Le campagne intorno a Cisternino sono profumatissime: lecci, carrubi, corbezzoli, lentischi, olivi e filari di viti fanno da sfondo a strade fitte di tornanti dove spesso bisogna inerpicarsi tra sali e scendi che ricordano le montagne russe.
Passeggiate tra contrade, specchie e trulli
E poi trulli, trulli, trulli.
Del resto il borgo emerge tra i rilievi della Valle d’Itria, in quella porzione di Puglia definita Murgia dei trulli.
I candidi coni, spesso in folti gruppi a formare dei veri e propri borghetti in cui fino agli anni ’50-’60 del secolo scorso vivevano piccole comunità perfettamente autonome, sono i veri protagonisti della zona insieme alle masserie, anch’esse abitate tutto l’anno da mezzadri e coloni e dimore estive per i signorotti locali.
Quindi anche in piena campagna la pietra torna protagonista, come già sottolineava lo storico dell’arte Cesare Brandi: “Dovunque si vada, in Puglia, si vedono pietre che si aggregano, si cercano, si compongono, come se invece che pietre fossero calamite”.
Fanno da guida i muretti a secco, che per chilometri delimitano orti e vigneti, conducendo fuori dai tradizionali itinerari alla scoperta delle Contrade, microcosmi che svelano realtà molto interessanti, tra sagre, passeggiate e una cucina genuina ricca di prodotti tipici locali.
Sono molti i giri che potremmo consigliare a partire da quelli nelle Contrade più piccole che sono rimaste fedeli al concetto per cui questo tipo di agglomerati nacquero. Come Capitolo e Acqua Rossa, create da comunità costituite da pochi nuclei familiari imparentati che vivevano in trulli che a loro volta formavano villaggi con servizi quali il forno, il palmento, l’aia e la cisterna, ovunque presenti a testimoniare forme di vita in comune.
Ad accogliere è lo spazio aperto dell’aia, un grande spiazzo centrale lastricato o lasciato con la nuda roccia affiorante, generalmente ospitato nel luogo più ventilato e utilizzato dalle famiglie durante la trebbiatura dei cereali.
E in ogni contrada c’è poi la chiesa intitolata al santo patrono, che continua a essere luogo di aggregazione e a cui ancora oggi si dedicano feste molto sentite a cui si legano saporite sagre che esaltano i prodotti locali. Dell’Eco Festival dei Sapori che unisce in un itinerario goloso e saporito le tradizionali sagre organizzate nelle cinque principali contrade abbiamo parlato in https://www.cittameridiane.it/a-cisternino-leco-festival-dei-sapori/.
Ben 38 sono le frazioni di Cisternino, ma le più popolate sono Casalini, Caranna e Marinelli, mentre una delle più belle secondo noi è quella di Figazzano con il suo inconfondibile profilo che dall’alto guarda a valle.
Nel territorio della contrada dal 2004 il milanese Paolo Belloni ha fondato il Conservatorio Botanico sulla biodiversità “I Giardini di Pomona” che raccoglie una collezione di oltre 1000 alberi da frutto di cui ben 350 quelli di Ficus carica o fico, e ha una dea pagana come protettrice, Pomona appunto, signora dei giardini e dei frutteti. Lo abbiamo intervistato qualche tempo fa e qui trovate il racconto del nostro incontro.
Dirigendosi verso Ostuni ci si immerge nella parte più selvaggia ed elevata della campagna cistranese da dove si gode del meraviglioso affaccio sulla Piana degli Ulivi secolari con sullo sfondo il profilo azzurro del mar Adriatico e nelle giornate particolarmente terse la linea scura all’orizzonte della costa albanese.
In questa zona l’ultima contrada in territorio di Cisternino è Acquarossa, un autentico esempio di antico villaggio di trulli dalle varie forme che ospita il bed and breakfast Trulli Acqua Rossa e in cui si è catapultati in un’altra dimensione. Qui siamo stati ospiti e ci siamo aggirati tra i coni, il palmento, il forno e la grande aia dal fondo roccioso, svegliandoci il mattino dopo freschi, riposati e intenzionati a continuare a vivere la magia di abitare in un luogo fuori dal mondo. Presto vi racconteremo la nostra esperienza nella rubrica #sognidoro.
Ai confini con Fasano in contrada Gianecchia sorge invece Masseria Capece, agriturismo di proprietà della famiglia De Carolis-Romito, affiliato al Parco Naturale Regionale Dune Costiere e anche sede di alcuni eventi, quest’anno ne ospiterà la chiusura, del Festival dei Sensi, un’iniziativa itinerante che coinvolge borghi e contrade tra Martina Franca, Cisternino e Locorotondo con un calendario ricco di incontri culturali.
Anche qui, tra gli intensi profumi degli alberi da frutto piantati nel bellissimo agrumeto recintato, abbiamo trascorso una notte con il nostro Otto in una delle casette ideali per chi come noi viaggia con un quattro zampe in quanto dotata di spazio all’aperto riparato da un cannizzu e chiuso da alte mura e una porta in ferro. Presto il racconto sul blog.
Una bella passeggiata è quella alla ricerca delle specchie, un tipo di costruzione dell’VIII-VII sec. a.C. formata da cumuli di materiale proveniente dallo spietramento dei campi che i Messapi usavano per arrivare più in alto, in modo da poter avvistare i nemici.
Antichissima la specchia di Galassano oggi punto collinare al confine con Ostuni, utilizzato proprio per la strategica posizione avanzata durante la guerra in Jugoslavia agli inizi degli anni Novanta per la collocazione di strumentazione militare. Sicuramente più conosciuta è la specchia Sativa a Pascarosa, monumentale formazione in pietra a secco a forma di trullo anch’essa punto di avvistamento in età preistorica, in prossimità della quale è tuttora esistente un lungo tratto del Paretone, la grande muraglia di pietra che una volta divideva la Messapia della Peucezia e che probabilmente doveva essere alta oltre i tre metri.
Tutto questo camminare vi ha stancati? Niente di meglio di una sosta per assaggiare le specialità di cui Cisternino va fiera, come spiedi, salsicce e bombette, ma anche i salumi prodotti artigianalmente come il filetto lardellato che viene realizzando usando il filetto del suino, il capocollo di Martina Franca nato nel XVIII secolo utilizzando le carni di maiali cresciuti nella Valle d’Itria, la pancetta arrotolata e la soppressata dolce, entrambe insaporite con sale, pepe e vino cotto del vitigno Verdeca.
E come dire di no a un piatto di orecchiette? Una delle più antiche sagre dei dintorni di Cisternino è dedicata proprio al formato di pasta tipicamente pugliese: quest’anno abbiamo partecipato a Caranna alla XVIII edizione della Sagra delle orecchiette e ve la racconteremo piatto dopo piatto.
Per addolcire la bocca a fine pasto immancabili i dolci di mandorle: le menule atterrete (o mandorle allo zucchero) tostate e coperte di zucchero, le castagnelle, aromatizzate alla cannella e chiodi di garofano, i dolci più antichi della tradizione dolciaria cistranese, e le castagname, cioè la loro versione con un’amarena al centro.