Figli di una Loira minore

Fuori rottaFigli di una Loira minore
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Figli di una Loira minore: abbiamo voluto chiamare così le fortezze medievali, i castelli rinascimentali, i giardini incantati e i tesori nascosti e meno conosciuti della Valle della Loira che seduce sin dal primo istante, riportando ad atmosfere d’altri tempi, quando i nobili francesi, durante la stagione estiva, si trasferivano nei loro manieri in campagna per lasciarsi alle spalle il grigiore del lungo inverno parigino.

L’altra Loira dei tesori nascosti

Qui non ci sono infatti soltanto residenze imponenti e regali come i castelli di Chambord, Blois, Amboise e Chenonceau, ma borghi pittoreschi e piccole affascinanti fortezze che regalano emozioni al pari di quelle più famose e blasonate. Insomma, come detto all’inizio si tratta di figli di una Loira minore ma tutt’altro che trascurabile.

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Un esempio? Il castello di Montresor, che emerge al centro del pittoresco paese che è uno dei borghi più belli di Francia.
La piccola cittadina è tutta raccolta intorno alla nobile fortezza che risale all’XI secolo e che fu di proprietà di Filippo d’Orleans, fratello di Luigi XIV ed è ancora oggi abitata dagli ultimi proprietari.

Tra le sue mura sorprende trovare opere d’arte preziose tra cui una grande collezione di dipinti italiani insieme a moltissimi trofei di caccia che ornano le pareti dei saloni. La sua peculiarità è anche quella di avere una profonda influenza polacca in quanto nel 1849 fu acquistata dal conte Xavier Branicki, che fu sindaco di Montrésor dal 1860 al 1870.

Il nobile polacco ne riparò alcuni parti e altre ne ricostruì e la sua famiglia vive attualmente in una parte del castello che è quasi completamente aperto al pubblico. Intorno un bel giardino in cui è possibile passeggiare insieme al proprio quattro zampe che non può accedere alle sale interne della dimora.

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Un consiglio: la parte più bella del castello è quella che si affaccia sul Les Balcons lungo il fiume Indrois. Partite da lì per una passeggiata dagli scorci incantevoli tra i vicoli stretti e le case a graticcio. Da non perdere la “Halle des Cardeux” con il suo tetto “à la Mansart” che era un centro di lavorazione tessile e che oggi ospita esposizioni e mostre d’arte.

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Un’altra chicca tra i figli di una Loira minore è Bonneval, chiamata un po’ troppo eufemisticamente la piccola Venezia della Beauce. L’abbiamo visitata sotto una pioggia battente che non ne ha diminuito lo charme di stampo medievale con le fortificazioni e le incantevoli dimore, come la casa del cavallo bianco risalente al XIII secolo, che si specchiano nelle acque del fiume Loir.

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Lungo gli argini si possono scorgere i lavatoi che furono dismessi nel 1851 a causa delle numerose epidemie di colera e per migliorare le condizioni di igiene.
Al centro del paese svetta la guglia della chiesa di Notre-Dame che risale alla fine del XIII secolo ed è considerata contemporanea della cattedrale di Chartres.

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Prima di andar via bisogna fare tappa all’ex abbazia benedettina di Saint-Florentin, fondata nell’857 e che dopo tante vicissitudini e trasformazioni, da filanda a fabbrica di tappeti fino a colonia agricola per bambini abbandonati, oggi ospita un centro ospedaliero e non è visitabile.

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Tra i figli di una Loira minore abbiamo collocato anche Châteaudun, cittadina che abbiamo scoperto scegliendo il Restaurant Ateria per la nostra cena in zona. Una scoperta in tutti i sensi: gastronomica perché è uno dei posti in cui abbiamo mangiato meglio in tutto il nostro tour de France, e turistica per la bellezza del borgo e del suo notevole castello.

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Residenza di Giovanni di Dunois, detto il “Bastardo d’Orléans” fratellastro del re Carlo VI e compagno d’armi di Giovanna d’Arco, all’esterno si presenta come un imponente maniero dall’aspetto severo. Gli interni invece stupiscono per la loro leggiadria che ne fanno una luminosa e confortevole dimora.

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La Santa Cappella venne fatta costruire dal Dunois, mentre suo nipote Francesco II d’Orléans-Longueville aggiunse l’ala in stile rinascimentale, che preannunciava i grandi castelli della Loira. Molto interessante la collezione di arazzi tessuti da manifatture francesi e fiamminghe prima della manifattura dei Gobelins a Parigi.

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Tra le strade lastricate e le piccole piazze angoli incantevoli come Rue Saint-Lubin, su cui si affacciano le più antiche dimore della cittadina risparmiate dal devastante incendio del 20 giugno 1723 in seguito al quale furono distrutte 1.022 case e quasi l’80% della popolazione rimase senza. La città fu ricostruita e oggi il suo fulcro è Piazza du 18-Octobre, nome che rievoca la battaglia di Châteaudun, avvenuta il 18 ottobre 1870 durante la guerra franco-prussiana.

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Chi ha tempo può raggiungere a piedi le rive del Loir, visitare il Museo di Belle Arti e Storia naturale che custodisce una collezione di più di 2500 uccelli impagliati, dipinti, reperti archeologici e pezzi provenienti dall’Egitto e dall’Asia, e le grotte di Foulon, per ammirare la ricchezza geologica nascosta sotto la città.

Tra i grandi castelli e i figli di una Loira minore si colloca la Cittadella Reale di Loches, che racchiude 500 anni di storia di Francia. Anche qui siamo arrivati dopo aver prenotato la cena nel ristorante Le Prosper suggeritoci da Jeff de Mareüil durante la permanenza allo Château Monastère de la Corroirie.
La città ci ha subito impressionato per l’imponenza delle sue mura: Loches è una delle pochissime cittadelle medievali francesi a vantare ancora gran parte della cinta originale. Per entrarvi, bisogna superare la maestosa Porte Royale che risale all’XI secolo.

Non abbiamo potuto visitare la città nella città che si estende al di là della porta, con il dongione medievale, gli appartamenti reali e la Chiesa di Sant’Orso, sia perché tutto era già chiuso data l’ora, che per la pioggia improvvisa che ci ha sorpreso in serata. Ma abbiamo già inserito questo vero gioiello dell’architettura militare nella lista dei siti da visitare durante il prossimo giro tra i castelli della Loira.

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Rosalia
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