A Brindisi, la Porta d’Oriente

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Brindisi è spesso considerata una città di passaggio, un luogo da raggiungere per partire, dal suo porto, il più orientale d’Italia e famoso sin dall’antichità, per le mete delle vacanze estive verso le coste e le isole greche.

Scoprire Brindisi tra mare e terra

 

Brindisi

Invece la città va visitata e scoperta a poco a poco. Il nostro consiglio è cominciare dal mare, proprio quell’elemento che ne ha decretato la fortuna e plasmato il destino. Per farlo è sufficiente munirsi del biglietto di 1 euro per salire a bordo della motobarca, una piccola imbarcazione che collega il Lungomare con il rione Casale e il caratteristico Villaggio Pescatori.

Brindisi

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Come gli autobus cittadini è gestito dalla Stp ed è un mezzo di trasporto urbano molto comodo perché copre in pochi minuti il percorso tra i due quartieri per cui sulla terraferma occorrerebbe molto più tempo.

Brindisi

Ma per chi non ha fretta come noi può essere utilizzato come opportunità per guardare la città dal mare solcando le acque del porto messapico, chiuso dallo stretto Canale Pigonati. Si parte dalla banchina Montenegro del Lungomare Regina Margherita e il biglietto viene emesso e obliterato a bordo. La seconda fermata è all’altezza dei giardini Vittorio Emenuele II, lì dove c’è la stazione marittima.

Poi l’imbarcazione compie un ampio giro passando sotto a uno dei simboli di Brindisi, il Monumento al Marinaio, e si dirige verso il rione Casale, il quartiere residenziale caratterizzato da ville Liberty e tanto verde. Il servizio funziona dalle 6 del mattino alle 23 e le corse hanno frequenze da 10 a 20 minuti.

Per noi un’esperienza entusiasmante in cui abbiamo apprezzato Brindisi da un’altra prospettiva ammirando le famose colonne terminali della Via Appia specchiarsi nel mare dall’alto della loro scalinata e in lontananza sull’isola di Sant’Andrea all’imboccatura del porto esterno, il castello alfonsino, detto anche castello di mare, per distinguerlo da quello svevo-aragonese del centro storico, chiamato anche grande o di terra.

Brindisi

Anche la visita successiva, all’interno della città e non più sul mare, riconduce alla storia del porto che, ai tempi delle crociate, divenne crocevia di cavalieri e pellegrini diretti al Santo Sepolcro. Interessante testimonianza della presenza degli ordini militari religiosi a Brindisi, Teutonici, Templari e Gerosolimitani, è il tempio di San Giovanni al Sepolcro, la chiesa a pianta circolare risalente all’XI secolo.

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Fu edificato in età normanna, quando Papa Urbano II (1088-1099) su richiesta del conte Goffredo di Conversano, primo “dominator” della città, stabiliva che la sede episcopale dovesse essere riportata da Oria a Brindisi, sua sede originaria. Bello ritrovare tracce della storia del proprio paese, Conversano, nelle pieghe del passato straordinario di una città importante come Brindisi…

Brindisi

Una volta all’interno si è rapiti dalla bellezza di questa struttura con pianta a staffa di cavallo, formata da due cerchi concentrici di colonne che ricorda quella del Santo Sepolcro in Gerusalemme. La doppia fila di colonne è sostenuta da pregevoli capitelli corinzi, bizantini con foglie di acanto e cubici alla normanna: ci spiega Giulio che ci fa da guida che in tal modo viene espressa la chiara volontà di rappresentare la sintesi fra simbolismo orientale e architettura occidentale.

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L’anello centrale, formato da otto colonne, è raccordato alle corrispondenti semicolonne dei muri perimetrali tramite archi a tutto sesto: se ci si colloca al centro dell’abside le colonne appaiono sfalsate. Ma su suggerimento della nostra guida poniamo i nostri piedi sulle orme disegnate per terra poco più a destra e, come per miracolo, colonne e semicolonne si sovrappongono perfettamente tanto da poterne distinguere solo le prime. Non è questa l’unica “stranezza” all’interno del tempio che presenta numerose testimonianze di chiara origine templare come il Nodo di Salomone inciso su una colonna e la Triplice Cinta posta sulla muratura del portale di ingresso.

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Originariamente l’ingresso era quello posto di fronte all’altare, mentre oggi si entra dal versante nord, in direzione della piazzetta di S. Giovanni, ornata da un protiro con leoni stilofori e arco a tutto sesto cuspidato. Un terzo portale è attualmente murato e si apre verso il giardino retrostante.

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Sulle pareti affreschi con immagini di santi risalenti al XII-XV secolo, tra questi la “Deposizione” databile ai primi del ‘300. Visibili ancora le rovine e i mosaici della domus d’età imperiale (III Sec. d.C.) al di sotto del pavimento.

Da una meraviglia all’altra: su consiglio di Giulio, ci siamo avviati verso Palazzo Granafei-Nervegna che, oltre la cortina del suo prospetto rinascimentale con elementi barocchi, custodisce uno dei tesori di Brindisi. Stiamo parlando del capitello originale della colonna romana realizzato in marmo ed esposto nella Sala del Capitello all’interno del palazzo della ex Corte d’Assise.

Si rimane davvero impressionati dalla maestosità della scultura su cui sono rappresentati Nettuno e il gigante mitologico di nome Oceano. Sugli angoli sono scolpite altre figure legate al mare, come Tritoni e Nereidi.

Per portar via qualcosa di autentico come ricordo del tour affacciatevi nella corte delle Scuole Pie che ospita le botteghe degli artigiani: una bella iniziativa per valorizzare un luogo suggestivo e restituito alla città dopo lungo restauro.
La nostra visita alla città finisce qui per ora. Ci sarà presto un’altra puntata per raccontare i gioielli di una città che si presenta come una donna bellissima dal fascino antico ma un po’ trascurata.

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Rosalia
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