😉
Grazie Benedetta! Anche noi contiamo di tornare e quindi ci saranno molto utili i tuoi articoli 🙂