Cefalù la normanna

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Cefalù

Sulla via del ritorno a casa, l’ultima puntata in terra siciliana è Cefalù, insieme a Palermo e a Monreale centro delle regali architetture volute dai sovrani normanni, dichiarate recentemente Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Sulla cittadina, fondata dai greci che la chiamarono Kephaloidion (da kefalè, che significa testa), domina il Duomo romanico dalle forme di un castello, sottolineate dalle due robuste torri campanarie. Il nome del borgo deriva dal promontorio della Rocca, che sovrasta il paese e che ha un’insolita forma a testa.

Ultima tappa del tour in Sicilia

All’interno del duomo il grandioso abside è decorato da un grande mosaico del 1148 che raffigura il Cristo Pantocrator. Vale tutti i 3 euro pro capite la visita del chiostro annesso alla Cattedrale, ma posto a una quota più bassa di circa 3 metri e mezzo rispetto al piano di calpestio: è una delle più eccelse testimonianze artistico-scultoree di età normanna e il più antico chiostro esistente in Sicilia con capitelli binati su doppie colonnine. Il ricco apparato scultoreo dei capitelli, con contenuti storico-biblici, è un esempio sublime di scultura romanica attribuita a maestranze pugliesi e presenta raffigurazioni desunte dagli erbari e dai bestiari medievali.

Cefalù si estende sotto la Rocca che guarda il mare e la lunga spiaggia sempre frequentata grazie alle acque calde e basse. Per chi ha tempo è consigliata una passeggiata sulla sommità della Rocca sulla quale si trovano i suggestivi ruderi del Castello di Cefalù, risalente al XIII-XIV sec.: giungervi può apparire faticoso, ma una volta arrivati si può godere di uno splendido panorama.

Scendendo verso la cala merita una breve sosta il lavatoio medievale dove fino a pochi decenni fa le donne del paese andavano ancora a sciacquare i panni e al quale si accede attraverso una scalinata detta “a lumachella”. Nelle suggestive vasche l’acqua affluisce da 22 bocche e dopo aver percorso il lavatoio, raggiunge il mare attraverso due aperture nel tunnel con volta ad arco.